CUNEO - "Indifferenza e abbandono verso una famiglia in difficoltà": la testimonianza (e l'appello) di un lettore

Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di un cuneese dopo un incontro casuale durante i giorni della Fiera del Marrone

Redazione 24/10/2025 14:07

Riceviamo e pubblichiamo. La scorsa domenica, in occasione della Fiera del Marrone, ho avuto modo di vedere da vicino lo stato di abbandono e indifferenza che, troppo sovente, avvolge uomini e donne (spesso con radici e famiglie molto distanti dalla nostra città). Vengo ai fatti. Pomeriggio di domenica 19, profumo di mundai nell’aria, sulla piazza persone in fila, in attesa del ghiotto involucro. Lì nei pressi una famigliola, genitori sui 30 anni, una bimba piccola, sandali ai piedi (in una giornata frescolina) mamma e bimba chine a terra nel cercare tra le “bucce” delle castagne un pezzettino di polpa sfuggito ai degustanti. Intorno: totale indifferenza o, peggio ancora, risatine. “Mamma, me le compri?”, la bimba chiede. La mamma sorride, senza poterle dire di sì. Sulle spalle del marito due zaini: uno (trasparente) pieno di piatti e bicchieri di plastica, acqua e buste d’insalata. Dell’altro zaino non si scorge il contenuto, ma è di certo quello che più pesa, sulle spalle dell’uomo. Porta un carico di tristezza, delusione ed amarezza. Gli occhi lucidi nell’incrociare lo sguardo della piccola. La mamma: “Andiamo via, non possimo comprare le castagne, lo faremo un’altra volta”. È stato un attimo: ho dato il mio sacchetto di mundai alla bimba, mia moglie ha fatto lo stesso con i genitori. Il loro sorriso, ricavato da quel gesto, è stato certamente più gustoso di tutti i sacchettini della piazza. Abbiamo scambiato due parole con quella famigliola, d’improvviso sorridente e felice, forse addirittura più raggiante di tanti visitatori che ci sfilavano al fianco. In quel breve incontro hanno detto di non avere una casa, di aver trascorso qualche notte in un garage e di voler presto spostarsi in Liguria, in cerca di un clima più mite per le loro notti all’addiaccio. Chiudo questa mia per fare una semplice domanda: esistono strutture per far fronte a situazioni come queste? So che ci sono enti che dispensano pasti caldi e un letto per la notte. Il problema è che, la maggior parte di noi, non saprebbe indicare un indirizzo. Potrebbero i lettori del Suo giornale indicare un elenco di strutture e/o di centri (so che ci sono) dove privati cittadini mettono a disposizione, magari anche solo per un paio di notti, un loro immobile? Magari piccoli monolocali usati per le vacanze (e quindi in questo periodo vuoti) naturalmente senza alcun compenso da richiedere a queste sfortunate persone? Spero siano in tanti a rispondere a questo appello. Lascio il mio recapito telefonico; l’ho lasciato anche alla famigliola che ho incontrato: se non andranno in Liguria mi richiameranno e saprò così indicare loro un “giaciglio” decoroso (3793256960, anche whatsapp). Lettera firmata

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