CUNEO - L'export del Piemonte segna un calo nel primo trimestre del 2025

I risultati sono in controtendenza rispetto a quelli registrati a livello nazionale. Coscia (Unioncamere): "Serve una riflessione sul futuro"

11/06/2025 15:05

Il Piemonte, regione storicamente orientata all'export, si trova nel primo trimestre 2025 a dover affrontare un contesto economico globale che rimane complesso e denso di incertezze. La sua profonda integrazione nei mercati internazionali, da sempre punto di forza, in questa fase storica rende l’economia regionale particolarmente sensibile a ogni variazione della domanda estera, alle fluttuazioni macroeconomiche e agli equilibri dei tassi di cambio.
 
Tutto questo, unitamente alla specializzazione nell'automotive - settore in rapida e complessa evoluzione - e alla forte dipendenza da mercati storici come la Germania (che ha attraversato un periodo di significative difficoltà), rappresenta un potenziale tallone d'Achille per l'export piemontese. Queste interdipendenze possono, infatti, amplificare l'impatto di shock esterni sull’economia regionale.
 
Nei primi tre mesi dell’anno il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 14,9 miliardi di euro, registrando un calo del 3,5% rispetto al I trimestre 2024, periodo in cui le vendite oltre confine di merci piemontesi avevano raggiunto i 15,4 miliardi di euro. Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione, seppur meno intensa (-1,1%), raggiungendo gli 11,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 3,3 miliardi di euro, si è confermato ancora una volta di segno positivo, sebbene in diminuzione.
 
I risultati del Piemonte sono stati, in questo inizio del 2025, in controtendenza rispetto a quelli registrati a livello medio nazionale.
 
I dati del primo trimestre 2025, con un calo dell'export del 3,5%, impongono una riflessione sul futuro della nostra regione. La flessione del settore dei mezzi di trasporto è attenuata dalla notevole vitalità di altri settori strategici come i metalli, il tessile e l'aerospaziale. Questi numeri sono la prova della resilienza e della capacità di innovazione delle nostre imprese. La nostra azione deve quindi puntare con forza a una maggiore diversificazione. Allo stesso tempo, accelereremo sulle politiche di innovazione e digitalizzazione per accompagnare la trasformazione dei nostri settori chiave. Trasformeremo queste sfide in un'opportunità per rendere il sistema Piemonte più forte, competitivo e diversificato sui mercati globali”, commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.
 
Complessivamente l’export italiano in valore ha registrato una crescita tendenziale del 3,2% rispetto al I trimestre 2024, sintesi di dinamiche territoriali differenziate: le vendite all’estero sono aumentate per il Centro (+7,9%) e il Nord-est (+1,6%), sono pressoché stazionarie per il Nord-ovest (-0,2%), mentre hanno segnato una flessione per le Isole (-9,7%) e il Sud (-2,2%).  
 
Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte ha purtroppo registrato la performance peggiore confermandosi al quinto posto con una quota del 9,3%. La Lombardia si è riconfermata al primo posto, contribuendo al 25,4% dell'export nazionale e segnando una crescita tendenziale delle vendite oltre confine dell'1,0%. L'Emilia-Romagna si è classificata seconda con una quota del 12,9%, registrando tuttavia una flessione dell'1,1% rispetto al primo trimestre 2024. Un calo analogo (-1,2%) ha interessato il Veneto, che si posiziona terzo con una quota del 12,3%. La Toscana ha consolidato la quarta posizione (10,2% dell’export nazionale) grazie a una crescita dell'8,2% delle vendite estere, trainata in particolare dal forte contributo del comparto farmaceutico, chimico-medicinale e botanico.
 
L’analisi settoriale rivela un quadro molto articolato, con andamenti eterogenei tra i diversi comparti che compongono il tessuto manifatturiero regionale.
 
Al centro delle dinamiche dell’export piemontese troviamo, come di consueto, i Mezzi di trasporto. Questo settore mantiene la leadership, con esportazioni pari a circa 3 miliardi di euro, corrispondenti al 20,8% del totale regionale. Tuttavia, è proprio qui che si registra la flessione più marcata, con un -15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa contrazione è un chiaro riflesso delle profonde e continue trasformazioni che stanno interessando il comparto automotive a livello globale, tra sfide legate alla catena di approvvigionamento, riallocazione della produzione e la transizione verso nuove tecnologie. La storica dipendenza del Piemonte da questo settore lo rende particolarmente esposto a tali dinamiche di riassetto.
 
Analizzando nel dettaglio il risultato mostrato dai mezzi di trasporto emerge come la performance maggiormente penalizzante appartenga all’export di autoveicoli che segna, nel corso del 2024, un calo di oltre 28 punti percentuali. Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta (-3,7%). Il comparto aerospaziale mostra segnali maggiormente incoraggianti, registrando un aumento delle vendite oltre confine del 2,8%. In positivo anche la nautica, mentre flette il ferrotranviario.
 
Anche il settore della Meccanica, il secondo per importanza con circa 2,6 miliardi di euro di export e una quota del 17,3%, evidenzia una significativa contrazione (-6,6%).  Gli Alimentari e bevande, un comparto che mostra tradizionalmente maggiore resilienza, registra un export di circa 2 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale, evidenziando una flessione più contenuta (-2,6%). Questo settore continua a rappresentare una componente stabile e di qualità dell'export piemontese. Tra gli altri settori che hanno mostrato una contrazione, si annoverano la gomma/plastica (-2,0%) e gli apparecchi elettrici (-5,8%)
 
Non mancano, fortunatamente, segnali di vitalità da parte di altri comparti che riescono a contribuire alla tenuta dell'export nonostante il contesto generale. Tra questi, spiccano i Metalli, con una crescita del +10,6%, il settore Tessile, abbigliamento (+2,7% per circa 1,2 miliardi di euro) e la Chimica (+1,9% per circa 1,1 miliardi di euro).
 
Nei primi tre mesi del 2025 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 63,1% dell’export regionale, mentre il 36,9% si è diretto verso i mercati extra-Ue 27. Il valore generato dalle vendite piemontesi è apparso in calo in entrambe le aree, anche se con intensità differenti: la flessione scontata dai Paesi situati al di fuori dei confini comunitari (-7,0%) è risultata, infatti, cinque volte superiore rispetto a quella registrata nell’Ue-27 (-1,4%).
 
Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco delle esportazioni piemontesi, con quote pari al 15,9% e 14,6% e registrando cali su base annua inferiori alla media regionale (rispettivamente -2,1% e -0,5%). La Spagna, terzo mercato comunitario di riferimento per l’export regionale, ha evidenziato una progressione del 4,2%, mentre le vendite dirette in Polonia hanno sofferto un calo superiore ai 6 punti percentuale. Tra gli altri principali Paesi europei di destinazione dei prodotti locali si segnalano l’aumento del 5,7% registrato in Cechia, cui si contrappongono le pesanti flessioni di Austria (-24,9%) e Irlanda (-18,5%).
 
Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco al di fuori dell’Ue-27, generando una quota del 7,4% dell’export regionale, seguiti da Svizzera e Regno Unito, che assicurano rispettivamente il 4,3% e il 3,8% del valore totale delle vendite oltre confine. La performance esibita dall’export piemontese nel mercato statunitense appare fortemente negativa (-14,2%), così come quella evidenziata verso il Regno Unito (-15,1%). La Svizzera incrementa, invece, gli acquisti di prodotti regionali di oltre 40 punti percentuale, soprattutto grazie al notevole incremento di gioielleria, bigiotteria e pietre preziose.
 
Tra gli altri mercati si segnalano le contrazioni di Cina (-8,7%), Turchia (-30,9%) e Messico (-28,4%), cui si contrappone la crescita del Brasile (+10,0%).
 
Il calo scontato a livello complessivo regionale rappresenta la sintesi di dinamiche territoriali eterogenee. La provincia di Torino, che genera il 43,7% del totale delle vendite oltre confine piemontesi, evidenzia un calo del 5,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Seguono Cuneo (16,8%), Novara (11,8%) e Alessandria (11,8%): l’export cuneese ed alessandrino hanno scontato flessioni su base annua rispettivamente del 6,5% e 2,7%, mentre le esportazioni di prodotti del novarese hanno registrato una progressione in valore del 9,7% rispetto al I trimestre 2024. Anche la vicina Vercelli ha vissuto un incremento del valore delle merci vendute sui mercati esteri (+6,6%), mentre i restanti territori hanno sofferto contrazioni di intensità variabile: si passa dal -4,3% di Biella al -11,1% del Verbano C.O. e al -13,0% di Asti.

c.s.

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