CUNEO - "La lotta paga: Marrone costretto a dimezzare i finanziamenti alle associazioni antiabortiste"

Le consigliere regionali di Alleanza Verdi e Sinistra sul bando Vita Nascente: "Resta uno schiaffo all’autodeterminazione delle donne"

10/12/2025 09:36

Riceviamo e pubblichiamo. L’assessore Marrone ha provato a sviare l’attenzione con una bizzarra polemica sul fatto che i servizi sociali dei Comuni, anche di centrosinistra, abbiano partecipato alla sezione del bando Vita Nascente 2025 specificamente destinato a loro, ma il dato saliente del Bando – come anticipato da Repubblica e come emerge dalle determine di assegnazione dei fondi – è che le associazioni antiabortiste hanno ottenuto un finanziamento dimezzato rispetto a quello degli anni precedenti. A fronte di 12 domande per un importo massimo di 40.000,00, infatti, 460.000 Euro destinati ai movimenti per la vita sono stati “risparmiati” e destinati ai servizi sociali che avevano partecipato alla sezione B del Bando. La realtà si impone insomma sull’ideologia, ma in maniera ben diversa da come vorrebbe l’assessore Marrone: i requisiti più stringenti introdotti nel Bando, a fronte della battaglia delle opposizioni in Consiglio e della mobilitazione di tante associazioni, a partire dalla Rete +194voci, che si è tradotta in ben due esposti alla Corte dei Conti, hanno evidentemente scoraggiato la partecipazione al Bando delle associazioni antiabortiste, tra cui per esempio anche il Movimento per la Vita di Torino o i Centri di Aiuto alla Vita di Cuneo e Vercelli. Resta l’anomalia che a ciascuna associazione pro-vita sono andati 40.000 Euro, mentre gli enti (pubblici) gestori delle funzioni socio-assistenziali godranno di un finanziamento di circa 28.000 Euro ciascuno (rispetto ai 15.000 inizialmente ipotizzati con la dotazione prevista da Marrone). E resta il fatto che la programmazione iniziale delle risorse sia completamente inadeguata a sostenere le famiglie: 940.000 Euro alle associazioni antiabortiste per comprare pannolini e latte in polvere, 600.000 Euro ai servizi sociali per i progetti individualizzati di assistenza svolti da professionisti.  Non ci fermeremo finché questa misura, che Marrone vorrebbe rendere strutturale con il Piano socio-sanitario, non sarà del tutto cancellata dalla programmazione regionale: il problema per noi resta che le risorse vengano gestite senza un criterio chiaro da volontari di associazioni antiabortiste che, come ha detto la sentenza del TAR sulla Stanza dell'Ascolto, non dovrebbero poter assistere donne in gravidanza, tantomeno con finanziamenti e riconoscimenti pubblici, mentre i servizi sociali sono in sempre più grave carenza di risorse anche a fronte dei tagli del Governo. L’assessore Marrone continua a fare proclami altisonanti e a delegittimare chi lo contesta, ma in verità la lotta ha pagato e la Regione è dovuta correre ai ripari su una misura che è e resta uno schiaffo all’autodeterminazione delle donne. Alice Ravinale 
Valentina Cera
Giulia Marro Consigliere regionali Alleanza Verdi e Sinistra

c.s.