DEMONTE - "Il sindaco di Torino non può fregarsene del Tenda e del Maddalena: non sono problemi locali"

Sala consiliare gremita a Demonte per il convegno sui collegamenti alpini con la Francia organizzato dall'Uncem: "Il mondo va avanti, l’asse che si è creato tra Milano e Genova ci esclude"

Andrea Dalmasso 19/09/2023 09:27

Sala consiliare gremita ieri sera a Demonte, in occasione del convegno organizzato dall’Uncem “Passaggi a Nord Ovest”. Il tema, del resto, era di quelli sentiti: sul tavolo la situazione dei collegamenti alpini tra Italia e Francia. Un problema che chi abita in valle Stura tocca con mano ogni giorno, con l’annosa questione del traffico pesante e delle sue conseguenze, con la “telenovela” legata alla variante di Demonte che si trascina irrisolta da anni, ma anche con la chiusure invernali del colle della Maddalena. E non solo: “La chiusura del colle di Tenda ha anche comportato un aumento del traffico verso il colle della Lombarda, per quanto si tratti di un valico stagionale”, ha ricordato il sindaco di Demonte Adriano Bernardi introducendo l’incontro, che vedeva tra il pubblico diversi amministratori della valle e non solo.
 
Dopo di lui è intervenuto il sindaco di Moiola e presidente dell’Unione Montana Valle Stura Loris Emanuel: “Quella dei valichi è una questione delicata. Dalla tempesta Alex in poi, per arrivare ai recenti problemi di Frejus e Monte Bianco, si sono ridotti i collegamenti tra Italia e Francia. In più c’è un’autostrada per Savona che ha tempi di percorrenza lunghissimi: se questo può essere sopportabile per i turisti, è un problema enorme per chi lavora. In valle Stura i punti critici sono sette: l’eventuale realizzazione della variante di Demonte ne risolverebbe solo uno dei sette. La statale 21 dovrebbe essere ripensata nel suo insieme, per i flussi di traffico che ha oggi. E non possiamo pensare che avere un’azienda internazionale come la Sant’Anna e un valico come il colle della Maddalena debba essere vissuto come una problema. Servono però infrastrutture all’altezza”. 
 
Una questione politica
 
Poi il convegno è entrato nel vivo con la relazione di Roberto Colombero, presidente di Uncem Piemonte: “Ci aspettavamo una grande partecipazione, il tema è sentito e l’abbiamo visto nei precedenti incontri che abbiamo organizzato. La questione è politica. Post frana a Maurienne abbiamo sentito parlare di emergenza, così come dopo la notizia dei lavori al Monte Bianco. Serve mettere i puntini sulle i: nel 2014 con il presidente Lido Riba organizzammo un incontro a Cuneo, chiamato ‘Passaggi a Sud Ovest’. Già allora, nove anni fa, parlavamo dei nodi che stanno venendo al pettine oggi. Il tema non può essere considerato un’emergenza, sapevamo bene che i problemi di cui parliamo oggi sarebbero emersi”.
 
Per Colombero il Piemonte è - senza giri di parole - a rischio isolamento: “Il Piemonte rischia di vedersi chiusi tutti i collegamenti internazionali. Non vogliamo fare processi né individuare responsabili, vogliamo mettere sul tavolo il tema e stimolare una riflessione. Che ruolo hanno i nostri territorio in un ambito di trasporti a livello europeo? Che ruolo hanno le nostre comunità? La questione è di sistema, basta una difficoltà di uno degli elementi per causare difficoltà a tutti. Tutti i singoli punti vanno inseriti in una riflessione complessiva. Il tema è capire dove realmente vogliamo andare, che ruolo hanno le nostre comunità”. 
 
Il presidente regionale dell’Unione dei Comuni Montani allarga l’orizzonte: “Il mondo va avanti, l’asse che si è creato tra Milano e Genova ci esclude. Il nostro territorio sta già pagando troppo questa esclusione, e questo non riguarda solo la valle Stura, ma anche Torino: il sindaco di Torino non può fregarsene del colle di Tenda e del colle della Maddalena. È tutto il fronte occidentale, chiamiamolo così, che non può essere silente su certi temi”.
 
Per stimolare un dibattito su questo tema, in occasione di questa serie di incontri Uncem ha redatto un dossier che contiene cinque domande e cinque proposte “per uscire dall’isolamento e generare Alpi-cerniera”: si va dal ruolo del Piemonte sullo scenario internazionale a riflessioni sulla “transizione” gomma-ferro, passando per l’importanza del colle di Tenda e del colle della Maddalena, per il rilancio del ruolo egemonico di Torino, per le premialità da riconoscere ai territori attraversati dalle autostrade e per il rilancio delle ferrovie dismesse (per consultare il dossier cliccare QUI).
 
Se nove anni fa Lido aveva sollevato degli interrogativi che sono rimasti senza risposta, mi dispiacerebbe se chi sarà presidente Uncem tra altri nove anni dovesse ripetere le stesse cose”, ha detto Colombero chiudendo il suo intervento. 
 
Territori uniti
 
A seguire l’intervento del presidente nazionale Uncem, Marco Bussone: “Diciamo cose già sentite? Sì. Siamo arrabbiati? Sì. C’è una strategia che si vede all’orizzonte? No. Vogliamo alzare le asticelle? Sì. Abbiamo ribadito le nostre richieste al Ministro Pichetto e al Ministro Calderoli dieci giorni fa, anche un po’ ‘svegliandoli’, se così si può dire. Non imponiamo agende, ma poniamo dei temi: dobbiamo alzare le asticelle. Un altro tema è quello di chi sta invadendo dei campo, come le Sovrintendenze: se continuano a 'rompere le scatole’, continueremo ad attaccarle".
 
Anche Bussone chiama in causa il capoluogo regionale: “Anche il sindaco di Torino deve essere su questi temi. Gliene frega qualcosa? Non è una questione di colore politico, ma bisogna avere ben chiaro che il problema del traffico sul colle della Maddalena e quello del colle di Tenda chiuso non riguardano solo le valli Stura e Vermenagna. C’è bisogno di un protagonismo nuovo delle aree urbane”. 
 
Bussone invita poi a mettere da parte i campanilismi: “Ci deve essere la consapevolezza di non dividersi, con la Francia ci deve essere cooperazione. Analogamente tra Comuni e valli, non ci deve essere campanilismo. Troppe volte ci siamo fatti fregare, pensando a fare la guerra tra di noi per quale Comune vinceva più bandi e otteneva più finanziamenti”.
 
A prendere la parola è stata poi la sindaca di Argentera e deputata di Fratelli d’Italia Monica Ciaburro: “Sono grata per questo incontro. Quando c’è dialogo e c’è confronto può solo essere una bella cosa. E di divisioni, purtroppo, ce ne sono ancora. Quando si è amministratori bisogna ragionare guardando il quadro generale, e credo che questo negli ultimi anni sia mancato, e non ne voglio fare una questione di colore: lo dico sia da parlamentare che da sindaca”. 
 
La deputata ha poi rilanciato una della grandi incompiute della Granda, da decenni cavallo di battaglia della destra cuneese: “La soluzione che sarebbe valida oggi è quella del Mercantour-Ciriegia. Oggi andrebbe a collegare ad altezza Vinadio con la Francia, andando direttamente a Nizza. Sarebbe importantissimo anche a livello turistico, con un grande aeroporto come quello di Nizza”. 
 
Una proposta, quella dell’onorevole Ciaburro, che ha dato il via ad un vivo dibattito, in cui sono intervenuti tra gli altri il presidente dell’ACI di Cuneo Franco Revelli, ex assessore provinciale e storico sostenitore del progetto, il sindaco di Gaiola Paolo Bottero, membri del comitato Sì Davs e nuovamente Loris Emanuel. 
 
Interventi dalle opinioni diverse, con un comune denominatore: l’importanza di affrontare uniti i temi legati ai collegamenti transfrontalieri. “La circonvallazione della valle Stura interessa a Canosio. Bisogna iniziare a metterla così. Questa non è una questione locale”, ha chiuso Colombero, citando il suo Comune di origine in alta valle Maira.
 

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