CUNEO - La provocazione del leader 'no pass' Beppe Lauria: “Ho denunciato Draghi per violenza privata”

Stamane il consigliere comunale ha sporto querela dai Carabinieri. “Noi ultimo baluardo delle libertà costituzionali. La discriminazione imposta dalla certificazione verde è assurda, tra qualche giorno non potrò nemmeno andare in banca”

s.m. 14/01/2022 15:41

 
Beppe Lauria, consigliere comunale di Cuneo e presidente del “Coordinamento Nazionale Amministratori Locali No Green Pass” alza il tiro e denuncia il Governo di Mario Draghi. Stamattina, accompagnato dai vice presidenti Luigi Furgiuele e Antonio Borrini, ha depositato presso la Stazione dei Carabinieri di Chieri, nel Torinese, una denuncia per violenza privata - art. 610 del codice penale - affinché la magistratura proceda nella verifica della legittimità dei provvedimenti emanati dall’esecutivo che si sono susseguiti a partire dallo scorso aprile. In particolare il dito è puntato contro i decreti legge emanati nel corso delle festività, che hanno imposto nuovi obblighi vaccinali e restrizioni.
 
Una provocazione, che il politico cuneese spiega così: “Ci eravamo promessi, come Coordinamento Nazionale, di essere l’ultimo baluardo delle libertà costituzionalmente sancite e per questo motivo abbiamo deciso di procedere attraverso gli strumenti democratici a nostra disposizione - afferma Lauria -. La discriminazione imposta dal Green pass è assurda: dovrei essere un libero cittadino, ma se non sono vaccinato non posso andare al bar a prendere un caffè e tra qualche giorno non potrò neanche andare in banca. Come cittadini italiani e soprattutto come amministratori locali, siamo certi che la magistratura farà il suo dovere”.
 
L'ex assessore provinciale e candidato sindaco a Cuneo (quest'anno sarà alla quarta esperienza) aveva annunciato la denuncia ieri sera, giovedì 13 gennaio, alla manifestazione contro le restrizioni per i non vaccinati svoltasi in piazza Virginio. Circa 250 manifestanti del coordinamento provinciale "No green pass - free vax" si sono ritrovati per ribadire la loro contrarietà al “certificato verde quale strumento discriminatorio”. 
 

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