Riceviamo e pubblichiamo. Da ieri in Regione Piemonte è attivo il nuovo orario ferroviario regionale: ancora una volta, rappresenta una delusione per il territorio cuneese. Dopo anni di richieste e impegni formali assunti dalla Regione, mi trovo a constatare che sulla linea Cuneo–Torino non solo non si registrano miglioramenti, ma non si è nemmeno tornati ai livelli di servizio pre-Covid. Nel nuovo orario restano infatti escluse le corse mattutina e serale – il treno delle 4.19 da Cuneo e quello delle 23.35 da Torino – soppresse durante l’emergenza sanitaria e mai più riattivate. È un segnale molto chiaro: l’emergenza è finita da tempo, ma le penalizzazioni per pendolari, lavoratrici e lavoratori turnisti, studenti e cittadine e cittadini continuano. Su questo tema sono intervenuta più volte nel corso della legislatura. Alla mia prima interpellanza, l’assessore Gabusi rispose che il ripristino delle due corse era inserito in uno studio di fattibilità tecnico-economica, che stimava un costo di circa 945 mila euro annui. Successivamente, insieme al consigliere Claudio Sacchetto, ho cofirmato un emendamento approvato all’unanimità dal Consiglio regionale, con parere favorevole della Giunta, che impegnava formalmente la Regione a procedere al ripristino dei collegamenti. Eppure, con l’entrata in vigore del nuovo orario, nulla è cambiato. Le corse restano cancellate, non ci sono indicazioni sui tempi futuri e la linea Torino–Cuneo continua a essere segnata da ritardi, soppressioni e da un’offerta oraria che rende il treno poco competitivo rispetto all’auto privata. È una situazione che va in totale antitesi con le dichiarazioni sulla transizione ecologica e con le speranze che la pandemia potesse insegnarci qualcosa su come rendere i nostri modelli di mobilità più sostenibili, equi e orientati al trasporto pubblico. Nei fatti, invece, ci trasciniamo dietro tagli e “vuoti” nati nel 2020 come se fossero diventati normalità (ricordiamo anche i tagli sulla linea Limone-Fossano, soprattutto il sabato e la domenica) Lo confermano anche analisi indipendenti come quelle dell’Osservatorio Ferrovia del Tenda (report del 14/12/2025): per quanto riguarda i servizi italiani, si rileva ancora il mancato ripristino di numerose corse cancellate in epoca Covid e una struttura dell’offerta poco regolare, che crea buchi orari e mancate coincidenze. È esattamente il contrario di ciò che serve se davvero si vuole spostare mobilità dall’auto al trasporto pubblico. Colpisce poi una contraddizione evidente: quando si tratta di grandi opere come l’Asti–Cuneo o del Tenda, i soldi si trovano sempre, anche sapendo che l’apertura avverrà comunque con disagi. Sul trasporto ferroviario quotidiano, invece, continua a mancare una programmazione seria e di lungo periodo. È proprio questo che chiedo alla Regione: una programmazione chiara, con date e impegni verificabili. Dire, ad esempio, che da giugno 2026 entreranno in servizio questi treni e che da dicembre ne verranno aggiunti altri. Non annunci generici, ma scadenze precise. Ricordo infine che ogni anno, puntualmente a luglio, aumentano i prezzi dei biglietti, mentre l’offerta resta invariata o peggiora. Anche questo è un messaggio molto chiaro per chi il treno dovrebbe usarlo ogni giorno. La mia non è una richiesta di una singola consigliera, ma chiedo che vengano rispettati impegni già presi e atti già approvati dal Consiglio regionale. Continuerò a vigilare affinché nel prossimo bilancio regionale venga finalmente inserita la copertura necessaria, per garantire anche al territorio cuneese un servizio ferroviario dignitoso, continuo e coerente con le esigenze di chi il treno lo usa davvero. Giulia Marro Consigliera regionale Alleanza Verdi e Sinistra