CUNEO - L’ultima guerra dell’acqua: Egea impugna la delibera dell’Ato

A luglio l’autorità aveva imposto a Cogesi la liquidazione del valore residuo entro l’anno. Ora un nuovo ricorso: “Un tormento” sospira la sindaca di Cuneo

Andrea Cascioli 17/09/2025 19:15

Visto l’argomento, l’espressione “doccia fredda” è quanto mai appropriata. La guerra dell’acqua in provincia di Cuneo non è ancora finita, a quattordici anni dal referendum sulla ripubblicizzazione. L’ultima notizia è che Egea, nella giornata di martedì, ha impugnato davanti al Tar la delibera sulla liquidazione del valore residuo, varata dall’Ato 4 a luglio scorso. Un breve riepilogo a uso di chi non avesse seguito tutta la telenovela: Egea è l’ultimo tra i gestori privati a cui il consorzio pubblico Cogesi deve subentrare. Per perfezionare l’operazione, però, il consorzio deve mettere sul tavolo 69 milioni, una sorta “buona uscita” per gli investimenti infrastrutturali e non realizzati nel corso degli anni. Sulla liquidazione di questo valore residuo il fronte dell’acqua pubblica e la multiservizi albese si sono scontrati per lungo tempo, tra proroghe e recriminazioni reciproche. La delibera assunta dall’autorità d’ambito (ovvero l’organismo “giudice” di questa contesa, di cui fanno parte tutti i sindaci della provincia) sembrava aver appianato la controversia. Si era stabilito in quella sede di concedere a Cogesi di liquidare la somma dovuta entro il 30 novembre. Il consorzio guidato da Momo Di Caro (da poco riconfermato al vertice dell’ente) si è dato da fare per raggranellare i soldi, attraverso un aumento di capitale sottoscritto dalle varie società (tra cui Acda, partecipata del Comune di Cuneo) e una linea di credito aperta presso gli istituti bancari. È proprio questa circostanza a preoccupare ora la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero: il ricorso, dice, “ci preoccupa perché siamo nella fase finale, in attesa di erogazione del mutuo da parte degli istituti di credito”. Egea per giunta chiede ai giudici amministrativi una sospensiva che, se accolta, congelerebbe il lavoro avviato. Nei mesi scorsi, in realtà, l’ipotesi del ricorso era già aleggiata a mezza voce nelle stanze dei bottoni. C’era chi - come il presidente della Provincia Luca Robaldo - la considerava più che probabile e chi, come la sindaca per sua stessa ammissione, sperava che l’acqua pubblica superasse le ultime anse e cominciasse a uscire dai rubinetti senza ulteriori intoppi. “Cogesi e l’Ato procederanno alla difesa della posizione, l’ennesima difesa sul tema dell’acqua, auspicando che possa essere quella definitiva” commenta ora Manassero. Un certo disappunto traspare nei confronti di una società che, nonostante il cambio di management, continua ad agire come ai vecchi tempi del patron Pierpaolo Carini. Con una differenza di non poco conto, perché mentre la “vecchia” Egea era a tutti gli effetti un soggetto privato quella nuova è una controllata di Iren, ovvero la multiservizi di cui sono principali azionisti i comuni di Torino, Reggio Emilia e Genova. Tutte solide amministrazioni di centrosinistra, sia detto en passant, e alfieri almeno a parole dell’acqua pubblica. Al consigliere Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni, che rileva questo aspetto “curioso” in sede di commissione, la sindaca risponde con un sospiro: “Non è curioso, è un tormento”. Ma questa volta, assicura, Egea non ha più le sponde politiche che fino all’altro ieri l’hanno supportata - soprattutto nell’Albese - nelle sue infinite contese con il gestore pubblico. La palla passa, di nuovo, ai tribunali.

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