CUNEO - Le difficoltà degli albergatori cuneesi: “Arranchiamo, ma siamo ancora in piedi”

A Cuneo e nelle vallate i problemi delle strutture ricettive sono gli stessi: “Abbiamo poche prenotazioni nel weekend, è dura andare avanti così”. Non manca, però, la fiducia: “Dobbiamo essere ottimisti”

Redazione 10/04/2022 08:58

“Sono stati anni complicati, ma abbiamo retto ed ora dobbiamo essere ottimisti”. Gente tosta, gli albergatori. Tramortiti da due anni devastanti per il Covid, proprio quando stavano per rialzare la testa si trovano a fare i conti con i rincari e la guerra che frenano la ripartenza del turismo. Ma non mollano.
 
“Devo essere ottimista, anche per il ruolo che ricopro – dice Giorgio Chiesa, che oltre ad essere titolare dell’Hotel Lovera, in via Roma, a Cuneo, è anche presidente degli Albergatori della provincia di Cuneo -. E’ importante trasmettere fiducia, anche attraverso iniziative come quella che si svolgerà ad Alba, nella Chiesa di San Domenico, il 4 aprile: il Marchio Ospitalità Italiana 2022, in cui premieremo le prime 62 strutture della Granda. Certo, non possiamo negare che le difficoltà ci sono. Dopo il Covid ora c’è la guerra, che condiziona psicologicamente la gente, rallentando il turismo, e che incide anche sui rincari. Far quadrare i conti è sempre più complicato: in tanti saranno costretti ad aumentare i prezzi”.
 
“Per il momento noi non ce la siamo sentita di farlo, ma presto lo faremo – spiega Marzia Pappadopolo dell’Hotel Victoria, in via Antonio Meucci, a Cuneo, che ha rilevato la struttura da 3 anni -: non sono in grado di fare il paragone con il periodo pre-Covid, posso dire che rispetto agli anni scorsi la situazione è migliorata, anche se si lavora di giorno in giorno e le prenotazioni sono poche. Non è facile: in settimana da noi pernottano i lavoratori, ma nel weekend c’è poco turismo. La gente è preoccupata per la guerra, e non ha soldi per i viaggi. Dove trovo la forza per andare avanti? Sono giovane e ho entusiasmo, ma capisco chi in questa situazione ha il desiderio di mollare tutto”.
 
Franca Gramondi, del Cuneo Hotel, in via Vittorio Amedeo II, mette sul piatto un altro tema, la mancanza di collegamenti con la Francia: “Ci penalizza molto. Quando il Tenda era aperto, venivano molti francesi, soprattutto per il mercato del martedì. Il nostro territorio paga anche questo, ecco perché penso che sia fondamentale puntare sull’aeroporto di Levaldigi: ha voli che funzionano, con ricadute importanti anche sul settore alberghiero. La nostra clientela è soprattutto di lavoratori, mentre a livello turistico siamo decisamente più carenti. Previsioni per il futuro? Io resto ottimista: Cuneo è una città bellissima, che piace, e la campagna di vaccinazione è andata bene: si ripartirà”
 
Ottimista, seppur con qualche interrogativo, anche Andrea Silvestro dell’Hotel Draconerium di Dronero, che è membro di Giunta dell’Associazione Albergatori Esercenti Operatori Turistici della provincia di Cuneo e fa parte del consiglio direttivo di Conitours: “Vediamo luce in fondo al tunnel, seppur un po’ offuscata. Le problematiche sono legate a tre fattori: il Covid, di cui si parla meno ma che continua a condizionarci; i rincari, dovuti al periodo storico, ma in cui si percepisce anche il fattore speculativo; e le difficoltà che stiamo riscontrando nel reperire personale, in parte per la mancanza di sensibilizzazione verso i giovani rispetto a lavori talvolta considerati più umili ma sempre di grande fascino”. Silvestro, che punta anche sul settore sportivo, è comunque fiducioso: “Il contraccolpo c’è stato, ma nel nostro territorio il settore ha retto. Significa tanto, è una consapevolezza che deve trasmettere ottimismo. La speranza è che in un paio di anni si possa tornare ai livelli pre-Covid”.
 
Traspare meno fiducia e maggiore preoccupazione dalle parole di Debora Soldà, che insieme alla famiglia gestisce l’Albergo Ligure a Vinadio, in Valle Stura: “Abbiamo questa struttura da 80 anni, ma sinceramente, se dovessi avviare un’attività adesso, non credo che me la sentirei di investire in questo settore. Il momento è complicato, è difficile andare avanti. Di turismo ce n’è poco: una volta ospitavamo più stranieri, ora se ne vedono pochi. Anche la chiusura degli impianti sciistici di Argentera ci ha penalizzato. Prima del Covid, solitamente in estate assumevamo dei ragazzi, adesso non possiamo più farlo. Per fortuna c’è l’Acqua Sant’Anna, grazie a loro molti lavoratori si fermano da noi”.

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