CUNEO - In provincia di Cuneo 337 donne hanno chiesto aiuto al Centro Anti Violenza nel 2021

Adonella Fiorito, presidente dell'associazione "Mai+Sole": "La situazione è drammatica anche nel Cuneese. Abbiamo chiamate quasi tutti i giorni"

Micol Maccario 25/11/2022 09:08

Sono 91 le donne uccise in Italia dall’inizio di gennaio al 30 ottobre 2022. Di queste 79 in ambito familiare o affettivo, 46 sono morte per mano del partner o ex partner. Questi sono i numeri forniti dal Servizio Analisi Criminale che periodicamente redige questo report. Secondo i dati Istat il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, che corrisponde a 6 milioni e 788 mila persone, ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza sessuale o fisica: "Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex". In Piemonte da inizio gennaio al 14 giugno 2022 sono stati commessi 7 omicidi, 5 vittime erano donne.
 
Le vittime di violenza nel Cuneese
 
Il Centro Anti Violenza 10/A, situato in Via Rocca de’ Baldi 7 a Cuneo, svolge la sua attività dal 2017 e si prefigura come punto di accoglienza e ascolto a sostegno delle donne. Ogni anno consegna un report che contiene anche i dati numerici. In relazione all’anno 2021 sono state raccolte le "richieste di informazione e consulenza da parte di 337 donne; 186 donne hanno avviato percorsi di uscita dalla violenza e altre 86 hanno proseguito il percorso dall’anno precedente".
 
"La situazione è drammatica ovunque, anche nella zona del Cuneese. Abbiamo chiamate quasi tutti i giorni", ci spiega Adonella Fiorito, la presidente dell’associazione Mai+Sole di Savigliano. Mai+Sole è nata nel 2007 grazie all’iniziativa di alcune volontarie, con il sostegno di personale specializzato: "In particolare, c’è tanta violenza psicologica, che è poco riconosciuta, e quando viene individuata è quasi tardi". La violenza è sfaccettata. Non esiste un unico tipo di violenza. La più nota è quella fisica, ma a questa si aggiungono quella sessuale, psicologica, economica. Secondo i dati Istat più recenti, relativi al 2014, il 26,4% delle vittime di violenza hanno subito violenza economica o psicologica dal partner attuale, il 46,1% da un ex compagno.
 
"Da noi arrivano tante vittime di violenza psicologica, ma abbiamo a che fare con qualsiasi tipo di violenza, anche perché sono tutte strettamente collegate. Talvolta può non esserci la fisica, quella psicologica però c’è sempre e, a volte, quella sessuale", racconta Paola Lingua, di Telefono Donna Cuneo, sportello di supporto alla violenza contro le donne. Anche lo stalking rientra tra le violenze. Istat stima che il 21,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni "abbia subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner nell’arco della propria vita". Le violenze psicologiche più gravi, come la reclusione in casa o la presenza di atti persecutori, hanno riguardato 200mila donne, per 50mila invece i figli sono stati oggetto di minaccia e ritorsione.
 
Da Telefono Donna le volontarie e i volontari lavorano in particolare con donne che chiedono aiuto per la prima volta; quindi "sono ancora molto lontane dalla presa di consapevolezza. È un percorso lungo e noi rispettiamo i loro tempi - aggiunge - ma, in generale, la rete a Cuneo funziona bene". Al centro di tutto si trova il principio di autodeterminazione, di una nuova ricerca della propria libertà, anche per questo alla donna non viene imposto alcun percorso. Si valuta insieme, "noi rispettiamo i loro tempi e le loro volontà, se vogliono possono anche mantenere l’anonimato. Solo quando i tempi sono maturi si decide come agire. Se vuole dopo un primo colloquio si inizia un percorso per capire con lei quali sono i bisogni, che cosa si può mettere in atto, se rivolgersi ai servizi sociali, al consultorio, alle forze dell’ordine", spiega Paola Lingua.
 
Contrastare la violenza
 
Il 25 novembre è la giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa data è stata scelta dalle Nazioni Unite in ricordo delle sorelle Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa Mirabal. Erano attiviste che, alla fine degli anni Cinquanta, avevano protestato contro la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo Molina nell’attuale Repubblica Dominicana. Il 25 novembre, mentre andavano a fare visita ai mariti - che erano prigionieri politici - furono arrestate, torturate e uccise.
 
A cadenza annuale questa data ci ricorda che i femminicidi e i soprusi nei confronti del genere femminile sono ancora una costante. Qualcosa però si può - o meglio, si deve - fare.
 
"C’è tanta violenza, ma è fondamentale sapere che si può sia prevenirla che uscirne. Per la vittima l’importante è fare il passo di chiedere aiuto e poi, poco alla volta, andare avanti", dice Adonella Fiorito. Le volontarie ricordano che il numero Anti Violenza e Stalking sempre attivo per chiedere aiuto è il 1522. Le associazioni del territorio sottolineano l’importanza dei lavori di prevenzione e sensibilizzazione sia a scuola che, ad esempio, con spettacoli teatrali.
 
"Abbiamo presentato da poco il nostro libro “Sguardi”, in cui abbiamo deciso di vedere le situazioni anche con gli occhi delle donne che ce l’hanno fatta", spiega la presidente di Mai+Sole. Il libro è strutturato come una raccolta fotografica di ritratti di donne che hanno chiesto aiuto all’associazione, oltre a sguardi di volontarie, professioniste, sostenitrici che hanno avuto un ruolo in questi anni. Sono tutti sguardi anonimi, "il libro non ha nomi, ruoli, questo perché la vita da un momento all’altro si può rivoltare, può cambiare. Quindi perché identificarci? Siamo tutte donne. Siamo tutte persone". 
 
Questo libro ci ricorda che uscire dalla violenza è possibile. Ci ricorda che nessuna è sola.
 

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