CUNEO - Le Acli di Cuneo condividono l'appello alle istituzioni per far cessare il conflitto tra israeliani e palestinesi

Anche le associazioni cattoliche hanno chiesto che l'Italia si faccia promotrice di una forte azione diplomatica in Medio Oriente

Martedì scorso la manifestazione in piazzetta Audiffredi a Cuneo

20/05/2021 08:09

 
Riceviamo e pubblichiamo dalle Acli provinciali di Cuneo.
 
Le Acli provinciali di Cuneo condividono l’appello a cui hanno aderito anche le Acli Regionali del Piemonte, con il coinvolgimento di differenti realtà che operano in  Cuneo e provincia (tra cui la Pastorale Sociale e del Lavoro, l'Associazione Papa Giovanni XXIII, Emmaus, Orizzonte di Pace), lanciato da diverse organizzazioni, associazioni (tra le quali le Acli nazionali e Pax Christi Italia), sindacati e personalità della società civile italiana, con una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Presidente della Commissione Esteri Senato e al Presidente della Commissione Esteri della Camera, in cui si esprime profonda preoccupazione per quanto sta accadendo nella martoriata terra di Palestina e per chiedere che l’Italia si faccia promotrice di una forte azione diplomatica affinché cessi il conflitto tra israeliani e palestinesi.
 
A livello locale numerose realtà si stanno impegnando per affermare il diritto di questi popoli ad una pace giusta e stanno operando in questo senso con momenti informativi come quello organizzato martedì 18 maggio dalle associazioni di Cuneo che hanno aderito al documento, con la consegna della lettera aperta al prefetto e con un’opera di sensibilizzazione.
 
Nella lettera inviata alle istituzioni italiane si chiede di:
-fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di rimuovere l’assedio di Gaza e di fermare qualsiasi tipo di ritorsione contro la popolazione della Striscia di Gaza;
-impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
-esigere dal governo israeliano la rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
-sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale, evitando ulteriori rinvii;
-inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale, i giorni del voto e il conteggio dei voti, che si svolga secondo gli standard internazionali di trasparenza e con pieno diritto di voto per tutta la popolazione residente in Cisgiordania, nel distretto di Gerusalemme e nella Striscia di Gaza;
-agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.

c.s.

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