CUNEO - Le imprese della provincia di Cuneo cercano manodopera, ma non la trovano

"Nella Granda il problema è più accentuato rispetto ad altri territori, la disoccupazione è al 4%". Il presidente degli Industriali Mauro Gola: "Serve maggior coordinamento tra scuola e aziende"

Mauro Gola, presidente Confindustria Cuneo

Samuele Mattio 21/02/2022 16:39

Le imprese cuneesi cercano manodopera, ma non la trovano. Questo uno degli argomenti più significativi affrontati l’altro giorno dai vertici di Confindustria alla presentazione della consueta indagine congiunturale sulle aspettative degli imprenditori cuneesi nel primo trimestre dell’anno. Nonostante il caro-energia e i venti di guerra gli industriali della Granda vedono il bicchiere mezzo pieno e restano piuttosto ottimisti sui mesi a venire, tant’è che una delle maggiori preoccupazioni è data dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro. “C’è carenza di personale a tutti i livelli, dalla manodopera ai manager - spiega Giuliana Cirio, direttrice di Confindustria Cuneo -. Nella nostra provincia la disoccupazione è al 4% (contro una media nazionale del 9% - dato Istat), sentiamo questo problema in misura maggiore rispetto ad altri territori”. Secondo la Cirio è necessario che la politica prenda in mano il pallino del gioco: “L’auspicio è che venga organizzata una regia, non si possono lasciare le aziende da sole a cercare personale e le scuole a cercare allievi. Il problema va coordinato in un orientamento unico votato alla crescita della società nel suo complesso”.
 
A farle eco il presidente degli Industriali Mauro Gola, che da tempo sostiene la necessità di un maggior coordinamento tra scuola e imprese: “Serve più programmazione e una stretta collaborazione con il settore produttivo, è un dato di fatto che ad oggi i settori della manifattura industriale e alimentare offrono un maggior impiego”. Per sostenere la sua tesi il leader di Confindustria sceglie un esempio efficace: “Se a Cuneo escono dieci mila bagnini all’anno è difficile impiegarli - afferma - eppure ad oggi industria, servizi e commercio non trovano addetti”. “Tra i problemi a cui dobbiamo far fronte c’è anche il calo delle nascite - continua Gola -. In dieci anni abbiamo perso un milione di persone, un bilancio solo parzialmente compensato dall’immigrazione”. Intanto nei mesi scorsi si è registrato un passaggio piuttosto significativo: “Durante il lockdown l’industria ha assorbito tante figure del commercio e della ristorazione: un travaso forse favorito da contratti più stabili”. Secondo un recente studio nell’ultimo trimestre le aziende cuneesi hanno ricercato 5.300 posizioni lavorative, in gran parte operai specializzati, seguiti a ruota da figure dei settori del commercio e del turismo.
 

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