CUNEO - La sinistra cuneese difende Ilaria Salis: “Vorrebbero seppellirla sotto una montagna d’odio”

Un ordine del giorno di Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia chiede ai consiglieri di prendere posizione sul caso della militante antagonista, in carcere in Ungheria

Andrea Cascioli 13/02/2024 19:10

Il “caso Salis” arriva tra i banchi del Consiglio comunale a Cuneo. A portare nell’assemblea civica il dossier che da giorni divide la politica italiana sono gli esponenti di Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia, con un ordine del giorno che verrà discusso nella prossima seduta.
 
La vicenda è ormai nota: Ilaria Salis, 39enne di Monza, militante dei centri sociali, è in carcere in Ungheria dall’11 febbraio del 2023 ed è attualmente sotto processo con l’accusa di aggressione. Lo scorso 29 gennaio hanno suscitato scalpore le immagini della donna condotta in aula, a Budapest, con le catene alle mani. L’imputata si è dichiarata non colpevole e ha rinunciato a patteggiare una condanna ad undici anni di reclusione: rischia però di vedersene comminare fino a ventiquattro, in base alla legge ungherese che sanziona le lesioni personali e l’appartenenza a un’organizzazione eversiva. Un coimputato tedesco, con accuse minori, si è già dichiarato colpevole ed è stato condannato a 3 anni di reclusione.
 
L’accusa per la 39enne è di aver preso parte agli scontri durante il corteo del “giorno dell’onore”, una manifestazione che l’estrema destra ungherese tiene ogni anno in ricordo della sortita dal castello di Buda nel 1945, nella quale 30mila soldati tedeschi e collaborazionisti ungheresi combatterono contro l’Armata Rossa che sopraggiungeva nella capitale: quest’anno la manifestazione in città è stata vietata dal governo di Orban, trasformandosi in una marcia nei boschi circostanti. Nel 2023 due militanti di destra erano stati colpiti da un gruppo di antagonisti con il volto coperto, filmati da una telecamera. Ilaria Salis è ritenuta essere una componente del gruppo con base in territorio tedesco: il sodalizio noto come Hammerbande, ovvero la “banda dei martelli”, è attivo fin dal 2015 ed è oggetto d’inchieste anche in Germania. La Salis tuttavia non è stata arrestata in flagranza, ma fermata alcune ore dopo su un taxi, insieme ad altre due persone.
 
“Un secondo aspetto particolarmente esecrabile della vicenda - osservano i consiglieri di Cuneo per i Beni Comuni e Cuneo Mia - è costituito dalle condizioni di detenzione disumane, in particolare nel primo mese di detenzione, durante il quale l’imputata è stata costretta a vivere in una cella infestata da scarafaggi, senza la possibilità di cambiarsi i vestiti e la biancheria intima e di far uso di assorbenti”. La sinistra civica definisce “piuttosto prudenti” le iniziative assunte finora dal governo italiano: “Dopo espressioni ufficiali sempre improntate a un nazionalismo di facciata, appare evidente come il nostro governo non abbia saputo muoversi in questa occasione con la necessaria autorevolezza”. Quello di Salis, sostengono i promotori dell’ordine del giorno, sarebbe un caso Cermis “al contrario”: all’epoca i militari americani responsabili della morte di 20 persone, uccise su una funivia in val di Fiemme dal passaggio di un aereo a quota troppo bassa, furono estradati in patria dal governo di centrosinistra.
 
“Al di là dell’indignazione di molti cittadini e delle critiche di gran parte dell’opposizione, - continuano i consiglieri - tale indignazione non ha mobilitato manifestazioni spontanee di protesta, salvo improvvidi assalti all’ambasciata ungherese di Roma”. Per questo si chiede al Comune di intervenire presso la Commissione Europea e il governo, a tutela “quantomeno del rispetto delle condizioni di un processo democratico e rispettoso della dignità della persona della nostra connazionale” e “di tutti i cittadini europei che potrebbero trovarsi in tali deprecabili situazioni”.
 
L’avvocato della Salis, raggiunto al telefono dall’Ansa, ha detto quest’oggi di prevedere che entro fine mese saranno completate le procedure necessarie per richiedere gli arresti domiciliari a Budapest. Tra questa c’è il versamento di una cauzione di 20 milioni di fiorini ungheresi, equivalenti a oltre 51 mila euro, e il reperimento di un domicilio “sicuro e sorvegliato” in città. Il legale, nel confermare la data del 28 marzo, ha detto che il giudice ha accelerato il caso anticipando la seconda udienza, finora prevista per il 24 maggio: “L’atteggiamento gentile e sorridente di Ilaria, anche se in catene, - è la speranza dei consiglieri cuneesi che la difendono - può contribuire a smantellare la montagna di odio sotto la quale vorrebbero seppellirla”.

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