La consigliera regionale Giulia Marro, del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, ha presentato un ordine del giorno per chiedere alla Regione Piemonte di promuovere l’adozione uniforme della residenza anagrafica per le persone senza dimora su tutto il territorio regionale, persone che non hanno un posto dove stare oppure ospitate in luoghi dove, per vari motivi, non possono prendere la residenza.
Si legge nella nota: "Si tratta di un diritto già previsto dalla legge, ma che oggi incontra ancora ostacoli applicativi e forti disomogeneità tra i Comuni. Con questo atto, si vuole ribadire che la residenza fittizia non è un privilegio: è uno strumento essenziale per garantire l’accesso a servizi fondamentali, esercitare i propri diritti e partecipare alla vita sociale".
Marro sottolinea: “Una società più giusta è quella che riconosce l’appartenenza nella pratica quotidiana, e non solo in linea teorica. L’assenza di un indirizzo non può tradursi nell’invisibilità di una persona. La residenza anagrafica è una condizione fondamentale per restituire dignità, diritti e voce a chi vive ai margini. È necessario rimuovere queste barriere burocratiche che si sommano a quelle sociali, soprattutto in questo momento di forte disagio economico e di crisi abitativa che colpisce in primis i più fragili”.
La proposta si inserisce in un percorso più ampio di lotta contro le diseguaglianze e l’esclusione sociale. A questo proposito, Marro – esponente del partito Possibile e parte del comitato per il Sì al recente referendum sulla cittadinanza - evidenzia anche le implicazioni del fallimento della campagna referendaria rispetto a questo tema. “Uno dei nodi critici che ha pesato sulla riuscita del referendum è stata l’enorme confusione, se non vera e propria disinformazione, su come oggi si ottenga la cittadinanza italiana. La campagna referendaria ha pagato il prezzo di una narrazione falsata, che ha fatto credere – erroneamente o strumentalmente – che la cittadinanza potesse essere "regalata" dopo pochi anni, senza spiegare quanto sia oggi complesso accedere a un semplice documento come la residenza anagrafica. Eppure è proprio la mancanza di residenza che preclude l’accesso a tanti altri diritti: lavoro regolare, rinnovo del permesso di soggiorno, medico di base, tessera sanitaria, apertura di un conto in banca. È in questo contesto che ribadiamo: non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B. La propaganda politica non può essere fatta sulla pelle delle persone”.
Con questo ordine del giorno, AVS rinnova l’impegno "per un Piemonte in cui nessuno venga escluso dai diritti fondamentali, partendo dalla garanzia della residenza anagrafica per tutte e tutti". “Non si tratta solo di integrare – conclude – ma di costruire insieme una società più equa, in cui nessuno venga lasciato indietro e dove le regole siano chiare e uguali per tutti, non solo per chi ha la fortuna di vivere in un comune con personale dell’anagrafe sensibile, o di poter contare su un accompagnatore italiano che può facilitare il dialogo con i servizi. Le regole esistono per facilitare i processi e rendere i servizi più universali e accessibili. Questo atto va in questa direzione”.