Non conta solo la riduzione dei reati espressa in numeri e statistiche, ma anche la percezione della sicurezza. Carmine Rocco Grassi lascia la questura di Cuneo dopo due anni e tre mesi con questo insegnamento: “I risultati li abbiamo conseguiti partendo da un’analisi quotidiana dell’attività su strada” spiega. È un metodo di lavoro collaudato per il dirigente di pubblica sicurezza foggiano, arrivato in piazzetta Usmiani dopo incarichi da vicario a Cremona e a Torino e, da ultimo, alla guida della Polizia di Frontiera lombarda. Ora è pronto a partire di nuovo, destinazione Parma: “Passo dalla 98esima alla 18esima provincia per numero di reati” scherza, consapevole però che non sono le classifiche a influenzare il giudizio dell’uomo della strada. “Non ci siamo mai accontentati, - premette - come dissi all’inizio: abbiamo affrontato il tema della percezione nonostante il calo continuo dell’indice di delittuosità”. Grassi rivendica il lavoro svolto in sinergia costante non solo con le altre forze dell’ordine ma con i comitati di quartiere, i comuni, gli operatori sociali e sanitari, per contenere anche ciò che reato non è, ma che richiede una risposta sul piano dell’ordine pubblico: “Sono quelle condotte che in determinati contesti creano molto allarme: i bivacchi, la presenza di ubriachi e persone moleste, la tossicodipendenza. Problemi che devono essere affrontati con l’ausilio delle politiche sociali, che qui funzionano molto bene”. Sanzioni ai locali? “Solo per chi non collabora” Il “pugno duro” sulla mala movida, per esempio, ha inciso sulla situazione di piazza Boves. Sono provvedimenti, spiega il questore, “assunti con molta consapevolezza dell’incidenza sulla sfera economica degli esercizi pubblici, che hanno consentito di intervenire su situazioni che altrimenti sarebbero sfuggite di mano”. In questi due anni le sospensioni di licenze sono state in totale quattordici, equamente divise tra capoluogo e provincia: oltre alla nota vicenda dello shisha bar Prestige, chiuso per ben tre volte, si segnala l’intervento sul Caffè Latino di Alba dopo l’accoltellamento di un giovane, lo scorso settembre. Non sono stati presi a cuor leggero, assicura Grassi, menzionando il fatto che non ci siano nemmeno stati ricorsi da parte dei gestori. Ma come ci si può cautelare in questi casi, si chiedono in molti? “Il presupposto da cui partiamo per la valutazione di un provvedimento così afflittivo è l’accertamento della collaborazione con l’esercente, cosa che abbiamo riscontrato non esserci stata in tutte le situazioni in cui sono stati adottati i provvedimenti”. Ovvero: chi chiama il 112 in caso di risse e clienti molesti si mette al riparo dalle sanzioni. “È ovvio che quando un soggetto comincia a dare problemi, a prescindere dall’accertamento dello stato di alterazione, essendo il locale pubblico c’è il dovere di avvisare” aggiunge il funzionario. Un nuovo posto di polizia al Pronto Soccorso Tra i luoghi a cui si è dedicata attenzione specifica c’è il Pronto Soccorso, dove nel 2024 sono stati rinnovati gli spazi del locale di polizia: “È fondamentale avere quell’avamposto, anzitutto perché è un riferimento per il personale sanitario. Siamo stati tra i primi a intervenire con gli strumenti che la legislazione prevede, sanzionando le condotte di disturbo e offensive, che non necessariamente sfociano in aggressioni”. La situazione del quadrilatero della stazione, a due passi dal Santa Croce, “è migliorata, ma va sempre tenuta sotto controllo”. Su corso Giolitti e dintorni ha inciso il mix di “controlli preventivi e attività repressive quando è stato necessario, con arresti non solo dei cosiddetti ‘cavallini’ dello spaccio ma anche di chi si procurava la ‘roba’ a Torino, intercettando diversi carichi”. Un tema comune del resto ad altre città della provincia, vedasi la recentissima operazione Lindor messa a segno a Bra, con cinque arresti e il sequestro di un ingente quantitativo di stupefacenti, compresa la cosiddetta droga della trap, il purple drank. Luci sul caporalato delle Langhe con Iron Rod Sul caporalato il fiore all’occhiello è l’operazione Iron Rod condotta nel luglio 2024 tra i filari delle Langhe: un’inchiesta che ha avuto un rilievo nazionale e ha acceso finalmente un faro sullo sfruttamento nel mondo del vino. Ringraziando entrambi i prefetti con cui ha lavorato, Fabrizia Triolo e Mariano Savastano, il capo della Questura menziona il fatto che “la Prefettura di Cuneo su questi aspetti è sempre stata proattiva, attraverso i tavoli a Cuneo e ad Alba, anche per preservare l’imprenditoria sana a fronte di singoli abusi”. Più espulsioni e controlli sull’immigrazione Tra gli interventi messi in atto dalla Questura si menziona il “grandissimo lavoro” legato all’immigrazione clandestina: “Abbiamo dovuto affrontare situazioni delicate di soggetti che erano diventati pericolosi anche a causa dello stato di alterazione cronico e assunto provvedimenti che hanno comportato l’espulsione per motivi di sicurezza. Ricordiamo anche i gravissimi fatti avvenuti a Borgo San Dalmazzo, dove dovemmo intervenire su un soggetto regolare con il rimpatrio”. Anche in quel caso, sottolinea Grassi, aveva pesato in positivo la collaborazione immediata con l’amministrazione comunale. Operazioni di rilievo insieme alla Gendarmerie francese e controlli ai valichi di frontiera hanno portato all’individuazione di diversi passeurs, perlopiù pakistani. A ciò si aggiungono i controlli effettuati a Levaldigi, dove è presente un volo “critico” verso Casablanca monitorato con maggiore attenzione. L’ammonimento, utile contro la violenza di genere Alla vigilia della giornata contro la violenza di genere, che vedrà la Polizia impegnata anche nella Granda, si segnala un cambio di passo positivo: “Sono cresciuti moltissimo gli ammonimenti: abbiamo riscontrato che hanno effettivamente un’efficacia molto significativa nell’evitare i rischi di recidiva. In alcuni casi non è stato necessario neanche arrivare all’ammonimento formale. Il discorso non vale nelle situazioni non recuperabili che purtroppo portano ai femminicidi o ad aggressioni molto violente: sui codici rossi abbiamo alzato moltissimo l’attenzione insieme alla Procura”. A ciò si aggiunge l’attività preventiva avviata con il protocollo Zeus, per il recupero degli uomini maltrattanti. L’allerta sul disagio sociale e le aggressioni agli agenti Se la sicurezza nel complesso migliora, a preoccupare è l’aumento del disagio sociale. “Stanno aumentando i soggetti che cadono in povertà” conferma il questore dal suo “osservatorio”: “Questa provincia, soprattutto nel periodo di raccolto della frutta, vede l’ingresso di 12mila stranieri che in molti casi vanno ad aggravare il carico. Abbiamo dovuto fare spesso incontri per intervenire in situazioni che potevano degenerare nell’accesso alle strutture pubbliche, come il dormitorio di via Bongiovanni, in alcuni periodi dell’anno”. Qualche miglioramento, infine, si coglie sul piano delle aggressioni al personale in divisa, denunciato solo pochi mesi fa dal questore come un aspetto da monitorare: “Fortunatamente si è un po’ stabilizzata la situazione, ma abbiamo registrato nel corso degli interventi un aumento di aggressività che in alcuni casi ha comportato prognosi di diversi giorni”. A loro, gli uomini e le donne dietro alle luci blu delle volanti, va il saluto conclusivo e più affettuoso: “Ringrazio il personale, i dirigenti dei vari uffici, i funzionari e tutti gli agenti. Sono assolutamente soddisfatto della loro dedizione e del livello di collaborazione, che ha ottenuto il massimo apprezzamento degli uffici giudiziari e degli altri organi”.