CUNEO - 'Le crisi peggiori? Quelle che si sprecano': la Camera di Commercio presenta il 'Rapporto Cuneo 2020'

Dopo un 2019 in cui la Granda aveva fatto segnare risultati migliori rispetto alla media regionale, anche la nostra provincia si ritrova a fare i conti con il 'terremoto' Coronavirus

a.d. 14/07/2020 12:37

Le crisi peggiori sono quelle che si sprecano, ma questa provincia ha tutto per uscirne e rialzarsi: di certo non a breve termine, ma da qui a un anno. Il lockdown ha colpito duramente, servono fiducia e soprattutto politiche orientate al rilancio dei consumi, non solo indennizzi verso tutti. E' fondamentale non uscire da questa crisi uguali a come eravamo prima”. Lo ha detto Mauro Gola, presidente della Camera di Commercio di Cuneo, durante la presentazione del “Rapporto Cuneo 2020”, che si è svolta stamattina in videoconferenza: uno studio realizzato per scattare una “fotografia” della situazione economica provinciale, per fornire un quadro competitivo del nostro territorio sul panorama nazionale e non solo.
 
Un rapporto influenzato inevitabilmente dall’emergenza Coronavirus, che ha completamente stravolto le previsioni rompendo i trend consolidati negli ultimi anni. Ad illustrare i dati Sarah Bovini, responsabile dell’ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, e Livia Simongini di Prometeia, società specializzata in ricerca economica.
 
La provincia di Cuneo arrivava a questo 2020 dopo un 2019 tutto sommato positivo, con la gran parte degli indicatori che risultavano migliori rispetto alla media regionale: dal valore aggiunto per abitante (29.893 euro contro 28.677) al tasso di sopravvivenza delle imprese a 3 anni (73,4% a 67,3%), passando per il tasso di disoccupazione (4,8% a 7,6%), il tasso di disoccupazione giovanile (16,6% a 26,8%) e quello di occupazione (69,4% a 66%). Lo scorso anno la Granda ha generato un PIL di 19,5 miliardi di euro, producendo il 14% della ricchezza regionale e l’1% di quella italiana.
 
Poi, a inizio 2020, il terremoto Coronavirus. Una crisi dalle caratteristiche mai verificate prima, la “peggior recessione in tempi di pace della storia” - come l’ha definita Livia Simongini - per questo difficile da valutare nei suoi effetti e nei suoi impatti. Una crisi asimmetrica sia geograficamente che per settori, oltre che “asincrona” per tempistiche. Pesantissimi i due mesi di lockdown, durante i quali in provincia di Cuneo è rimasto attivo il 54,6% degli addetti delle imprese: in quel periodo la Granda ha fatto registrare un calo del PIL del -0,8% a settimana. Due mesi che hanno stravolto le abitudini di tutti e che potrebbero creare nuovi modelli di consumo: diversi indicatori, infatti, non sono ancora tornati ai livelli pre-Covid, ed è difficile prevedere se e quando ci torneranno. Sono aumentate le spese per i beni alimentari, per i prodotti per la pulizia della casa, per la salute, mentre ad oggi si sono assestate su livelli inferiori al pre-lockdown quelle per il tempo libero, per la mobilità, per la moda e gli accessori. “Esploso” l’e-commerce, con un aumento del 160% registrato a marzo rispetto allo stesso mese del 2019.
 
Un settore, quello delle vendite online, in cui il Piemonte resta però indietro rispetto alla media nazionale: l’incidenza a livello italiano è del 14%, in Piemonte il dato si ferma al 13,4%. Conseguenza, in parte, anche del digital divide e del ritardo nell’attivazione della banda larga in diverse zone della Provincia (il che si ripercuote anche sulla possibilità di lavorare da remoto, altro aspetto “accelerato” dall’emergenza sanitaria). Proprio quella della digitalizzazione è una delle principali sfide che l'impresa cuneese si prepara ad affrontare.
 
Per quanto riguarda il settore del turismo, senz’altro tra i più colpiti dalla crisi, i dati segnalano per la Granda la possibilità di assorbire il colpo in maniera migliore rispetto ad altri territori: le preferenze degli italiani, infatti, evidenziano un aumento dell’interesse per la montagna e per le aree rurali. Con 109.400 ettari Cuneo è la prima tra le province piemontesi per superficie delle aree protette. I turisti in provincia di Cuneo, inoltre, nel 2019 sono stati per il 63% italiani, mentre a livello nazionale questo dato si ferma al 50%. Questo potrebbe agevolare la Granda in un periodo in cui gli italiani stanno “riscoprendo” le vacanze in patria.
 
Per la nostra provincia scenari “meno negativi” rispetto alla situazione nazionale anche sotto il profilo del valore aggiunto: per la Granda nel 2020 si prevede un dato tra il -6 e il -8%, mentre a livello italiano le previsioni si assestano oltre il -8% (situazione che si lega soprattutto all’alta incidenza del settore alimentare sulla produzione della nostra provincia). Situazione analoga sotto il profilo dell’occupazione: tra il -4 e il -5% la previsione per Cuneo, oltre il -5% quella nazionale.
 
Inversa, invece, la tendenza per quanto riguarda l’export: lo studio condotto dalla Camera di Commercio prevede un -15% per la Granda, contro un dato tra il -12 e il -13% per l’Italia. 
 
Il Rapporto Cuneo 2020 è disponibile online alla pagina del sito camerale https://www.cn.camcom.gov.it/it/rapportocuneo2020.
 

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