CUNEO - Il Pd cuneese ricorda Navalny, Lauria insorge. Sturlese: “Vittima, ma era un razzista”

L’omaggio della capogruppo Carli in Consiglio comunale suscita la reazione dell’esponente di Indipendenza!: “Se fosse morto altrove gli avreste dato del nazista”

Andrea Cascioli 26/02/2024 19:10

“Una voce libera di opposizione al regime russo” per la capogruppo del Partito Democratico a Cuneo Claudia Carli. “Un razzista” ribatte Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni. Beppe Lauria (Indipendenza!) rincara: “Era un nazista, studiate”.
 
Ad accendere la miccia è la commemorazione di Aleksej Navalny in apertura della seduta odierna del Consiglio comunale. Non ne fa menzione il presidente Marco Vernetti, ricordando invece, all’indomani del secondo anniversario della guerra in Ucraina, “le vittime di questo sanguinoso conflitto, sia quelle che sono morte difendendo l’autonomia, l’indipendenza e la libertà della terra ucraina, sia quelle mandate a morire in terra straniera dalla leadership russa”. Interviene invece Carli, citando il presidente della Repubblica, per denunciare “la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell’opinione pubblica mondiale”. “La morte inattesa e scioccante di Navalny - aggiunge la consigliera dem - è un ulteriore segnale della crescente e sistematica oppressione in Russia: esprimiamo alla famiglia il nostro sentito cordoglio e ci auguriamo che su questa morte venga fatta piena chiarezza”.
 
Da destra e da sinistra dell’assemblea, arriva subito una reazione congiunta a queste parole. “È indubbio - osserva Sturlese - che Navalny sia stato vittima di un trattamento veramente sciagurato, è anche vero che era un razzista e non voleva nessuno che non fosse slavo in Russia: le contraddizioni della storia sono queste. Detto questo, non è ammissibile che un regime ti elimini per l’espressione di un pensiero”. Il riferimento è ai trascorsi dell’oppositore come blogger di estrema destra: “Non ho paura di dire che sono un nazionalista” dichiarava l’ex attivista del partito liberale Yabloko nel 2010, gli stessi anni in cui criticava Putin come “amico dei caucasici” e definiva gli immigrati “scarafaggi” e “culi neri”. Tutti particolari che, in effetti, il coro unanime della stampa occidentale ha tralasciato nei profili biografici di questi giorni.
 
“Se fosse morto da un’altra parte sarebbe morto ‘un nazista di m…’” ironizza da par suo Lauria, rivolgendosi a Carli: “Capisco che oggi il nemico sia Putin, ma qualche tempo fa il vostro partito presentava ordini del giorno contro quel soggetto, perché reo di essere nazista”. Dall’esponente della destra sociale, promotore con il movimento di Gianni Alemanno di una raccolta firme per il riconoscimento dello Stato della Palestina, arriva anche un duro attacco alla sindaca: “Sabato avete partecipato a un’iniziativa (il corteo per il cessate il fuoco a Gaza e in Ucraina, ndr) che aveva come oggetto il cessate il fuoco: ci avete messo due mesi per fare quello che avevo chiesto, dovreste vergognarvi di partecipare”. A novembre, ha aggiunto Lauria, “avevo chiesto di mettere la bandiera palestinese sulla torre civica a fianco di quella israeliana. Non lo si è fatto, ma si è messa la bandiera della pace: è molto più facile”. Critiche anche al presidente del Consiglio comunale Vernetti: “Rispetto a 30mila palestinesi morti lei riesce a citare solo Hamas”.
 
“Era importante che la manifestazione di sabato ci fosse così come che sulla nostra torre civica ci sia la scritta pace” la replica di Patrizia Manassero, sdegnata per le accuse di ipocrisia e gli inviti a vergognarsi rivolti dall’esponente dell’opposizione: “Si vergogni lei. La più grande ipocrisia è invocare la pace facendo violenza verbale tra di noi”.

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