CUNEO - Lauria torna a far domande sull'appalto assegnato al socio dell'assessore Giraudo

La gara pubblica riguarda l’installazione di videocamere di sorveglianza in corso Giolitti. Il consigliere di minoranza: "Finora risposte elusive"

s.m. 03/05/2021 16:21

Il consigliere comunale di minoranza Beppe Lauria torna sul “caso” dell’appalto per la videosorveglianza in corso Giolitti. Stamane, lunedì 3 maggio, il battitore libero della destra ha depositato all’ufficio protocollo una nuova interrogazione che troverà risposta nella prossima assemblea cittadina, in programma a fine mese. 
 
A far discutere è la decisione di assegnare i lavori per l’installazione delle telecamere lungo corso Giolitti alla ditta IN.RE.TE srl di Michele Chialva, con sede a Tarantasca. Chialva, indicato come “consulente per progetti di innovazione sociale, system integration e IoT” [Internet of things, ndr], fa parte della compagine sociale della startup innovativa Ping-S insieme a Domenico Giraudo, assessore all’Innovazione del Comune. Almeno nella fase preliminare era stato proprio Giraudo a seguire per conto della giunta il progetto. 
 
Nell’ultimo Consiglio comunale Lauria aveva sollevato una questione di inopportunità, contestando più di un passaggio su quanto avvenuto.  Le giustificazioni fornite da Giraudo e dal sindaco di Cuneo Federico Borgna sull’operato di palazzo Civico non hanno però soddisfatto l’ex An, che non è stato convinto neppure dalla relazione degli uffici fornitagli nei giorni successivi e ha parlato di “risposte elusive”. 
 
Tra le questioni poste da Lauria una serie di requisiti previsti dall'art. 83 del codice degli appalti e che la IN.RE.TE non avrebbe e la mancata applicazione del dm 37/2008: “Mi risulta che tutte le gare pubbliche siano fatte con l’osservanza del citato decreto. Cuneo è l’unica eccezione - spiega Lauria -. È come se si dicesse che l’appalto poteva essere tranquillamente fatto da un estetista o da un panettiere, con grandissimo rispetto delle citate categorie, se solo avessero aggiunto con 155 euro, qualche giorno prima dell’appalto, un codice attività riconducibile alla categoria degli impiantisti-elettricisti. Come dire che chiunque può concorrere all’appalto senza essere neppure elettricista”.
 
“Per quale motivo è stato detto che l’impianto è installato su suolo pubblico mentre risulterebbe allo scrivente installato su proprietà private, quindi edifici?” continua l’ex candidato sindaco. Tra gli altri punti interrogativi posti le certificazioni della IN.RE.TE. su altre opere elettriche realizzate. Infine, Lauria si chiede per quale motivo “la video-sorveglianza del Comune viene lottizzata in tanti piccoli appalti? Non è più conveniente e di più facile gestione aver a che fare con un unico operatore? Nel caso specifico, poi, come avverrà la rendicontazione avendo a che fare con due diverse tipologie di intervento? Piano periferie (finanziamento specifico) per una parte e progetto di videosorveglianza dall’altro?”.

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