BORGO SAN DALMAZZO - "La fiera nazionale della lumaca: una vergogna nazionale targata Borgo San Dalmazzo"

Riceviamo, ci dissociamo, ma pubblichiamo una lettera ricevuta in redazione nel nome della libertà di pensiero

30/11/2018 09:16

Riceviamo, ci dissociamo, ma pubblichiamo una lettera ricevuta in redazione nel nome della libertà di pensiero.

Gentile direttore,
 
ho appreso dai mezzi di informazione che a Borgo San Dalmazzo dal 4 al 9 Dicembre si svolgerà la Fiera Fredda, fiera nazionale della lumaca, giunta alla 449^ edizione. Il Sindaco di Borgo San Dalmazzo Gian Paolo Beretta la promuove come "occasione di incontro non solo commerciale ma piuttosto conviviale, che richiama alla mente le accoglienti osterie di un tempo, affollate di avventori ansiosi di assaporare fumanti scodelle di minestra con le trippe e qualche ottima lumaca (e poco importa se la scienza le classifica come chiocciole)". E poco importa se questa fiera esiste grazie allo sterminio di migliaia di animali a cui il Sindaco è indifferente.
 
C’è poi chi propone il Concorso Fotografico 2018 “La chiocciola di Borgo tra natura e arte”: dunque la chiocciola ci emoziona se la vediamo camminare lungo il muro di un elemento architettonico o su un filo d’erba ma ci riempie la pancia dopo essere stata massacrata per una festa intrisa di crudeltà.
 
Enrico Moriconi, medico veterinario, oltre che Garante degli Animali della Regione Piemonte, in “Le fabbriche degli animali” (2001) scrive: "Gli allevamenti di lumache sono costituiti da grandi fosse nelle quali le chiocciole vivono in un ammasso praticamente unico con le erbe con cui vengono nutrite fino al periodo nel quale verranno raccolte per essere vendute. In natura le lumache, seppur lentamente, si spostano di continuo, nelle fosse questo è praticamente impossibile (…) Durante la “raccolta” ed il trasporto sono trattate come oggetti e per loro non c’è nessun sistema indolore di uccisione perché vengono praticamente cucinate vive".
 
L'elicicoltura è il massacro delle lumache.
 
Anziché tutelare questi minuscoli animali, ci si scaglia su di loro con un senso di dominio e sopraffazione reso ancora più inaccettabile da questa atmosfera festaiola pre-natalizia.
 
I menù proposti dai ristoranti sono agghiaccianti: lasagne alle lumache, maltagliati alle lumache, risotto alle lumache, ravioli alle lumache, pappardelle alle lumache, flan di zucca e lumache, tris di lumache, lumache con bagna cauda, lumache nebbiolo e polenta, lumache e funghi, lumache alle erbette, battuta di curenta, panino di curenta, steccata, polenta con sugo salsiccia e formaggi, stracotto di salsiccia, agnello sambucano in umido, bollito misto piemontese, trippa in umido, vitello tonnato, stinco al forno, tris di formaggi, gnocchi al Castelmagno, miele.
 
E’ necessario rivedere i cardini attorno cui fare ruotare l’economia. Non è semplice ma bisogna farlo perché il futuro del pianeta non è certo assicurato dal consumo di cibo animale, col dispendio di risorse che esso richiede. Soprattutto è in forte crescita una sensibilità che porta a guardare gli animali per ciò che sono veramente: esseri senzienti con il diritto alla vita. Si va sempre di più verso una scelta etica, salutistica, ecologica, sociale, economica dalla parte opposta rispetto a quella che caratterizza questa fiera (http://www.saicosamangi.info/). Uno dei tanti studi sul futuro dell’alimentazione umana ci fa capire che la strada da prendere è un’altra  e mi auguro che anche Borgo San Dalmazzo si decida a prenderla.
 
Paola Re

c.s.

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