Il I semestre 2025 chiude con una flessione del 7,9% delle vendite all’estero per le imprese della provincia di Cuneo rispetto al I semestre dello scorso anno, che fece segnare il record storico delle esportazioni. Il dato è in controtendenza rispetto a quello nazionale (+2,1%) e più negativo di quello regionale (-2,5%). Complessivamente nel I semestre 2025 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 4.992 milioni di euro e nello stesso semestre il valore delle importazioni è stato di 2.964 milioni di euro, con una crescita del 4,8% rispetto ai primi sei mesi del 2024. La flessione delle esportazioni abbinata all’aumento dell’import ha portato il saldo della bilancia commerciale a 2.028 milioni di euro, in forte diminuzione (-21,8%) rispetto a quello registrato nel I semestre 2024 quando si attestava a 2.592 milioni di euro.
Cuneo si conferma al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, con il 16,4% delle vendite regionali fuori confine.
"I dati relativi al primo semestre dell’anno ci pongono di fronte a una realtà che non possiamo ignorare: le esportazioni della provincia di Cuneo hanno registrato un calo significativo del 7,5% rispetto al dato record dello scorso anno - afferma il presidente della Camera di commercio di Cuneo Luca Crosetto - . È una flessione che ha interessato tutti i settori strategici del nostro tessuto produttivo, dai prodotti alimentari ai vini, dai mezzi di trasporto ai macchinari, fino alle materie plastiche, e che ci impone una riflessione profonda. La crisi attraversata da Francia e Germania ci ha restituito una contrazione sensibile, ma il campanello d’allarme arriva dai mercati extra-UE, dove il calo è stato ancora più marcato”.
"Negli ultimi sei anni, malgrado il Covid, le problematiche internazionali e la frenata di questo semestre - continua il presidente Crosetto - le esportazioni sono aumentate, ma l'importanza dell'export per la nostra economia ci sprona a rafforzare il nostro impegno nel sostenere le imprese cuneesi. Dobbiamo intensificare gli sforzi nella ricerca di nuovi sbocchi di mercato, diversificare le destinazioni dell’export e accompagnare le aziende nel superare le sfide globali con strumenti concreti, tra cui formazione mirata e strategie condivise. La Camera di commercio sarà al fianco delle imprese con rinnovata determinazione, per trasformare questa fase di difficoltà in un’opportunità di rilancio e crescita mettendo l’internazionalizzazione al centro nel Programma pluriennale di mandato 2026/2030”.
Nel I semestre 2025 la diminuzione delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 95,8% del totale, è stata dell’8,9%, flessione registrata (-10,7%) anche dai prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere che incidono soltanto per lo 0,1% sul totale dell’export, mentre il comparto agricolo, che incide per il 3,4%, ha registrato una crescita del 31,6%. Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 34,2% ed è il settore trainante dell’export manifatturiero, in questo semestre ha fatto registrare -6,2% complice, soprattutto, l’imposizione dei dazi Usa e il calo sensibile nel Regno Unito. A fronte di risultati poco confortanti anche per le altre tipologie di merci, la performance migliore è stata registrata da metalli di base e prodotti in metallo (+9,5%), seguito da chimica e farmaceutica (+1,8%). A registrare una forte decrescita il tessile, abbigliamento, pelle e accessori (-23,2%) seguito dagli articoli in gomma e materie plastiche (-15,8%), dai mezzi di trasporto (-13,8%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (-11,0%), da macchinari e apparecchi n.c.a. (-9,8%) e da legno e prodotti in legno, carte e stampa (-0,9%).
Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 66,0% delle esportazioni provinciali, contro il 34,0% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La flessione registrata dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stata del 2,1%, mentre quella verso i partner commerciali extra Ue-27 è stata del -17,4% risultato che ha trainato in modo significativo la decrescita complessiva delle esportazioni cuneesi. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 17,9% e 14,2%. Francia e Germania hanno però evidenziato una decrescita rispettivamente del 9,0% e del 6,9%, conseguenze della difficile congiuntura economica vissuta dai due Paesi. La Spagna, con una quota del 6,9%, ha registrato una sostanziale stabilità mentre la Polonia, con una quota del 6,8%, ha riportato un buon +23,3%. Le variazioni in positivo più significative sono da ricondursi a Romania (+14,3%), Belgio (+11,1%) e Cechia (+5,5%) rispettivamente settimo, quinto e ottavo mercato di sbocco all’interno dell’Unione europea. Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior rilievo continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,8% e il 4,3% dell’export complessivo. Entrambi hanno riportato una flessione: per gli Stati Uniti più contenuta (-3,1%), mentre decisamente significativa per il Regno Unito (-20,9%) nostro sesto mercato di riferimento. La Cina, nostro terzo mercato extra UE, con una quota parte del 2,4%, ha riportato un -23,2%. I mercati che hanno riportato risultati positivi sono Svizzera (+1,4%) e India che registra una sostanziale stabilità. I restanti riportano flessioni importanti: Canada (-37,4%), Arabia Saudita (-29,6%), Messico (-28,6%), Turchia (-20,8%) e Israele (-4,9%).