CUNEO - “Le gelate di quest’anno mettono a rischio il sistema di accoglienza dei braccianti”

Per la vicesindaco di Cuneo Patrizia Manassero “il vero tema sarà l’assenza di lavoro”. Intanto dieci comuni si preparano alla raccolta frutta: 179 i posti letto disponibili

Andrea Cascioli 26/05/2021 20:20

 
Manca meno di un mese al termine di una primavera davvero anomala in termini climatici. Aprile, in particolare, è stato uno dei più freddi in Piemonte negli ultimi sessantaquattro anni: le gelate dei giorni 7 e 8 hanno avuto un impatto devastante sui frutteti, peraltro in fioritura precoce dopo un’anomalia termica positiva di 2,6 gradi a febbraio e una serie di giornate di stampo quasi estivo tra fine marzo e inizio aprile.
 
Con gli effetti del freddo anomalo dovrà naturalmente fare i conti la nostra agricoltura, anche in termini occupazionali: “È il vero tema di quest’anno: più che l’accoglienza in azienda avremo probabilmente da affrontare l’assenza di lavoro” conferma la vicesindaco di Cuneo Patrizia Manassero, intervenuta nell’ultimo Consiglio comunale. Le gelate, ha spiegato, sono intervenute su tutti i frutti in raccolta dopo il mirtillo fino ad arrivare alla mela. La questione pone più che mai al centro il nodo della mancata concordanza tra domanda e offerta di lavoro nel settore: “Uno dei temi centrali nell’arrivo ‘disordinato’ e non rispettoso delle aspettative dei lavoratori sta nelle modalità d’ingaggio: c’è un’eccessiva presenza di piattaforme, un’autonomia disordinata che richiama la necessità di darsi una norma”.
 
Della questione è stato interessato anche il governo, per il tramite del prefetto Fabrizia Triolo, nel corso dell’ultimo incontro con gli amministratori comunali. La Regione Piemonte intanto ha formalizzato mercoledì 19 la costituzione di un’unità di crisi composta da medici del territorio che vede confermato nel ruolo di coordinatore il dottor Giuseppe Guerra con il dottor Mauro Negro come vice: saranno loro a gestire le questioni connesse alla salute dei braccianti, rispetto al Covid ma non solo.
 
Ieri (martedì 25) al castello di Lagnasco si è tenuto un primo incontro tra i comuni firmatari del protocollo per l’accoglienza degli stagionali. Quest’anno sono due in più: Manta e Scarnafigi si sono uniti alle amministrazioni di Saluzzo, Lagnasco, Verzuolo, Costigliole Saluzzo, Savigliano, Busca, Tarantasca e Cuneo. Il loro contributo porta a 179 i posti disponibili sul territorio, 60 in più rispetto allo scorso anno. Con ogni probabilità l’accoglienza sarà attiva a partire dal prossimo 1 luglio.
 
Dal ministero è arrivato un contributo di 500mila euro, sollecitato dalla Prefettura, per consentire a ciascun comune di ampliare le strutture a disposizione. Ai fondi governativi si aggiungono quelli del bando regionale che prevedono un’erogazione di 25mila euro per ogni centro interessato. In termini occupazionali, i dati dei centri per l’impiego vedono una crescita esponenziale negli ultimi tre anni: si è passati da circa 13mila contratti a oltre 18mila e da circa 8mila lavoratori a più di 11mila. Nonostante il lieve incremento di lavoratori italiani tra il 2019 e il 2020, aumentano soprattutto i braccianti dell’Africa subsahariana che ora superano sia quelli di origine Ue che gli altri extracomunitari per numero di contratti.
 
Il capoluogo provinciale, con 705 contratti sottoscritti nel corso del 2020, è al quarto posto in provincia dopo Revello, Saluzzo e Verzuolo. Nell’ottica della prevenzione del contagio da Covid-19, ha ricordato la vicesindaco, durante tutto lo scorso anno sono stati distribuiti tamponi anche ai senza fissa dimora. Per i braccianti sono già state individuate strutture idonee alla quarantena, così come per le persone che non possono trascorrerla nel proprio domicilio.

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