CUNEO - “Il trasferimento dell’ospedale è una bomba sui quartieri dell’altipiano”

Gli Indipendenti annunciano un presidio di protesta per la situazione dell’ex Policlinico: “Il degrado nel quadrilatero? Non si è spostato, ma allargato”

Andrea Cascioli 04/02/2024 08:50

Si parla ancora dell’ospedale unico di Cuneo, alla vigilia della convocazione della conferenza di servizi. Presto i documenti riservati saranno sui tavoli delle amministrazioni, compresa quella comunale. Anche gli Indipendenti sono pronti a studiare il “malloppo” che la dirigenza dell’Aso metterà a disposizione.
 
Nel frattempo il gruppo ha tenuto un’assemblea, venerdì pomeriggio, per interrogarsi sulle conseguenze che lo spostamento del Santa Croce potrà avere sui quartieri dell’altipiano, in particolare il centro e Cuneo Nuova: “Togliere l’ospedale da questi due quartieri equivale a buttare una bomba e a colpire tutto l’altipiano, distruggendo il tessuto commerciale, artigianale, alberghiero e della ristorazione” sostiene il capogruppo Giancarlo Boselli. “Non c’è certezza che questo progetto vada in porto” assicura: “La presenza o meno dell’ospedale - aggiunge - dà una prospettiva di recupero e di rilancio di questi quartieri”.
 
“L’edilizia sanitaria ha forte impatto mediatico, ma i muri non producono salute” obietta Luciana Cagna, medico anestesista dell’ospedale Santa Croce: “Quando si parla di risorse umane, di medici e infermieri, si glissa: posare le pietre e tagliare i nastri fa più audience. Nei prossimi anni non ci saranno soldi per tutto, perché non viviamo nel paese dei balocchi. Anziché costruire tante ‘cattedrali’ che non sapremo come riempire si dovrebbero cercare altre soluzioni”. Alla questione sanitaria Boselli lega il tema del degrado nel cosiddetto “quadrilatero” della stazione: “La nostra prima azione sarà sull’ex Policlinico, con volantinaggi in tutto il quartiere: è una vicenda che va avanti da quarant’anni. Occorre uno sforzo da una parte e dall’altra per arrivare a un accordo, perché questa situazione non è più accettabile: a dicembre in consiglio ci hanno detto che la situazione era risolta, ma ho fatto l’accesso agli atti e ho constatato che non è vero per niente”.
 
Ma sono molteplici, osserva l’ex candidato sindaco, gli interventi di recupero di cui il quartiere avrebbe bisogno: “Nello stadio il degrado sta diventando anche esteriore. Piazza Martiri è un ammasso di macchine da trent’anni, noi avevamo proposto un parcheggio di pertinenza. Il Comune invece ha fatto uno stanziamento per lo sferisterio, ma non ha nessun senso che stia lì”. Una parte dei 6,5 milioni stanziati per la nuova piazza Europa, secondo Boselli, potrebbero essere impiegati anche per recuperare il teatro ex GIL “che potrebbe essere messo a servizio dell’intero quartiere”. Negli ex Bagni Pubblici, invece, gli Indipendenti immaginano una futura casa del quartiere. A nome dei residenti parla Marco Verra: “I miglioramenti li ha visti solo qualcuno: noi abitanti della zona, purtroppo, constatiamo di persona il degrado esistente, causato principalmente da ragazzi che non hanno lavoro né speranze di trovarlo, sfruttati da chi vende loro birra e alcolici nei negozi di prossimità. Alcuni vengono irretiti dallo spaccio”.
 
“Non c’è stato uno spostamento del degrado, è stato un allargamento” afferma il consigliere comunale Paolo Armellini: “Perché adesso cominciamo a parlare di corso Monviso, di parco Parri, di piazza Boves, dei giardini Fresia e anche della zona circostante il monumento alla Resistenza. La microcriminalità sta diventando criminalità vera e propria, con lo spaccio di sostanze sempre più pesanti fino al crack”. Non è accettabile, dice, “una cosa che abbiamo sentito dire anche nei corridoi del palazzo civico: ‘Vi dovete abituare’. Noi non ci dobbiamo abituare a certe situazioni”. Le soluzioni? Estendere sull’intera giornata - compresa la notte - l’attività della Polizia Municipale e assicurare la presenza costante delle forze dell’ordine e di operatori di strada “formati e qualificati”. Serve un aiuto ai piccoli negozi, aggiunge Armellini, ma anche attenzione alle regole, a cominciare dal rispetto degli orari di apertura e chiusura: “Come è possibile garantire l’igiene se non si chiude mai, soprattutto nei negozi alimentari?”.

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