VALDIERI - Le Alpi Marittime vogliono diventare Parco Nazionale: "Sarebbe come giocare in A, mentre oggi siamo in B"

Il prossimo 15 febbraio una riunione sul tema con sindaci e presidenti delle Unioni Montane. Il presidente Giordano: "Sarebbero disponibili molte più risorse, PNRR compreso"

Micol Maccario 07/02/2023 11:00

La possibilità che le Aree Protette della Alpi Marittime diventino Parco Nazionale sembra sempre più vicina. L’ente comprende a partire dal 2016 due parchi naturali, Alpi Marittime e Marguareis, originariamente dotati di amministrazione autonoma: è composto da 110 mila ettari di terreno, diciassette Comuni e otto Unioni montane. E ancora, otto riserve naturali, oltre 500 chilometri di sentieri segnalati, tredici rifugi alpini, ventiquattro cime oltre i 3 mila metri, sette ghiacciai, i più meridionali delle Alpi: questi alcuni dei numeri riportati sulla “carta d’identità” delle Aree Protette. 
 
Un patrimonio ambientale di valore inestimabile, che permette a chi ama l’alta quota di vivere la montagna a 360 gradi, immergendosi nella natura incontaminata. “Adesso ci sono i presupposti perché diventi parco nazionale”, spiega il presidente delle Aree Protette delle Alpi Marittime Piermario Giordano: “Siamo già inseriti in un elenco dei parchi nazionali, tutti i sindaci sono favorevoli. Questo è l’anno buono per provare soprattutto perché il territorio è unito su questo discorso”.
 
Le antiche borgate di questa zona hanno insiti importanti frammenti di storia: case di caccia e chalet costruiti per volere dei re di Casa Savoia, strade militari che sono diventate oggi percorsi di pace. Il territorio potrebbe acquistare ancora più rilevanza se diventasse parco nazionale. “Diventarlo sarebbe come partecipare al campionato di serie A, mentre oggi facciamo parte di quello di serie B”, dice il presidente.
 
Le ripercussioni di questa decisione, che sarà discussa in una riunione prevista per il 15 febbraio a Roaschia con i Sindaci e i presidenti delle Unioni Montane, sarebbero importanti per il territorio. Secondo Giordano “sarebbero disponibili molte più risorse perché i parchi nazionali ottengono maggiori incentivi dal ministero e il personale diventa dipendente nazionale. Inoltre, ora non ci è possibile partecipare ai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
 
In Piemonte ci sono due parchi nazionali, il Gran Paradiso e il Val Grande, e si contano 77 tra parchi e riserve naturali regionali, più sette riserve speciali a tutela dei Sacri Monti del Piemonte. Si tratta di un’area molto vasta, che corrisponde a una superficie di circa 203.735 ettari, pari all’8,02% del territorio della regione. 
Le ricadute sul territorio poi sarebbero notevoli. “Per gli operatori sapere che è un parco nazionale lo rende più appetibile a livello generale”, dice Piermario Giordano. Ma non solo il parco ne trarrebbe benefici: “Ci sarebbe più turismo non solo nella zona interessata, ma tutto il territorio ne gioverebbe, anche le città vicine come Borgo San Dalmazzo, Cuneo e Limone”. 
 
Il presidente sottolinea che attualmente ci sono tutti i prerequisiti per operare il passaggio a parco nazionale. Inoltre, il territorio delle Alpi Marittime fa parte di un gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera (GECT) con il Parco del Mercantour. I GECT consentono ai partner di attuare progetti comuni, di condividere le conoscenze e migliorare il coordinamento della pianificazione territoriale. Il Parco del Mercantour è già parco nazionale, “noi invece siamo regionale. Sarebbe opportuno che fossimo tutti nazionali” per procedere di pari passo.
 
Dalla parte di questa decisione c’è anche il trattato del Quirinale tra Macron e Mattarella per una cooperazione bilaterale rafforzata. Il documento stabilisce che “l’Italia e la Francia sostengono la cooperazione tra le rispettive aree protette e i rispettivi parchi terrestri e marini”. “Questo ci aiuta molto a livello politico”, afferma Giordano.
 
Questa decisione “non presenta controindicazioni” e, per le tempistiche, “sarà un processo abbastanza veloce, dovrebbe concludersi nel giro di un paio di anni”. La riunione del 15 febbraio sarà fondamentale per riconoscere definitivamente il valore di quello che è “un fiore all’occhiello per questo territorio”. Si tratta del passo decisivo per valorizzare ulteriormente la bellezza delle nostre montagne e portare benefici a chi le vive ogni giorno.

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