CUNEO - Il progetto del nuovo stadio di Cuneo? 'In contrasto con i principi della termodinamica'

Parla Alberto Cina, docente del Politecnico di Torino, presente alla triplice commissione di mercoledì scorso. Incertezze anche sulla capienza

Samuele Mattio 14/01/2019 12:15

 
A quasi una settimana dalla triplice commissione tenutasi mercoledì 9 gennaio presso il Comune di Cuneo, nella quale i rappresentanti della Res On Network di Teramo hanno presentato la loro idea di Stadio alla città, i dubbi sollevati dagli interventi di alcuni consiglieri comunali presenti non sono stati sciolti.
 
Nella serata non sono emerse le informazioni minimali sulla capacità dello stadio, sulle dimensioni della struttura e delle superfici occupate, sulla viabilità d’accesso, parcheggi e altri elementi essenziali alla valutazione della proposta, mentre si è parlato di dettagli architettonici, tariffe energetiche e sistemi di accesso con scansione della retina, tutti elementi irrilevanti in una fase preliminare.
 
Solo nella fase finale è stato dato qualche numero (piuttosto vago) e si è parlato di uno stadio da 5-6 mila posti che avrebbe un costo di 5-6 milioni di euro e che occuperebbe uno spazio tra i 4 e i 6 ettari. Cifre piuttosto lasche e in contraddizione con quanto affermato dal ‘direttore scientifico di Res On Network’ Marco Santarelli al quotidiano Tuttosport sul numero di mercoledì 9 gennaio. Alla giornalista Daniela Milardi Santarelli aveva parlato di uno stadio da 6-8 mila posti, con un costo intorno agli 8 milioni, mentre in un articolo uscito su ‘La Stampa’ di domenica 13 gennaio, firmato da Lorenzo Boratto, il direttore ha ipotizzato un costo di 5 milioni di euro per 5 mila posti.
 
Basta così? Non proprio, perché nel progetto presentato e proiettato in Sala Consiglio mercoledì scorso è passata una slide dove si leggeva chiaramente che lo stadio avrebbe dovuto avere una “Capienza di almeno 20 mila posti”. Insomma, sembrerebbe, per usare un eufemismo, che le idee non siano molto chiare. Il tutto evitando considerazioni nel merito: la media spettatori del Cuneo Calcio è stata, in questa stagione, di 478 spettatori con il picco massimo di 1.095 ingressi (dati stadiapostcards).
 
La commissione di mercoledì scorso è stata molto partecipata (in sala c’erano tifosi, giornalisti e molti cittadini interessati alla questione). Tra il pubblico era presente anche il professor Alberto Cina, docente nei corsi di ingegneria al Politecnico di Torino, che abbiamo contattato per farci dare un parere su quanto emerso durante la serata.
 
La presentazione di Marco Santarelli, incentrata sulla sua persona più che sul curriculum dell’Istituto 'Res on Network' riguardante realizzazioni simili, non ha soddisfatto le mie aspettative e ha lasciato oscuri tanti elementi fondamentali” ha esordito l'ingegnere.
 
Già. La società rappresentata in Consiglio Comunale non ha fornito nessuna referenza su lavori già svolti nel settore e ciò che si trova in rete lascia piuttosto perplessi. In passato la testata online ‘QualEnergia’ si è occupata di Marco Santarelli e della Res On Network grazie al giornalista scientifico Alessandro Codegoni. Esemplificativo l’articolo “Metodo scientifico questo sconosciuto”.
 
Torniamo al progetto. Spiega l’ingegner Cina: “Dal piano economico mostrato, purtroppo illeggibile, non commentato e nemmeno sintetizzato nelle cifre e nelle voci principali, emergerebbe una totale sostenibilità energetica dell’infrastruttura, con il concetto chiamato ‘the miracolous fluid’. Un sistema che sarebbe basato su una centrale idroelettrica che, derivando l’acqua dal fiume Stura in una condotta di 2 chilometri a circuito chiuso, posta sotto lo stadio, dovrebbe produrre profitti. Non è chiarito però come ciò possa avvenire, essendo il fiume Stura nella zona 'Palazzetto dello sport', proposta dal dott. Santarelli, circa 50 metri più in basso e come, una volta riempita la condotta con 18.000 metri cubi d’acqua, essa possa produrre energia senza l’apporto di lavoro esterno”.
 
Le perplessità del docente universitario non si fermano qui: “La spiegazione tecnica dell’ing. Romagnoli di Res on Network si è limitata a definire alcune grandezze fisiche e unità di misura fondamentali, concludendo sulla necessità di un salto d’acqua di 10 metri per la produzione dei 2 MW ipotizzati, che però non si ritrova sul territorio. Il paradosso energetico non è sfuggito ad alcuni consiglieri ingegneri e tecnici, ma il mistero è rimasto insoluto nella replica del dott. Santarelli. La proposta da lui ventilata di utilizzare una nuova “vite di Archimede” per il sollevamento del liquido (generalmente è utilizzata in maniera contraria) appare in contrasto con i fondamentali principi della termodinamica. Che possa veramente trattarsi di ‘miracolous fluid’?”. Una conclusione ironica, quella del professor Cina, ma piuttosto dirimente.



Nel pomeriggio di martedì 15 gennaio abbiamo ricevuto una richiesta di replica a questo articolo da parte della Res On Network, che 'per correttezza' pubblichiamo a questo link

QUI il nuovo articolo completo: "Nuove ombre sul progetto dello stadio di Cuneo (e non solo): la Res On Network ci chiede rettifiche, ma..."

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