CUNEO - 'La strada del Vallone di Elva non è solo una via di comunicazione, ma un'opera d'arte'

Ieri la presentazione degli eventi FAI 2018. L'intervista a Roberto Audisio: 'Nell'ultimo anno la Fondazione ha visto crescere le iscrizioni del 20%'

s.m. 18/01/2018 16:47

Nella serata di ieri, mercoledì 17 gennaio, la delegazione del FAI di Cuneo ha presentato, presso il Galì di Cuneo, il programma degli eventi 2018 (qui). Nell'occasione abbiamo intervistato Roberto Audisio, responsabile della comunicazione del Fondo Ambiente Italiano per il Piemonte e Valle d'Aosta.
 
Buongiorno Audisio, un anno se n'è appena andato e un altro sta per cominciare. Come sta il FAI?

Direi bene. Quest'anno le iscrizioni al FAI sono cresciute del 20%. Sono molto soddisfatto perché stiamo raccogliendo i frutti dell'attività sul territorio. La gente sta capendo sempre di più l'importanza di fidarsi del FAI, una Fondazione che sta facendo un qualcosa di concreto e tangibile.
In provincia di Cuneo la delegazione che comprende anche i gruppi di Fossano, Savigliano, Saluzzo, Alba e Bra conta 1.200 iscritti.

E se dovesse fare un bilancio degli eventi organizzati nell'anno appena concluso?

Beh, c'è grande soddisfazione. Tutti gli eventi hanno, nel loro piccolo, sempre successo. In particolare i viaggi hanno creato un gruppo di fedelissimi che partecipa proprio perché è organizzato da noi. Si tratta di viaggi molto specifici. Grandissima soddisfazione anche per le Giornate FAI di primavera, alle quali vediamo grande partecipazione, sia dalle famiglie agli esperti, fino ai curiosi: un pubblico trasversale.

Meglio scoprire qualche meraviglia misconosciuta che passare le domeniche nei centri commerciali. Si può riassumere così il fine delle Giornate del FAI?

Prendere consapevolezza del patrimonio che abbiamo è il primo passo per riconoscerlo e affezionarsi a ciò che abbiamo dietro casa. Strutture che vediamo tutti i giorni, ma non guardiamo con l'occhio giusto. Nel momento in cui uno si affeziona ha voglia anche di salvaguardarlo.

Il FAI non può lavorare in tutta Italia su tutti i beni, ma su molti di questi lo sta facendo. Vi state impegnando sulla strada del Vallone di Elva, a che punto siamo?

La strada del Vallone non deve essere pensata come una semplice via di comunicazione, ma come un'opera d'arte a tutti gli effetti. Un opera di land art ante litteram. La land art è una forma d'arte sviluppatasi negli anni '70, la strada del Vallone è stata inaugurata a inizio '900. Se iniziamo a ragionare non su una manutenzione della carrozzabile, ma su una restaurazione facciamo un grande passo avanti. Stiamo lavorando insieme al comitato della Strada del Vallone di Elva per proporre soluzioni alternative. Non è facile, ma stiamo sensibilizzando il più possibile chi di dovere per togliere dall'isolamento Elva, che è uno dei più bei paesi delle nostre montagne. Inoltre, come detto, la strada del Vallone può diventare elemento attrattivo in sé.

Un obiettivo raggiunto riguarda invece il Santuario di Santa Lucia, a Villanova Mondovì.

Si, è stata una bella soddisfazione. Quattro anni fa, nel corso del censimento sui luoghi del cuore, il Santuario di Villanova fu il secondo più votato in provincia di Cuneo, grazie a quelle oltre 2 mila firme raccolte il FAI si è attivato ed è riuscito ad ottenere un vincolo ambientale su tutta la zona intorno, che ha permesso la salvaguardia dell'area. Un primo passo verso la valorizzazione di un'area artisticamente importante, ma ancor di più a livello naturalistico e affettivo.

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