La Nazionale italiana di Spagna ‘82 era reduce dalla parabola discendente di Messico ’86, le “notti magiche” di là da venire. Al governo c’era Ciriaco De Mita, al Quirinale Francesco Cossiga. Al cinema, pochi anni prima, aveva avuto un successo strepitoso un film il cui titolo si attaglia bene a questa come a innumerevoli altre storie di infrastrutture nella Granda: La storia infinita. La ripercorriamo prendendo spunto dalla dettagliata cronologia che ne aveva tracciato Paolo Chiarenza, politico di lungo corso che da consigliere provinciale seguì molti sviluppi della vicenda. Fine anni Ottanta, l’idea di un raddoppio del valico storico del colle di Tenda, inaugurato nel 1882, incomincia a circolare allora. A Cuneo se ne parla per la prima volta, con un ordine del giorno della Camera di Commercio, dopo che nel marzo 1989 una grossa frana costringe il traforo alla chiusura per 50 giorni: è allora che la galleria, dal doppio senso di marcia, passa a senso unico alternato per motivi di sicurezza. Già nel settembre precedente, in Francia, il consiglio generale del Dipartimento Alpi Marittime aveva approntato un progetto per la costruzione di un secondo valico, a quota più bassa rispetto al Tenda storico: costo stimato, 300 miliardi di lire dell’epoca. Da parte italiana la Provincia di Cuneo, in accordo con l’Anas, pensa invece a un traforo moderno affiancato a quello già esistente. Dal primo progetto all’avvio dei lavori Nel 1994 la giunta provinciale delibera il completamento del progetto e lo trasmette all’Anas e alla Francia per l’esecuzione tecnica. La galleria è di 3,385 chilometri, il costo previsto ammonta a 198 miliardi e 760 milioni. Tra rimpalli burocratici e tavoli tecnici si arriva all’anno 2000, quando il piano provinciale dei trasporti recepisce alcune modifiche a seguito di un’indagine idrogeologica. Il progetto, perfezionato dall’Anas, ora prevede un tunnel quasi parallelo, a doppio senso di marcia, lungo 3,4 chilometri e dal costo di 294 miliardi di lire, da stanziare a metà fra Italia e Francia. Nel 2001 i due governi approvano la realizzazione in via prioritaria del nuovo valico di Tenda, dando mandato all’Anas e alla Dirèction des Routes di preparare il progetto preliminare dell’opera. La speranza è aprire in tempo per le Olimpiadi di Torino 2006: con la legge Obiettivo del 2001 arriva così il primo stanziamento. Solo nel 2005, però, la commissione intergovernativa Italia-Francia approva la costruzione di una nuova galleria, la cui ultimazione è prevista ora nel 2011: costo 168 milioni, avvio dei lavori entro il 2007. Il progetto definitivo viene approvato dalla conferenza intergovernativa a Parigi, nel 2006. Nel frattempo però i costi sono lievitati. A febbraio 2009 l’Anas recepisce il progetto definitivo, si pubblica il bando di gara europeo per l’assegnazione dei lavori: apertura dei cantieri prevista entro il 2011, fine lavori nel 2017. Il progetto esecutivo invece arriva a ottobre 2012, per la costruzione di due gallerie a senso unico di marcia per circa 3,3 km di lunghezza. Per il traffico verso la Francia sarà realizzato un nuovo tunnel, mentre in direzione Italia è previsto l’allargamento e l’ammodernamento di quello in funzione. Nel frattempo, ad aprile, si è aggiudicata la gara la società Grandi Lavori Fincosit, uno dei principali colossi italiani del settore costruzioni, attivo fra l’altro nella realizzazione del Mose. Il cantiere di Limonetto apre il 21 settembre 2013, ma i lavori procedono da subito a rilento. Nel 2014 l’allora presidente di Anas Pietro Ciucci, in risposta a un’interpellanza parlamentare, indica che lo scavo del nuovo tunnel inizierà a gennaio 2015. L’ultimazione dei lavori ora è prevista a febbraio 2020. In realtà le interruzioni si susseguono anche nell’anno 2016, per crolli in galleria e timori legati alla possibile compromissione della falda acquifera circostante che alimenta l’Acquedotto delle Langhe. Di male in peggio: il sequestro e la tempesta Alex La prima tempesta, quella giudiziaria, si abbatte il 24 maggio 2017. La Guardia di Finanza sequestra il cantiere su ordine della Procura di Cuneo, dando seguito a 9 misure cautelari. Furto aggravato, frode in pubbliche forniture e detenzione illecita di materiale esplodente sono le accuse ipotizzate nei confronti di 17 indagati: tra loro il direttore tecnico Antonino Froncillo, due capocantiere e due operai che verranno condannati in primo grado per la sottrazione di oltre 200 tonnellate di ferro, fatte uscire dal cantiere e rivendute come “rottami”. Gli accusati sono stati in seguito prosciolti in appello per mancanza di querela, con sentenza annullata dalla Cassazione lo scorso gennaio: si attende ora un nuovo appello. Nessuna speranza, invece, per quello che fu il troncone principale dell’inchiesta, relativo alle frodi. Trasferito a Torino e prossimo a prescriversi. Mentre procedono le indagini, sul fronte dei lavori non si muove nulla fino a quando, nel maggio 2019, Anas affida la consegna del cantiere del Tenda bis al consorzio Edilmaco, secondo classificato nella gara d’appalto del 2013. Alla nuova società si richiede di concludere il raddoppio entro 4 anni e 9 mesi. Emerge però che i lavori effettuati in precedenza non sono stati realizzati a regola d’arte e che la direzione ha taciuto rotture, anomalie e deformazioni di cui era a conoscenza. Nel febbraio 2020 viene siglato fra l’Anas e l’impresa Edilmaco l’accordo per la ripresa dei lavori, dopo ben 31 mesi. Ma non è finita: ci si mette di mezzo la tempesta Alex, il 2 ottobre 2020, con una disastrosa alluvione che provoca il crollo del vecchio Tenda. La ripresa dei lavori e i continui rinvii dell’apertura A fronte delle modifiche morfologiche sul lato francese, Anas predispone delle varianti e nomina un commissario straordinario. Il cantiere del Tenda bis può ripartire solo a giugno 2021, ma si stima che serviranno altri 76 milioni, in aggiunta ai 102 assegnati all’atto di subentro alla Fincosit. I tempi di realizzazione sono confermati: nuovo tunnel a fine anno 2023, rifacimento della vecchia galleria entro fine 2025. Ancora a maggio 2023 una nota dell’Anas conferma l’apertura “nella tipologia di cantiere” entro fine ottobre dello stesso anno. Termine che non verrà rispettato: a dicembre, infatti, il commissario Nicola Prisco sposta l’asticella a giugno 2024 e assicura che gli scavi continueranno anche a Natale e a Capodanno. Ciononostante, già in primavera appare evidente la necessità di un nuovo rinvio. Scoppia anche una polemica: la Regione chiede ad Anas di “rifiutare con durezza qualsiasi altro cronoprogramma” e imporre penali a Edilmaco in caso di sforamenti, i costruttori parlano di “accuse infondate e diffamatorie” e denunciano la “mancanza di un progetto esecutivo approvato”. “L’obiettivo resta aprire entro l’inverno” dicono i vertici Anas in un convegno a Fossano, alla presenza del ministro Salvini. Nulla di fatto neanche a dicembre: “Anas era pronta ad aprire in modalità cantiere il 30 dicembre, la Francia ha detto no” dicono il commissario e l’ad dell’ente strade Aldo Isi dopo la conferenza intergovernativa. La smentita arriva dall’ambasciatore francese Martin Briens: “La decisione è stata congiunta” osserva il diplomatico, lamentando che “l’Anas non ha fornito un cronoprogramma dettagliato fino alla riapertura definitiva”. Le polemiche della vigilia sono quelle legate alle modalità di transito, con o senza fasce orarie: una questione che è stata chiarita solo agli sgoccioli dell’inaugurazione. Cuneo e la Francia hanno di nuovo un collegamento sul colle di Tenda, dopo cinque anni di interruzione e dodici di lavori. Ma si ritorna al punto di partenza: con un senso unico alternato in galleria e un semaforo a regolare il traffico. Gli ultimi lavori in valle Roja non termineranno prima della fine dell’anno, più probabilmente nella primavera del 2026. C’è in sospeso anche la riapertura della vecchia canna, il cui adeguamento sarebbe dovuto essere ultimato nel 2020: adesso il sindaco di Limone avanza l’ipotesi di sacrificarlo sull’altare del doppio senso di marcia, mentre l’Anas, per voce del suo amministratore delegato, fa sapere che “ridurre i quattro tornanti sul versante francese a due è un obiettivo, come riprendere con forza la canna storica”. La storia infinita continua.