CUNEO - La Finanza guarda al dopo Covid: “Attenti alle infiltrazioni mafiose nella Granda”

Dalle mascherine contraffatte alla maxi truffa all’ospedale: la pandemia non ha fermato le indagini delle fiamme gialle. Scoperti anche 108 evasori totali

Andrea Cascioli 23/06/2021 20:05

 
È stato un anno segnato dal Covid, con pochi mesi di autentica operatività, quello che le fiamme gialle hanno vissuto anche a Cuneo. Non sono mancate tuttavia le occasioni per portare a termine servizi importanti nella lotta alla criminalità: “Abbiamo agito moltissimo sulla tutela della spesa pubblica: i finanziamenti nazionali ed europei, i fondi per l’agricoltura e la spesa sanitaria” spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Luca Albertario.
 
In quest’ultimo ambito spiccano in particolare le operazioni Titanio 1 e 2, con cui i finanzieri hanno portato alla luce una maxi truffa ai danni degli ospedali di Cuneo e di Torino, per una cifra complessiva quantificata in oltre 3 milioni di euro. Il filone cuneese dell’inchiesta si è chiuso con il patteggiamento di due dei tre indagati e il rinvio a giudizio di un terzo, attualmente sotto processo.
 
 
Un anno di crisi: “Comprendiamo le difficoltà, colpite solo le evasioni gravi”
 
Per converso, la normale attività di verifica è stata molto frenata anche dalla necessità di “dare ossigeno” alle aziende in un periodo tanto drammatico: “Comprendiamo - afferma ancora il comandante - che i cittadini e le piccole e medie imprese in difficoltà non potevano essere controllati come prima. Per questo sono stati colpiti solo i casi più gravi di evasione sistemica”. In tutto sono state 293 le ispezioni fiscali, che hanno portato all’individuazione di 108 evasori totali, soggetti cioè completamente sconosciuti all’erario. Nell’attività di contrasto al fenomeno del lavoro nero sono stati individuati 40 datori di lavoro non in regola con le norme del settore e sono state fatte emergere 42 posizioni irregolari, di cui 26 completamente sconosciute agli enti previdenziali ed assistenziali, per le quali è quindi prevista la cosiddetta “maxi-sanzione”. Quanto all’emissione di fatture false e alle dichiarazioni fraudolente, sono 42 le persone denunciate all’autorità giudiziaria. Ai fini di assicurare il recupero dei crediti erariali, nell’intero 2020 i vari reparti della provincia hanno sottoposto a sequestro beni e valori per oltre 25 milioni di euro ed avanzato proposte ablative all’autorità giudiziaria per ulteriori 32 milioni di euro.
 
Indagini di rilievo anche sul fronte delle truffe legate all’emergenza sanitaria in corso: la più importante è l’operazione Secure Mask condotta dal Gruppo di Bra, con la quale si è arrivati al sequestro di 82mila mascherine contraffatte. L’azione di controllo delle norme anti-Covid, precisa Albertario, si è attenuta il più possibile al senso di equilibrio: “Può darsi che qualche cittadino abbia avuto a lamentarsi, ma abbiamo cercato di colpire solo i comportamenti davvero antigiuridici”. Nove in tutto, su oltre 3mila cittadini controllati, le denunce nei confronti di soggetti sorpresi a circolare senza giustificazione in periodo di lockdown. I finanzieri della Granda hanno anche verbalizzato 172 cittadini che avevano violato le direttive sul contenimento e controllato 271 attività ed esercizi commerciali: per tre di questi, a fronte delle violazioni riscontrate, è scattata la chiusura per un massimo di 5 giorni.
 
Per quanto attiene alla sicurezza stradale, circa 1.700 pattuglie hanno controllato quasi 7000 persone e mosso 170 contestazioni per infrazioni al codice della strada, procedendo al ritiro di 13 patenti. Intensi anche i controlli presso l’aeroporto internazionale di Levaldigi e le azioni di prevenzione e soccorso da parte della Stazione di soccorso alpino (S.A.G.F.). Con l’ausilio delle unità cinofile a disposizione e delle varie specializzazioni, tra cui la ricerca sotto macerie e valanghe, i finanzieri hanno effettuato decine di interventi in montagna, recuperando 10 persone decedute e 33 infortunati tra frequentatori delle piste da sci, alpinisti ed escursionisti.
 
 
Massima allerta sui fenomeni mafiosi: “Più a rischio le piccole imprese”
 
Un filone di attività sempre più centrale riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata nella provincia. L’“isola felice” cuneese ne è rimasta per molti anni immune ma questo è sempre meno vero. E il problema, avverte Albertario, non riguarda solo il Braidese e la fascia nord della provincia dove di recente è stata scoperta e smantellata una “locale” di ‘ndrangheta: “Il territorio rimane sano dal punto di vista sociale e commerciale: si potrebbe dire che tra imprese e cittadini la legalità spadroneggia, ma quando ci si trova in difficoltà questo senso di legalità può fare un passo indietro. Qui dobbiamo intervenire noi”. La sensazione, aggiunge, è che gli anticorpi ci siano: “Il sistema produttivo soprattutto di livello medio grande può resistere anche da solo alle infiltrazioni, ma la parte che avrebbe più bisogno di sostegno sono le piccole e medie imprese che obiettivamente hanno sofferto. Specie in settori come l’intrattenimento e il turismo”.
 
Celebrando il 247esimo anniversario di fondazione della Guardia di Finanza insieme al prefetto Fabrizia Triolo e ai comandanti di reparto, il colonnello ha voluto ricordare anche i vent’anni esatti dall’entrata in vigore della legge che ha ampliato le competenze del corpo e ne ha fatto una forza di polizia economico-finanziaria. Un passaggio che, secondo Albertario, ha contribuito a modificare in profondità il rapporto con i cittadini: “Fino a qualche anno fa eravamo visti come quelli che vengono a ‘mettere le mani nelle tasche’ e basta. Ora si è compreso che la nostra azione serve a colpire fenomeni odiosi di spreco e corruzione. Soprattutto si punta a tutelare i cittadini sotto il profilo della legalità, sgominando frodi che danneggiano tutti gli operatori in settori importanti come quello vitivinicolo o dei servizi”.
 
Un messaggio, questo, che riguarda anche chi pensa a una carriera nelle fiamme gialle: “L’arruolamento in Guardia di Finanza è pensato per chi ha voglia di sottoporsi alle sfide nella vita: non è un lavoro monotono. Un finanziere può trovarsi in una fase della sua carriera a fare soccorso in alta montagna, in un’altra a fare antiterrorismo, in un’altra ancora a fare verifiche e antiriciclaggio. Compiti dinamici e multidisciplinari nei quali un giovane non si annoierà sicuramente”.

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