CUNEO - "Il valore generato da un soggiorno in albergo è ben diverso dall’alloggio in un appartamento in affitto"

Giorgio Chiesa, presidente dell'Associazione Albergatori della provincia di Cuneo, commenta alcuni dati emersi dall'assemblea Federalberghi di Bergamo e Brescia

Giorgio Chiesa

Redazione 12/05/2023 15:07

In provincia di Cuneo esistono 1.462 strutture ricettive ufficiali. Le camere alberghiere sono 5.839. Le 2.952 unità locali delle imprese attive nel settore ricettivo e della ristorazione danno lavoro a 12.269 addetti. Considerando queste e altre informazioni, si può stimare che il valore aggiunto turistico per il territorio sia pari a 426.934.096 milioni di euro. I dati sono estratti dal rapporto “Alberghi e affitti brevi”, presentato in occasione dell'assemblea Federalberghi, che si svolge in questi giorni a Bergamo e Brescia. "Dallo studio, emerge con chiarezza come il valore generato da un soggiorno in albergo è ben diverso dall’alloggio in un appartamento in affitto", si legge in un comunicato stampa diffuso oggi da Confcommercio Cuneo: "Basti pensare, infatti, per fare solo un esempio, al personale impiegato nelle due diverse formule di ospitalità: in albergo non ci si limita a fornire le chiavi all’arrivo e a pulire la stanza al termine del soggiorno, ma si forniscono innumerevoli ulteriori servizi grazie a personale altamente qualificato. Più in generale, il contributo di un albergo all’economia locale non sta semplicemente nei suoi fatturati, nella sua economia in senso stretto, ma negli effetti espansivi che è in grado di diffondere sugli altri settori".
 
“Soggiornare in albergo - commenta il comm. Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo, aderente a Confcommercio - vuol dire affidare la propria permanenza fuori casa ad una struttura organizzativa strutturata ed a ciò dedicata, a personale qualificato ed in continuo aggiornamento, per rendere l’esperienza indimenticabile: non si tratta di proposte improvvisate. Occorre normare il fenomeno; per farlo occorre in primis rivedere le norme legate agli affitti classici a maggior tutela della proprietà. Sono troppi i proprietari di casa terrorizzati di trovarsi in casa inquilini insolventi eccessivamente protetti. Da qui il passo di affidarsi al mondo degli affitti brevi, che conferisce al proprietario sicurezza e persino maggiore introito è breve”.
 
Il testo integrale dello studio “Alberghi e affitti brevi - modelli di sviluppo locale a confronto”, realizzato da Sociometrica in collaborazione con il CFMT (Centro di Formazione Management del Terziario), è disponibile sul sito www.federalberghi.it).

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