CUNEO - Il no al CETA arriva anche dai consorzi di tutela delle DOP e IGP cuneesi

Continua il pressing di Coldiretti Cuneo su Amministrazioni Comunali e parlamentari Cuneesi

12/07/2017 18:42

Dopo la grande mobilitazione a Roma della scorsa settimana, prosegue con un sostegno sempre più ampio e trasversale l’iniziativa di Coldiretti per fermare il CETA. L’accordo di libero cambio tra Unione Europea e Canada aprirebbe le porte alle imitazioni dei prodotti italiani e ad una concorrenza che potrebbe avvantaggiarsi di normative sulla produzione completamente differenti che implicano costi molto inferiori a scapito della qualità.
Il nostro no alla pirateria alimentare parte da lontano, dalle tante battaglie che Coldiretti ha portato avanti per la tracciabilità e l’etichettatura obbligatoria delle nostre produzioni agroalimentari - spiegano Delia Revelli, presidente e Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cuneo - . Per questo abbiamo coinvolto i parlamentari della Provincia e le Amministrazioni Comunali. Al nostro fianco, vi sono anche tutti i principali Consorzi che tutelano le produzioni DOP e IGP del Cuneese: dal Formaggio Murazzano al Castelmagno, dal Fagiolo Cuneo alla Nocciola Piemonte, dalla Castagna Cuneo alla Mela Rossa Cuneo, dal Prosciutto Crudo Cuneo alla Razza bovina Piemontese, un patrimonio di valore inestimabile che non potrebbe essere salvaguardato se venisse approvato il trattato”.
L’alleanza per difendere il Made in Italy non è una priorità solo per il mondo agricolo: vi è una grande partecipazione che ha coinvolto consumatori, associazioni, di cui Coldiretti si fa portavoce, con l’ hashtag #stopCETA.
Il pressing di Coldiretti continua sui parlamentari che nei prossimi giorni dovranno esprimersi sulla ratifica del trattato, con la decisa volontà di tutelare sia gli agricoltori che i cittadini. “È inaccettabile – concludono presidente e direttore - la presunzione canadese di chiamare con lo stesso nome alimenti del tutto diversi, una concorrenza sleale che danneggia i produttori e inganna i consumatori, con il pericolo concreto di un effetto valanga sui mercati internazionali dove invece Italia e Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti, espressione di un’identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati su specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo”.

c.s.

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