CUNEO - L’industria cuneese tira più della crisi: +6,4% nel quarto trimestre 2021

Crescita a due cifre nell’ambito del tessile, abbigliamento e calzature. Le piccole e medie imprese fanno meglio dei “giganti”

16/03/2022 14:50

Nel IV trimestre 2021 la produzione industriale in provincia di Cuneo ha segnato un incremento del +6,4% rispetto all’analogo periodo del 2020, in linea con il dato regionale (+6,8%). Risultato, quello cuneese, che testimonia il buon andamento registrato nel corso dell’intero anno. Il 2021 ha infatti fatto registrare: nel I trimestre un +5,2%, nel II trimestre un +12,8% e nel III trimestre un +6,1%.
 
Considerando l’andamento dell’intero 2021 emerge che la produzione dell’industria manifatturiera provinciale ha realizzato una variazione tendenziale media annua del +7,6%. Nel 2020, giustificata dagli effetti della crisi epidemiologica, è stata del -3,3% mentre nel 2019, in condizioni economiche regolari, era del +1,1%.
 
Il risultato della produzione industriale nel IV trimestre 2021 (+6,4%) si associa ai buoni livelli registrati da tutti gli indicatori congiunturali analizzati: molto positiva la variazione del fatturato salito dell’11,8% e sostenuto dalla componente estera (+10,6%); positivo il trend dei nuovi ordinativi del mercato estero con +7,6% e da quello interno con +5,8%. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 71,74%.
 
Sono questi alcuni dei risultati emersi dalla 201ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei primi mesi del 2022, con riferimento ai dati del periodo ottobre - dicembre 2021, e ha coinvolto 1.761 imprese industriali piemontesi di cui 257 cuneesi per un totale di 11.248 addetti e un valore pari a oltre 3,2 miliardi di euro di fatturato.
 
“Il profilo dell’anno appena trascorso che emerge dall’indagine congiunturale conferma il trend estremamente positivo del sistema imprenditoriale cuneese. Questi dati, abbinati a quelli ancora più lusinghieri dell’export, fotografano un tessuto produttivo in salute che è chiamato a superare le difficoltà date dall’emergenza sanitaria, dall’aumento spropositato dei costi energetici, dall’inflazione e dalle conseguenze del conflitto russo/ucraino - afferma il presidente Mauro Gola -. Servono misure rapide ed efficaci in favore di famiglie e imprese per fronteggiare l’aumento dei costi dell’energia ed è necessario un ripensamento delle politiche energetiche future”.
 
Esaminando i risultati ottenuti nel IV trimestre 2021, si riscontra che la dinamica positiva della produzione industriale ha interessato tutti i settori di attività. Il risultato migliore è stato registrato dalle industrie tessili, dell’abbigliamento e delle calzature con un +14,4 %, dalle altre industrie manifatturiere che hanno realizzato un incremento tendenziale del +7,4%, seguite dalle industrie alimentari con un +6,0% per chiudere con le industrie metalmeccaniche che hanno riportato un +5,0%.
 
La decisiva crescita dell’output ha coinvolto tutte le classi dimensionali d’impresa ad eccezione di quelle più grandi (oltre 250 addetti) che hanno registrato una sostanziale stabilità. La parte del tessuto manifatturiero che mostra invece la performance migliore è rappresentata dalle aziende di medie dimensioni (50-249 addetti) con una crescita dello 10,7%, seguite dalle piccole imprese (numero di addetti compreso tra le 10 e le 49 unità) con +7,1% e dalle micro imprese (meno di 9 addetti) con un +5,2%.

c.s.

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