CUNEO - 'L’allontanamento dei minori dovrebbe essere sempre l’ultima ratio'

Il tema discusso ieri in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche della famiglia Chiara Caucino

30/01/2020 11:56

L’allontanamento dei minori, a parte i casi di abusi gravi e accertati, dovrebbe essere sempre l’ultima ratio”. Lo hanno affermato unanimi i rappresentanti delle famiglie che hanno segnalato casi relativi ai lavori dell’indagine conoscitiva sul sistema regionale di segnalazione e presa in carico dei casi di abuso e maltrattamento sui minori, di allontanamento dai nuclei familiari di appartenenza e della collocazione in comunità o affido che si è svolta ieri in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco, alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche della famiglia Chiara Caucino.
 
L’opinione comune dei rappresentanti delle associazioni intervenute – Comitato dei cittadini per i diritti umani (Ccdu), Unione nazionale associazione vittime italiane (Unavi) e #Bambinistrappati – è che, a differenza di quanto raccomandato dalle Carte internazionali e della Costituzione italiana, non sempre nei procedimenti siano al centro il minore e i suoi diritti.
 
I bambini non sono né di destra né di sinistra – ha sottolineato Paolo Roat del Ccdu – rappresentano il futuro della società e, in quanto tali vanno aiutati a crescere. Molti allontanamenti potrebbero essere evitati se ci si basasse sui diritti del bambino”.
 
L’abuso diagnostico – ha evidenziato Massimo Proietti di Unavi – può portare a ‘etichettare’ le famiglie con patologie psicopatologiche, quando a volte potrebbe essere sufficiente un aiuto di tipo economico per preservare l’unità familiare e permettere al minore di crescere nella propria famiglia d’origine. L’attenzione degli operatori, inoltre, è spesso rivolta verso i genitori, verso le problematiche tra gli adulti, e non verso il rapporto affettivo tra figli e genitori”.
 
Quello che colpisce – ha osservato Sara Deceglia di #Bambinistrappati - è la discrezionalità delle relazioni degli operatori, talora in contraddizione le une con le altre. E la mancanza di progetti, che lascia le famiglie in oblio autodistruttivo”.
 
È stata anche sottolineata la carenza di operatori che, obbligati a gestire un gran numero di pratiche, non di rado faccia sì che si rimanga arroccati sulle prime decisioni prese senza possibilità di valutare eventuali cambiamenti e miglioramenti intervenuti, e proprio a tal fine è stata sottolineata la necessità d’individuare linee guida rigorose che permettano agli operatori revisioni periodiche del proprio operato.
 
Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, i consiglieri Marco Grimaldi (Luv) e Maurizio Marrone (Fdi).
 
 
    

c.s.

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