BUSCA - "Le scuole non sono focolai. Noi dirigenti rispetteremo la scelta, ma gli effetti possono essere disastrosi"

Il dirigente scolastico del Carducci risponde alla missiva di un genitore ricordando la lettera spedita qualche giorno fa a Cirio

Redazione 09/03/2021 11:40

Dopo aver pubblicato la lettera di un genitore al dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo di Busca e al direttore dell'Usr, il quale lamentava la mancata concessione della didattica in presenza per i figli dei lavoratori essenziali, riceviamo e pubblichiamo la risposta del dirigente dell'IC Carducci.
 
Gentile direttore,
in merito alla lettera pubblicata sul Vostro spett.le quotidiano relativa alla chiusura della scuola durante il periodo 8 marzo - 20 marzo, mi permetto di condividere la lettera che i Dirigenti Scolastici hanno trasmesso al Presidente della Regione che ha un tono significativamente diverso rispetto a quanto affermato dal genitore. In particolare, vorrei precisare che tutti i dirigenti scolastici sottoscrittori hanno richiesto il mantenimento in presenza dell'attività didattica per il primo ciclo di istruzione (infanzia - primaria e secondaria di I grado).
 
Con la speranza che la comunicazione sia resa nota, La saluto cordialmente
 
 
Davide Antonio Martini - Dirigente Scolastico IC Carducci di Busca
 
 
Di seguito il testo della missiva inviataci dal dirigente:
 
Al Presidente della Giunta Regionale, Dott. Alberto Cirio
 
E p.c.: al Direttore dell’U.S.R. Piemonte, Dott. Fabrizio Manca al Dirigente dell’U.S.T. di Cuneo, Dott.ssa Maria Teresa Furci ai mezzi di informazione
 
Oggetto: sospensione delle attività didattiche in presenza e conseguenze sociali
 
Egregio Presidente,
Lei si sta accingendo a prendere decisioni di grande rilevanza per tutta la comunità piemontese, ai sensi del DPCM 2 marzo 2021, soprattutto per quanto attiene alla sospensione delle attività didattiche in presenza. Viene data per certa la sospensione dal 8 marzo 2021 per tutti gli alunni del 2° ciclo e per quelli delle classi 2^ e 3^ della scuola Secondaria di 1° grado; ma ora si tratta di prendere decisione analoga, motivata dai crescenti ritmi di diffusione del contagio, anche per gli alunni più piccoli, quelli dell’Infanzia, della Primaria e della classe 1^ Secondaria.
 
Noi siamo Dirigenti scolastici, siamo funzionari dello Stato. Qualunque sia la Sua decisione noi la rispetteremo e la attueremo con scrupolo, come abbiamo sempre fatto fino ad ora, guidando le nostre scuole attraverso situazioni inedite e difficili. Se ci permettiamo di rivolgerci a Lei è per offrirLe qualche elemento in più di cui, se vorrà, potrà tenere conto.
 
In questi ultimi giorni sono pervenute alle nostre scuole, in particolare a quelle del primo ciclo, numerose richieste di genitori che, nel caso venga attivata la DAD, chiedono che i propri figli vengano comunque ammessi a frequentare le lezioni in presenza. Fanno riferimento al DPCM del 2 marzo 2021, ma soprattutto alla nota interpretativa del Ministero dell’Istruzione n°1990 del 5 novembre 2020, nella quale si afferma:
 
Nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste, attenzione dovrà essere posta agli alunni figli di personale sanitario (medici, infermieri, OSS, OSA...), direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell’età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza.
 
Questa nota interpreta e chiarisce, nelle intenzioni dell’estensore, il DPCM 3 novembre 2020, che dà indicazioni sulla possibilità di continuare a svolgere attività in presenza anche durante la DAD, per alunni con disabilità o BES. D’altra parte, a seguito del DPCM 2 marzo 2021 è stata emessa la Nota interpretativa del Ministero dell’Istruzione n° 343 del 4 marzo 2021, nella quale si legge:
 
A questo proposito, restano attuabili, salvo ovviamente diversa disposizione delle Ordinanze regionali o diverso avviso delle competenti strutture delle Regioni, da verificare da parte degli USR, le disposizioni del Piano Scuola 2020-2021 (“Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione”, approvato con DM 26 giugno 2020, n. 39), nella parte in cui prevedono che vada garantita anche “la frequenza scolastica in presenza... degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione”, secondo quanto indicato dalla nota 1990/2020, “nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e ... anche in ragione dell’età anagrafica”.
 
Allo stato attuale risulta impossibile stabilire chi abbia diritto a continuare ad usufruire della didattica in presenza, per l’indeterminatezza delle categorie cui si fa riferimento; l’accoglimento di queste richieste apre alla possibilità che l’eventuale sospensione delle attività didattiche in presenza venga praticamente aggirata e vanificata dal ricorso a queste clausole.
 
Da parte dei richiedenti viene fatto riferimento anche alla risposta ad una FAQ pubblicata sul sito della Regione Lombardia:
Vi sono deroghe a quanto previsto in tema di sospensione dei servizi educativi e scolastici in presenza nelle c.d. fasce rosse e arancione scuro?
Le Ordinanze del Presidente della Regione n. 701/2021 (prorogata dalla Ordinanza n. 706/2021) e n. 705/2021 fanno esplicitamente salva la possibilità di svolgere attività in presenza per alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. A ciò si aggiunge quanto previsto dal Ministero dell’Istruzione con nota n. 1990 del 5 novembre 2020 emessa a seguito del DPCM 3 novembre 2020 ossia che “nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste, attenzione dovrà essere posta agli alunni figli di personale sanitario (medici, infermieri, OSS, OSA...), direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell’età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza.” Tale indicazione è da intendersi applicabile anche in relazione alle predette Ordinanze regionali e ad eventuali futuri analoghi provvedimenti regionali, per quanto attiene sia ai servizi socio-educativi per la prima infanzia che alle scuole, compatibilmente con le condizioni organizzative dei singoli servizi ed istituti nonché nel rispetto dell’autonomia scolastica.
 
E’ molto probabile che le scuole si trovino ad affrontare tali richieste in ordine sparso, senza la coerenza che è dovuta da parte di pubbliche amministrazioni che erogano un servizio essenziale come quello dell’istruzione.
 
Vogliamo anche ricordare che, nel caso le attività in presenza siano effettivamente sospese, gli insegnanti saranno impegnati da lunedì 8 marzo e nei giorni a seguire nello svolgimento del loro lavoro nella modalità DAD, secondo gli orari stabiliti da ogni istituto nel quadro del Regolamento della Didattica Digitale Integrata adottato. Tutte le scuole si sono organizzate per mantenere in presenza gli alunni con disabilità o BES, facendo affidamento sugli insegnanti di sostegno e sugli assistenti all’autonomia; ma la presenza di un numero consistente ed ulteriore di alunni metterebbe senz’altro a rischio lo svolgimento di attività didattiche, se non addirittura i compiti di vigilanza sui minori. La situazione che si prospetta, pertanto, configura problemi gestionali e ricadute sociali che rischiano di essere più gravi di quanto avverrebbe mantenendo aperte le attività in presenza.
 
Siamo consapevoli delle gravi difficoltà in cui si trovano molte famiglie, della loro esigenza di trovare una sistemazione per i bambini ed i ragazzi; crediamo che la Scuola italiana, come ogni altro comparto della società, debba fare tutto ciò che è possibile per ridurre gli effetti devastanti della pandemia, particolarmente sulle giovani generazioni. Sappiamo anche che la DAD, strumento prezioso e necessario in questo frangente, non può essere paragonata alla didattica in presenza eche l’isolamento sta producendo effetti negativi, sia sul piano cognitivo che su quello esistenziale, dei bambini e dei ragazzi, in specie i più deboli.
In forza di queste considerazioni, Le chiediamo, nell’esercizio delle Sue funzioni, di tenere conto della possibilità di non sospendere la didattica in presenza, almeno nelle scuole del 1° ciclo. Ci permettiamo di farLe presenti queste nostre considerazioni:
 
- le scuole non sono focolai: generalmente i contagi avvengono all’esterno dell’ambiente scolastico ed è dall’esterno che vengono portati nelle aule;
- quando si verificano casi COVID scattano immediatamente le procedure di garanzia che abbiamo ormai collaudato e che si sono dimostrate efficaci;
- fuori dalle scuole non c’è alcuna garanzia che i giovani osservino con scrupolo le stesse regole (DPI, distanziamento, controllo degli adulti) che vengono fatte rispettare nell’ambiente scolastico;
- le scuole del primo ciclo hanno bacini di utenza corrispondenti allo stesso territorio in cui si trovano; la frequenza non dà adito a flussi di mobilità forieri di nuovi contagi;
- le conseguenze sociali, ed anche economiche, di una nuova sospensione dell’attività scolastica per le famiglie del nostro territorio, potrebbero avere effetti disastrosi ed andare ad aggravare una situazione già pesantissima.
 
Nel caso in cui Lei voglia muoversi in questa direzione e decidere di confermare le attività in presenza, almeno per il primo ciclo, sappia che le scuole sono pronte: ci facciamo garanti dell’impegno e del senso di responsabilità di tutto il personale scolastico, tutti faranno la loro parte, noi per primi.
 
Seguono le firme di 34 Dirigenti scolastici della provincia di Cuneo

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