CUNEO - La Regione Piemonte sotto attacco per la gestione dell’emergenza coronavirus

Due consiglieri del PD chiedono l’apertura di una Commissione d’Inchiesta, mentre la Gribaudo ha annunciato un’interrogazione al ministro Speranza. Critiche continue anche dai sindacati

Samuele Mattio 09/04/2020 15:34

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte è sotto attacco per la gestione dell’emergenza coronavirus. Nel pomeriggio di ieri l’assessore alla Sanità Luigi Icardi aveva allontanato le accuse. “Non esiste nessun ‘caso Piemonte’ : il dato della mortalità è l’ottavo d’Italia ed è sotto la media nazionale: non abbiamo più morti degli altri, anzi ne abbiamo meno”. 
 
Le parole pronunciate dall’ex sindaco di Santo Stefano Belbo in una conferenza stampa convocata all’uopo non hanno convinto chi da tempo sta rintuzzando la Giunta Cirio sull’argomento, a partire dal Partito Democratico. I dem hanno abbandonato la punta di fioretto utilizzata a inizio emergenza in favore della clava: è notizia di ieri che i consiglieri regionali Daniele Valle e Domenico Rossi hanno chiesto l’istituzione di una “Commissione d’indagine” a Palazzo Lascaris. I due l’hanno definita “un’operazione trasparenza”, per conoscere dati e atti che fin qui hanno caratterizzato la gestione dell’emergenza: “Cirio è a capo della macchina e dovrà dare delle risposte”, hanno detto. La mossa di Valle e Rossi ha avuto l’immediato avallo della collega di partito Chiara Gribaudo, che dai banchi di Montecitorio presenterà, insieme ad altri colleghi, un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Roberto Speranza sul, non ce ne voglia Icardi, ‘Caso Piemonte’.
 
L’evidente obiettivo del Partito Democratico è quello di voler attribuire al presidente della Regione Alberto Cirio e al suo assessore alla Sanità (del commissario straordinario Vincenzo Coccolo non parla quasi nessuno) delle responsabilità politiche sulle falle che ha avuto il sistema sanitario piemontese nel suo complesso: dagli ospedali, divenuti troppo facilmente focolai di contagio, alla numero di tamponi effettuati. “Ancora ieri il Piemonte registrava un numero di tamponi più basso di tutte le altre regioni del centro-nord, in rapporto alla popolazione anche Liguria e Marche ne hanno svolti di più - ha attaccato la Gribaudo da Borgo San Dalmazzo, dove si sta riprendendo dopo essere stata contagiata dal coronavirus -. I medici di base stimano che i dati ufficiali sui contagi debbano essere moltiplicati per 7. Per non parlare dello stop and go sulle mascherine: prima Cirio le ha annunciate come obbligatorie per i cittadini, poi ha fatto retromarcia perché non è riuscito a garantirne la distribuzione”.
 
Se lunedì scorso avevamo denunciato la poca efficienza dei laboratori, evidenziando come il Piemonte avesse viaggiato, negli ultimi dieci giorni, a una media di poco più di due mila tamponi al giorno, va detto che ieri si è portato al massimo regime, eseguendone 4.384. Chiaramente il gap in termini assoluti con le altre regioni non può essere colmato nel giro di due giorni, ma su questo la tendenza è stata nettamente invertita.
 
Bordate all’operato della Giunta Cirio non arrivano però soltanto dall’opposizione. Se il sindacato degli infermieri Nursind ha chiesto di accertare “responsabilità politiche e tecniche che pesano sulla situazione nella quale oggi si trovano migliaia di operatori sanitari in Piemonte, molti dei quali lasciati letteralmente allo sbaraglio” e il Nursing Up ha parlato di “una situazione pericolosa, con i magazzini dell’unità di crisi quasi vuoti (di Dpi n.d.r.) e le aziende sanitarie che si arrabattano come possono, anche con acquisti tramite privati e ricorrendo alle donazioni”Anaao, il sindacato dei Medici, ha tuonato: “Nonostante l’emergenza e responsabilità nazionale nel ritardo negli approvvigionamenti, che sono indiscutibili, l’Unità di crisi piemontese ha dimostrato lentezza e scarsa organizzazione. Il paragone con le altre regioni ci dimostra che altrove sono stati fatti più tamponi e che la carenze dei Dpi non è stata così grave. I medici ricoverati sono la testimonianza che i lavoratori non sono stati tutelati a sufficienza”. Se non bastasse sulle colonne di Repubblica sono state espresse perplessità anche dall’ordine dei medici. Più sotto attacco di così…
 

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