CUNEO - Il numero unico di emergenza 'all'italiana' fa acqua da tutte le parti

Il modello, caro e farraginoso, ha rallentato l'implementazione della tecnologia di geolocalizzazione che avrebbe potuto salvare la vita a Simon Gautier, trovato morto a dieci giorni dall'allarme

Simon Gautier

Samuele Mattio 19/08/2019 17:10

Le parole di Mario Balzanelli, presidente nazionale della Società Italiana sistema 118, in merito all'esperienza del numero unico di emergenza non hanno ottenuto un prorompente e liberatorio applauso dell'uditorio come successe al ragionier Fantozzi mentre distruggeva la Corazzata Potemkin, ma di fatto l'impatto che sono destinate ad avere nel dibattito ha lo stesso effetto deflagrante. “Il modello italiano di 112 – ha dichiarato al Corriere della Sera – ha di fatto pesantemente rallentato, se non paralizzato, l'implementazione della tecnologia di geolocalizzazione sul territorio”.
 
La polemica, come spesso avviene nel nostro Paese, fa seguito alla tragedia avvenuta nei giorni scorsi sulle alture di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno, dove Simon Gautier ha perso la vita. Non è il caso di riassumere, se non sinteticamente, la triste cronaca di una vicenda che da giorni sta tenendo banco sulle pagine dei principali quotidiani italiani: il giovane francese si trovava in un burrone a mezza costa con le gambe fratturate. Alle 8.57 di venerdì 9 agosto ha dato l'allarme, spiegando di non sapere dove si trovava, e che riusciva a vedere soltanto il mare. Ancora non sapeva che quello scorcio di Cilento sarebbe stato l'ultimo panorama che avrebbe visto in vita sua. Il suo corpo verrà ritrovato esanime a ben dieci giorni di distanza. 
 
Superfluo spiegare qual è l'aggancio con Cuneo. Anche il più badaluc dei nostri conterranei intuirà che in una terra in cui tutti i weekend il nostro quotidiano online e tutti gli altri raccontano delle decine di interventi del Soccorso Alpino e delle varie squadre di emergenza, il tema dell'immediatezza dei soccorsi grazie una rapida localizzazione è di primaria importanza. 
 
'Con i se e con i ma non si fa la storia' recita un luogo comune, ma tralasciando il presupposto possiamo affermare con risibili margini di errori che se l'Italia avesse investito sulla geolocalizzazione Simon sarebbe ancora vivo. La tecnologia richiamata da Balzanelli si basa su due tecnologie installate sugli smartphone iOS e Android che, una volta installate, inviano al destinatario un Sms con la posizione esatta ogni volta che si chiama un numero di emergenza. Al momento la tecnologia è attiva in nove nazioni UE, tra cui Lituania e Slovenia, mentre il Paese delle proroghe sta a guardare in attesa dell'obbligo dell'adeguamento (2020). Le parole del presidente del 118 fanno riflettere proprio perché mettono sotto accusa il traballante numero unico, di cui si enumerano più i difetti che i pregi, colpevole secondo Balzanelli di aver affossato l'ingresso dell'innovazione nel nostro Paese (nonostante non sia ancora attivo su tutto il territorio nazionale).
 
Tra le zone dove il servizio è in vigore c'è la provincia di Cuneo, con il Centro Unico delle Emergenze di Saluzzo. Per dovere di cronaca nei mesi scorsi abbiamo pubblicato le roboanti dichiarazioni dell'ex assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta. “Il numero unico ha ottenuto un grande risultato: liberare le centrali operative dalle chiamate non strettamente di emergenza. Si è trattato di una forte innovazione che ha permesso di distribuire meglio gli interventi, attraverso il raccordo e il coordinamento dei diversi operatori” diceva lo scorso febbraio l'esponente della giunta Chiamparino in occasione della Giornata Europea del Numero unico 112. La forte riduzione delle chiamate 'inutili' non è però sufficiente per “essere orgogliosi del progetto”, come detto nella medesima occasione dall'ex presidente della Regione, oggi dato in odore di ministero nell'ipotetico governo giallorosso. 
 
Se il 112 fosse stato ideato in affiancamento ai numeri già esistenti allora sì che un ipotetico abbattimento delle chiamate inutili sarebbe un grande risultato. Peccato che questo sia stato introdotto in sostituzione e non a supporto degli altri numeri di emergenza, con un costo alto e un ritardo maggiore sui tempi di azione dell'emergenza dovuto alla doppia chiamata. Un classico lavoro “all'italiana”. Detto in parole povere pare che abbiamo speso di più per avere un servizio che fa acqua, a differenza di altri dieci Paesi europei, tra cui (beffa del destino) proprio la Francia.
 
Va da sé che è preferibile pagare qualche straordinario in più agli operatori per qualche chiamata a vuoto, magari lavorando contemporaneamente sull'educazione degli italiani all'utilizzo responsabile dei numeri di emergenza, che correre il rischio di essere inefficienti e incapaci di individuare il luogo in cui un'emergenza si palesa. 
 
L'auspicio è che nel breve termine si arrivi all'utilizzo delle tecnologie sulla geolocalizzazione per le emergenze e che il sistema del 112 venga rivisto al più presto. Ciò non riporterà Simon Gautier in vita, ma almeno consentirà di evitare che altri uomini e donne muoiano in modo così assurdo.


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