CUNEO - Imprese manufatturiere a rischio sopravvivenza per il Covid-19? Nella Granda non sono neanche l'1%

L'indagine di Confindustria Cuneo ha certificato che il 'rimbalzo' post serrata generale c'è stato. Gola: ''Nella nostra provincia il DNA imprenditoriale è forte''

s.m. 08/10/2020 13:15

L’atteso ‘rimbalzo’ post serrata generale c’è stato: gli indicatori economici della Granda hanno invertito la tendenza. Il presidente e il direttore di Confindustria Cuneo, Mauro Gola e Giuliana Cirio, affiancati da Elena Angaramo, responsabile dell’Ufficio studi dell’associazione, hanno presentato gli esiti dell’indagine di previsione per il quarto trimestre del 2020 in provincia Granda. “Oggi che arrivi da profonde trasformazioni tecnologiche o da una pandemia, le aziende hanno dimostrato capacità di adattarsi - ha detto con soddisfazione Gola -. Nella nostra provincia il DNA imprenditoriale è forte". 
 
Il quadro delineato dall’indagine congiunturale, a cui hanno risposto oltre trecento imprese associate, è in linea con le attese emerse in analoghi sondaggi a livello nazionale e regionale: rispetto al crollo della fiducia registrato a giugno, pur a fronte di numeri che restano negativi se rapportati all’anno scorso, si registra la risalita, in alcuni casi molto significativa degli indici.
 
Per quanto riguarda la Granda, rispetto a tre mesi fa tutti gli indicatori di previsione e a consuntivo recuperano in modo deciso, evidenziando ancora una volta la capacità di reazione del tessuto industriale cuneese. 
 
Nel manifatturiero (220 aziende interepellate) scende al 27,6% la quota di imprese che ritengono di andare incontro alla riduzione della produzione, contro l’11,5% che ne indica l’aumento. Il saldo è negativo (-16,1%), però recupera quasi 12 punti. Lo stesso vale per gli ordini, sia interni sia export: nonostante i saldi permangano negativi: risalgono di oltre 18 punti le previsioni sugli ordinativi totali (saldo -17,1%) e di 14 punti quelle sull’export (-19,6%). 
 
Cala di 20 punti la percentuale di aziende che segnalano ritardi negli incassi, mentre scendono di qualche giorno i tempi medi di pagamento sia a livello generale sia in caso di rapporti con la PA. Cede oltre 14 punti, infine, la quota di aziende interessata dal ricorso alla Cassa Integrazione (28,6%). 
 
L’indagine ha anche approfondito gli impatti diretti del Covid sulle aziende. Nel manifatturiero solo lo 0,9% degli intervistati ha dichiarato di aver subìto un danno economico così grave da mettere a forte rischio la sopravvivenza stessa dell’impresa. Per oltre la metà l’impatto è stato forte, con conseguenti perdite significative, ma recuperabili. La maggior parte delle imprese manifatturiere della Granda (43,6%) stima un recupero dei livelli di fatturato pre-crisi entro il 2021. 
Anche i servizi (coinvolte 90 aziende associate), che negli ultimi due trimestri sono stati investiti in pieno dagli effetti del lockdown, mostrano una forte risalita nelle aspettative di fine anno. Il saldo sui livelli di attività torna positivo, mentre tutti gli altri indici di previsione, pur restando negativi, mostrano recuperi importanti. 
 
Gli impatti diretti del Covid sulle aziende del comparto sono stati meno invasivi rispetto a quanto dichiarato dalle manifatturiere. La metà del campione, infatti, ritiene di aver avuto un limitato impatto economico sull’attività aziendale che proseguirà senza significative preoccupazioni. Nel 34,1% dei casi il fatturato è rimasto sostanzialmente stabile, con il 18,8% delle imprese che ritiene di poter tornare ai livelli di fatturato pre-crisi già entro il 2020.
 

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