Le origini a Napoli, un pezzo di cuore a Parma (“la città che ho amato di più” confessa) ma una bussola ben puntata su Cuneo fin dai primi anni Novanta: Rosanna Minucci ha svolto in città buona parte della sua carriera nei ranghi della Polizia e ora ritorna da questore, la seconda donna ad assumere l’incarico dopo Isabella Fusiello. “Il ritorno a Cuneo è stato sicuramente emozionante, ho trovato un’accoglienza al di là delle aspettative dai colleghi” racconta la funzionaria “rientrante”: “Sono molto soddisfatta di questo incarico, anzi devo ringraziare il capo della Polizia, il prefetto Pisani, che ha voluto farmi rientrare in una realtà dove ho operato per molti anni”. Cinquantotto anni, sposata e madre di due figli, Minucci è entrata nei ranghi della pubblica sicurezza il 2 dicembre 1986 frequentando l’Istituto Superiore di Polizia a Roma. Il primo incarico al commissariato Barriera Milano di Torino, “frontiera” dello spaccio già all’epoca. A Cuneo è arrivata nel 1992 ed è stata dirigente dell’allora Ufficio Stranieri, poi della Digos dal 1994 al 2012 e contestualmente nell’ufficio di gabinetto come sostituto capo. Promossa primo dirigente è stata quindi assegnata alla divisione Pasi (Polizia Sociale, Amministrativa e dell'Immigrazione) fino al 2019. Un percorso di ampio spessore dal punto di vista investigativo, che l’ha vista protagonista anche nelle prime attività sul terrorismo internazionale avviate sul territorio cuneese. Dopo un periodo da questore vicario ad Alessandria è stata dal 2022 al gennaio di quest’anno a Parma con lo stesso incarico, sfiorando la “staffetta” con il precedente questore, Carmine Rocco Grassi, che si è insediato in questi giorni proprio nella sede emiliana. L’ulteriore promozione a dirigente superiore l’ha portata alla guida del compartimento Polizia Ferroviaria a Genova. Il legame con Cuneo, in questi sei anni, non è mai venuto meno, tant’è che il nuovo questore vi è tornata spesso: qui - piccola curiosità - aveva mantenuto anche il suo parrucchiere “di fiducia”. Ritornare in un territorio conosciuto, spiega ora Minucci, mette in condizione di operare con un’ottima conoscenza: “Fermo restando che i fenomeni sociali e le realtà cambiano: Cuneo, per quanto sia una piccola città di provincia, non è esente dalle mutazioni che ci sono state”. Il questore Grassi aveva esordito mettendo nel “mirino” la mala movida in piazza Boves e lo spaccio in corso Giolitti. Il nuovo capo della Polizia cuneese garantisce “lo stesso impegno su tutta la città, perché le situazioni si possono spostare sul territorio”. Tuttavia, aggiunge, “c’è una forma di attenzione per corso Giolitti che sicuramente continuerà nelle attività che poniamo in campo”: “Questa è una realtà operosa e con grosso rispetto delle istituzioni, ma come tutte le città offre anche aspetti negativi su cui dobbiamo lavorare”. Allargando lo sguardo, una questione in sospeso è quella relativa al commissariato ad Alba: “Al momento non ho indicazioni sulle tempistiche” spiega il questore. La partita, d’altronde, è complicata. Minucci ricorda che “già nel 1992 si parlava dell’esigenza di un commissariato nella zona Alba-Bra, questo ci ha consentito comunque di aprire sportelli sul territorio, come la sezione dell’ufficio Stranieri e Passaporti ad Alba”. La buona notizia è che mentre fino a tempi recenti si parlava di uffici da chiudere, ora si pensa a quelli da aprire: “Il fatto che il dipartimento non voglia assolutamente ridurre il presidio è dimostrato dalla presenza dello sportello di Ceva: benché aperto su due giorni a settimana, è comunque un presidio sul territorio”.