Si è svolta nella seduta del Consiglio Regionale del 15 luglio la trattazione dell’interrogazione urgente presentata dal consigliere regionale Claudio Sacchetto avente ad oggetto: focolaio di Dermatite nodulare contagiosa (Lumpy skin disease – LSD) in regione Sardegna, un rischio sotto controllo? “Nella risposta l’assessore ha affermato, tra le altre cose, che a seguito della richiesta del Ministero alle Regioni di effettuare la cosiddetta 'attività di rintraccio', cioè la verifica della possibile presenza del virus negli allevamenti interessati da introduzioni di bovini dalla Provincia di Nuoro nei tre mesi precedenti il primo focolaio, i Servizi Veterinari regionali hanno eseguito sopralluoghi negli stabilimenti interessati con visite cliniche e verifica di presenza di insetti ematofagi, i controlli svolti ad oggi hanno dato esito negativo, anche il caso in Provincia di Mantova è seguito con tutte le azioni previste da protocollo. In tutte le Asl piemontesi è stato innalzato il livello dell’attività di sorveglianza delle situazioni a rischio, il Ministero sta predisponendo una campagna vaccinale in Sardegna con un vaccino vivo attenuato di provenienza extra Ue. Grazie all’attenzione dimostrata fin da subito dall’assessore e dalla struttura”, sottolinea il consigliere Sacchetto. La dermatite nodulare contagiosa è una malattia virale dei bovini è trasmessa da insetti ematofagi, come alcune specie di mosche e zanzare, o dalle zecche, causa febbre, noduli sulla pelle e può anche portare alla morte, soprattutto in animali che non siano stati esposti al virus in precedenza, tra le misure per controllare la malattia ci sono le vaccinazioni e l’abbattimento dei capi infetti, la malattia è presente in molti Paesi africani, nel 2012 si è diffusa dal Medio Oriente all’Europa sud-orientale, interessando alcuni Stati membri (Grecia e Bulgaria) e parecchi altri Paesi dei Balcani, da allora un programma di vaccinazione ha arrestato l'epidemia nell'Europa sud-orientale. Il 21 giugno scorso è stato confermato dal LNR del CESME dell’Istituo Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise un caso (già risultato positivo presso l’IZS Sardegna) di dermatite nodulare contagiosa o Lumpy Skin Disease (LSD in un bovino di un allevamento situato in provincia di Nuoro, la malattia rientra tra le malattie di categoria A, immediatamente sono state attivate tutte le misure previste dalle norme vigenti, con particolare riferimento al sequestro e blocco dell’allevamento, istituzione delle zone di restrizione (zona di protezione di 20 Km e zona di sorveglianza di 50 Km), rintracci delle movimentazioni nel periodo a rischio, sarà avviato quanto prima l’abbattimento degli animali appartenenti all'azienda sede di focolaio, e saranno intensificate le attività di sorveglianza clinica, sierologica ed entomologica. Il Ministero della Salute, dipartimento della salute umana ed animale, ha inviato, nelle scorse settimane, una circolare agli Assessorati regionali alla Sanità sulla questione del focolaio in Sardegna, risulta da questa che è in corso di preparazione con la Commissione Europea una missione del team EUVET per il necessario approfondimento e supporto alle autorità centrali, regionali e locali nella valutazione delle misure più idonee a limitare la ulteriore diffusione della malattia in ambito regionale, nazionale e unionale ed è in fase di valutazione e discussione il ricorso alla vaccinazione, nella medesima nota si invitano le Regioni ad allertare i Servizi veterinari e gli operatori all’innalzamento del livello di vigilanza e controllo. “La mia interrogazione, che chiedeva informazioni sullo stato dell’arte della vicenda e sulle iniziative previste in merito dall’Assessorato alla Sanità, è scaturita da un allarme lanciato e trasferitomi dalle Organizzazioni Agricole e da alcuni allevatori di bovini su cui è subito scattata una strategia di intervento a livello nazionale. Con la risposta esauriente e puntuale da parte dell’assessore Federico Riboldi, possiamo affermare che l’Assessorato alla Sanità sta operando con celerità ed efficacia, in coordinamento con gli enti preposti, per ridurre al minimo l’eventuale impatto negativo di tale malattia e fornire strumenti adeguati agli allevatori ed alle loro Organizzazioni”, conclude Sacchetto.