CUNEO - 'Il futuro del Piemonte è anche e soprattutto in provincia'

Le linee guida annunciate della Regione illustrate dall’assessore agli Enti locali Fabio Carosso

18/09/2019 16:30

Più attenzione ai tanti piccoli Comuni del Piemonte, per uno sviluppo armonico della regione, evitando da un lato lo spopolamento e dall’altro le eccessive concentrazioni demografiche. Queste le linee guida annunciate dall’assessore agli Enti locali Fabio Carosso, intervenuto nella mattinata del 18 settembre in prima Commissione, presieduta da Carlo Riva Vercellotti.
 
Il futuro del Piemonte è anche e soprattutto in Provincia – ha sottolineato Carosso – dove il turismo cresce di oltre il 10 percento l’anno e dove tanti indicatori socioeconomici ci dicono che con adeguato supporto, tutta la regione può trarre beneficio economico scongiurando la desertificazione e ottimizzando le risorse periferiche”.
 
In tema di unioni dei Comuni, è pronta la delibera a fronte delle risorse trasferite di oltre 2,9 milioni di euro: la Regione in assestamento cercherà di garantire il finanziamento del 2018. È intervenuto Alberto Avetta (Pd), che ha concordato con l’assessore sulle linee strategiche di sviluppo, sottolineando anche l’importanza di un ente intermedio come la Provincia.
 
Circa l’autonomia differenziata, Carosso ha aggiunto che il Piemonte ha scelto di richiedere ulteriori competenze legislative e amministrative per politiche di sviluppo e promozione delle aree montane: “Siamo la prima Regione che inserisce nel confronto con lo Stato questo tema”, ha sottolineato l’assessore. Si tratta di 519 Comuni, dei quali 117 si trovano al di sopra dei 2.500 metri. Il 93 percento del totale è sotto i 5mila abitanti. Il tema è fondamentale per il Piemonte, “il cui territorio è per il 43,3 percento montano”.
 
La discussione su questo punto è stata rimandata alla prossima seduta di prima Commissione. In precedenza, la Prima aveva svolto l’audizione del Movimento Progetto Piemonte, per un approfondimento in materia di fusione di comuni. La posizione del Movimento, in sintesi, è che “le fusioni e incorporazioni vadano fatte soltanto quando ci siano le condizioni oggettive e quando nei referendum consultivi la maggioranza di entrambe le cittadinanze sia d’accordo”.


c.s.

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