Quando ho letto dell'aggressione da parte di un genitore nei confronti di un ragazzino di 13 anni, durante una partita di calcio nel torinese, non mi sono stupito. Mi sono indignato, ho provato sconforto per un episodio che macchia uno sport che amo, ma non mi sono stupito. Questo è un mondo che conosco da vicino: ho frequentato per anni, e ancora frequento, i campi e le tribune del calcio dilettantistico e giovanile, in ogni veste, da giocatore, allenatore e cronista. È chiaro, questo è un episodio estremo e fortunatamente isolato, ma non arriva dal nulla, anzi si inserisce in un clima ben preciso. Un clima di esagerata tensione, di competitività portata all’eccesso e di degrado quasi unanimemente accettato come "male necessario", che caratterizza - con eccezioni qua e là - molti campi anche in provincia di Cuneo. I fatti si sono verificati domenica 31 agosto sul campo del Paradiso Collegno, cintura di Torino, a margine di una partita Under 14 valida per il torneo giovanile Super Oscar. In campo Carmagnola e Volpiano Pianese, qualche scaramuccia tra i ragazzi in campo al fischio finale, poi la situazione degenera: il papà di un giocatore del Carmagnola scavalca le recinzioni, entra sul rettangolo di gioco e si scaglia contro il portiere del Volpiano Pianese, poi portato all’ospedale Martini di Torino, dove è stata accertata una frattura al malleolo. L’episodio, come detto, indigna ma non stupisce. Per rendersi conto dell’aria che si respira ogni settimana sui campi basta scorrere i comunicati ufficiali della Lega Nazionale Dilettanti, alla voce “Giustizia Sportiva”: risse in campo e fuori, aggressioni ad avversari o arbitri, insulti dei più beceri dalle tribune, talvolta interventi delle forze dell’ordine per riportare la calma. Tutto questo è all’ordine del giorno nei campionati dilettantistici, ma non raramente anche in quelli giovanili. Chi crede che io stia esagerando, spenda qualche minuto a leggere i referti citati qualche riga più in alto. Per questo ciò che è accaduto a Collegno non può stupire più di tanto. Come detto è un episodio estremo, - non succede ogni domenica che un adulto aggredisca fisicamente un tredicenne (e ci mancherebbe) - ma non si discosta più di tanto dal clima che si respira su tanti, troppi campi, anche in provincia di Cuneo. Si tende spesso a considerare il calcio dilettantistico e giovanile come il “vero calcio”, quello genuino, quello dei sani valori, contrapposto al grande calcio dei milioni e degli scandali. Chi la pensa così, evidentemente, non mette piede da tempo su un campo di provincia.