CUNEO - L'appello dei cardiologi piemontesi alla Regione: ''Non chiudete i reparti''

I timori in una lettera inviata all'assessore Icardi: ''Tra marzo e aprile 2020 aumentati del 58 per cento gli arresti cardiaci extraospedalieri''

Il professor Federico Nardi - foto Ansa

Redazione 18/11/2020 14:09

La mortalità del Coronavirus nei pazienti cardiopatici è al 60%, non chiudete i reparti di cardiologia”. Lo chiedono alla Regione i cardiologi del Piemonte e della Valle D'Aosta, preoccupati per le conseguenze relative alla riorganizzazione degli ospedali legata alle misure anti Covid. E’ l’Ansa a riportare le dichiarazioni del professor Federico Nardi, presidente della sezione Piemonte e Valle d’Aosta dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e primo firmatario di una lettera inviata all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.
 
"Le nostre evidenze - spiega Nardi - confermano i dati dell'Istituto Superiore Sanità: tra le caratteristiche preminenti dei pazienti positivi al Sars-COV 2 deceduti in Italia spiccano la cardiopatia ischemica, lo scompenso cardiaco, le aritmie, e le diverse comorbilità dei molti pazienti cronici ne hanno incrementato fino al 60% la mortalità”.
 
Nardi denuncia le riconversioni, le chiusure e i ridimensionamenti dei posti letto dei reparti di Cardiologia, “già oggetto di precedenti irrazionali tagli in assenza di una visione clinica a 360 gradi”. “Durante il periodo marzo-aprile 2020 - spiega - abbiamo assistito a un aumento del 58% degli arresti cardiaci extraospedalieri, a un aumento della mortalità per infarto miocardico del 30% con una riduzione dell'accesso ospedaliero e, quindi, di procedure emodinamiche salvavita di circa il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. Infatti, la riduzione degli accessi ai Dea per patologie non Covid si è ridotta di oltre il 55%. Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco, già tristemente protagonista del cronico declino clinico fino al decesso dei pazienti, abbiamo assistito a una riduzione di oltre il 50% degli accessi ai nostri ospedali, con un aumento della mortalità di oltre tre volte per gli scompensi cardiaci acuti ricoverati. Gli attori della Sanità dovrebbero essere consapevoli che il rischio di un ritardato accesso all'ospedale di questi pazienti può essere addirittura superiore a quello dell'infezione da Covid-19 stessa".

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