CUNEO - Il piano di coesione porta “regali” alla sanità della Granda. Ma Cuneo resta all’asciutto

Previsti interventi sugli ospedali di Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano e Verduno. Sei milioni per finanziare la ricostruzione del ponte Mulino di Monchiero

Andrea Cascioli 08/12/2023 08:15

Il “regalo di Natale” del governo si chiama Accordo sul Fondo di Sviluppo e Coesione. Giorgia Meloni giovedì pomeriggio è planata su Asti per firmarlo insieme al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, alla presenza del ministro alle Politiche di coesione, Pnrr e Affari europei Raffaele Fitto.
 
Nel complesso, l’accordo comprende interventi per 865 milioni di euro. A queste risorse di uniscono i 400 milioni del Programma Operativo Complementare (POC), in corso di approvazione, che permette alla Regione di implementare e attuare le strategie previste nella programmazione pluriennale, in sinergia con i fondi FESR e FSE+, per un totale complessivo di 1,2 miliardi di euro destinati alla crescita del territorio.
 
Ci sono, in particolare, 175 milioni che permettono alla Regione Piemonte di liberare dal fondo sanitario importanti risorse finanziarie, impiegate per l’assunzione di 2 mila professionisti del comparto, come da accordo già siglato con i sindacati. È un capitolo che interessa da vicino la Granda, perché in provincia sono previsti una serie di interventi sulle strutture ospedaliere e sanitarie. Nel dettaglio: 6 milioni 800 mila euro finanzieranno l’adeguamento normativo e sismico del Presidio Ospedaliero di Saluzzo, 5 milioni 500 mila euro la realizzazione di dialisi, gruppo elettrogeno, efficientamento energetico del Presidio Ospedaliero di Mondovì, 2 milioni 700 mila euro all’adeguamento normativo e sismico nel Presidio ospedaliero di Fossano, 9 milioni di euro per un analogo intervento sul Presidio Ospedaliero di Savigliano, 4 milioni di euro per varie attrezzature sanitarie dell’Ospedale di Verduno (tomografia computerizzata, apparecchiatura anestesia, archi AC, altre attrezzature sanitarie).
 
Sempre in ambito sanitario, ci sono una serie di lavori in programma nella sede del Serd di Alba e nel poliambulatorio di via Goito a Bra: riqualificazione energetica e adeguamento, coibentazione termica e riqualificazione termica (6 milioni di euro); nuova area per l’infanzia (500 mila euro); sostituzione tavoli operatori e lampade scialitiche nei blocchi operatori, rifacimento impianto di produzione acqua calda sanitaria e refrigerata, lavori di sostituzione stazione di continuità elettrica (5 milioni di euro).
 
Restando nell’Albese, per la precisione a Monchiero, giungono buone notizie per quanto riguarda la ricostruzione del ponte Mulino sul fiume Tanaro: i lavori di rifacimento del viadotto tra Lequio Tanaro e Monchiero, crollato nel 2010 durante una piena, verranno finanziati con 6 milioni. Per il nuovo ponte la Provincia aveva approvato a dicembre dello scorso anno lo studio di fattibilità tecnica ed economica, finalizzato anche ad assicurare la percorribilità della SP 159 attraverso una serie di varchi per il deflusso delle acque.
 
Tutti contenti, insomma. Sebbene sia evidente, a voler proprio cavillare, che a rimanere fuori dai finanziamenti è il circondario del capoluogo, Cuneo. Il langhetto Cirio gongola da par suo: “Oggi è un giorno importante perché di questi 800 milioni di euro più di 200 sono per potenziare il nostro sistema sanitario con un meccanismo virtuoso, che liberando altre risorse del fondo sanitario ci permetterà di assumere entro il 2024 duemila medici, infermieri e oss. È un modo per intervenire concretamente su quelle che sono per noi le priorità, come la sicurezza delle nostre scuole, garantire il 100% delle borse di studio, comprare nuovi treni che si aggiungono ai nuovi pullman per inquinare meno e tutelare l’ambiente. E poi ci sono 70 milioni per la montagna, che in una terra che si chiama Piemonte sono linfa vitale. Tante volte da Roma abbiamo ricevuto consigli e strette di mano, oggi si inverte questo paradigma e dal governo arrivano risorse fondamentali per lo sviluppo del nostro territorio”.
 
Gli 865 milioni 306 mila euro degli interventi finanziati con i Fondi di sviluppo e coesione verranno suddivisi in tre macro aree: 212 milioni di euro per la Cura, 238,6 milioni per il Territorio e circa 415 milioni per lo Sviluppo. È previsto tra l’altro l’acquisto di quattro treni per il servizio di trasporto ferroviario regionale (con 43 milioni 407 mila euro). Azione che - ricorda la Regione - si inserisce all’interno di un programma più vasto che prevede l’acquisto di oltre 70 convogli, per un investimento totale che supera i 500 milioni di euro.
 
Poi ci sono i 22,7 milioni di investimenti per il recupero e la riqualificazione del patrimonio culturale. Se ne gioveranno il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, pronto a rinnovarsi e riaprire al pubblico grazie alla realizzazione di un nuovo ingresso, al riallestimento delle sale espositive, alla rivisitazione dei due cortili e alla realizzazione di bar e bookshop. Ma anche l’ospedaletto antoniano nella Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso a Buttigliera Alta, sempre nel Torinese: un gioiello dell’architettura monastica medievale. A Biella verrà infine recuperato e messo a valore Palazzo Cisterna, immobile di proprietà della Regione a forte valenza storica e architettonica, destinato a diventare polo integrato di servizi per le amministrazioni locali.

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