CUNEO - La distribuzione dei fondi governativi è sperequata: la provincia di Cuneo rischia il dissesto economico

Ieri Consiglio provinciale e riunione con i sindaci. Mancano soldi per strade e scuole: 'Situazione disperata, ci castigano per essere stati virtuosi'

Samuele Mattio 05/11/2019 09:18

Per i prossimi 14 anni in provincia di Cuneo arriverà poco più di un milione di euro all’anno per la manutenzione delle strade e scuole superiori. Tanti? Non proprio, basti pensare che la rete stradale della Granda si estende per 3.227 chilometri e gli studenti sono oltre 25 mila. La provincia di Alessandria, che di milioni ne incasserà più di sette, ha circa la metà delle strade e degli scolari.

Il sistema di ripartizione, che vede il nostro territorio terz’ultimo in Italia per finanziamenti statali davanti alle sole Biella e Vibo Valentia (che hanno meno della metà degli abitanti), presenta delle palesi iniquità in quanto è basato sulle spese correnti comparate all’anno precedente. Tradotto: sono state assegnate maggiori risorse a quelle Province che hanno ridotto maggiormente la spesa per strade e scuole, mentre chi, come Cuneo, ha lavorato sodo per far fronte a una situazione di difficoltà, garantendo i servizi con avanzi di gestione e contributi regionali, è stata fortemente penalizzata e ora, per poter continuare a erogare i servizi, rischia il dissesto economico. Il totale degli investimenti, assegnati per decreto del Ministero degli Interni, è pari a 250 milioni di euro, ripartiti tra le 76 province italiane delle regioni a statuto ordinario.

Nel pomeriggio di ieri, lunedì 4 novembre, si è svolto il Consiglio provinciale durante il quale è stato approvato un ordine del giorno con cui si invitano Governo, Regione Piemonte e Unione Province d’Italia a intervenire. In seguito l’ente provinciale ha deciso di spiegare la situazione di emergenza in un’assemblea al Centro Incontri con i sindaci del Reparto di viabilità ‘Cuneo’. Nei prossimi giorni sono previsti appuntamenti con i primi cittadini degli altri reparti (Mondovì, Alba e Savigliano).

“Nei prossimi giorni sarà in discussione in parlamento la legge di Bilancio ed è indispensabile che il nostro territorio chieda il riconoscimento di ciò che gli spetta: la possibilità di erogare dei servizi che abbiano uno standard di decenza” ha tuonato il presidente della Provincia, Federico Borgna, chiedendo ai sindaci del territorio di approvare nei loro consigli comunali degli ordini del giorno di supporto. “Il riparto è iniquo per le province con caratteristiche montane - ha proseguito il sindaco di Cuneo - Nel capitolo della manutenzione c’è anche lo sgombero neve, se abbiamo speso di più è perché ha nevicato di più”. Concetto ribadito dal consigliere provinciale Giorgio Lerda: “Se la stagione 2020 sarà nevosa corriamo il rischio di andare in dissesto o di non poter garantire i servizi scolastici. Siamo in difficoltà a coprire le utenze delle scuole superiori. Il paradosso è che ci castigano per essere stati virtuosi”. “Una situazione disperata - ha affermato il consigliere provinciale e sindaco di Roaschia, Bruno Viale - nel ‘Reparto Cuneo’ abbiamo 414 ponti e 21 paraneve, per i quali abbiamo a bilancio solamente 700 mila euro”. 

Escluso il ricorso al TAR “Non ci sono gli estremi”, si spera nell’intervento dei parlamentari, già coinvolti in un incontro dal presidente della Provincia Borgna. Ma l’opinione diffusa dalle parti di corso Nizza è che servano azioni più incisive. “Il senatore Perosino fece un emendamento alla legge di Stabilità per modificare i criteri - ha ricordato Lerda -, ma non fu possibile discuterne nessuno in quanto il governo mise la fiducia”. E tra i sindaci c’è già chi propone ‘barricate in piazza’ e ‘la chiusura delle scuole nei mesi invernali’…

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