CUNEO - Messa in Duomo per il neocardinale Marengo: “A Cuneo ho conosciuto le persone più belle”

Il 48enne è il più giovane porporato della Chiesa. Di fronte ai fedeli cuneesi ha ricordato papa Giovanni Paolo I nel giorno della beatificazione

Andrea Cascioli 04/09/2022 19:58

Un Duomo di Cuneo gremito ha accolto nel pomeriggio il cardinale Giorgio Marengo, fresco di nomina papale nell’ultimo concistoro.
 
Il 48enne, nato a Cuneo da papà bovesano e mamma di Mondovì ma cresciuto a Torino, è il prefetto apostolico di Ulan Bator in Mongolia. Dallo scorso 27 agosto è anche il più giovane porporato della Chiesa cattolica. Prima di far rientro in Mongolia, dove sogna di accogliere la visita del papa, è voluto tornare nella “sua” Granda per una celebrazione eucaristica, alla presenza del vescovo monsignor Piero Delbosco e del vescovo emerito monsignor Giuseppe Cavallotto.
 
Nell’omelia ha speso parole di affetto per Cuneo e per i cuneesi: “Ho avuto la grazia, nella mia formazione, di conoscere sacerdoti esemplari e anche laici esemplari. Mi piace ricordarlo qui perché le persone più belle le ho conosciute a Cuneo e gli amici più cari dei miei sono ancora qui oggi. Su questo substrato umano, che è la risorsa della vostra terra, accogliete il messaggio del Vangelo e diventerete fenomenali”. Nel giorno in cui papa Giovanni Paolo I viene proclamato beato, il cardinal Marengo ha accostato il suo esempio di umiltà (“posso essere una ciabatta rotta, ma è Dio che opera in me” disse in un’occasione papa Luciani) a quello di uno zio seminarista, Ezio Marengo, morto di leucemia a soli sedici anni nel 1953: di lui si parlava come di un “Domenico Savio del Cuneese”. “Ringrazio tutti quanti voi - ha aggiunto il porporato - per le qualità umane che avete di gente buona, gente semplice, che non cerca di essere vista dal mondo”.
 
Da missionario della Consolata, Marengo è attento in particolare alla “nuova evangelizzazione” che dai primi anni Duemila porta avanti in terra mongola: “Il messaggio che la Chiesa porta in tutto il mondo non è un messaggio politico, non è neanche una fuga dal mondo” ha detto, ricordando come “molti dei primi missionari erano della provincia di Cuneo”. La sua chiesa, una delle più piccole al mondo, conta poco meno di 1500 battezzati: di fronte ai fedeli cuneesi ha voluto ricordare in particolare una di loro, una ragazza focomelica nata senza gambe né mani, “che ha capito che poteva vivere quella disabilità in una luce nuova. Oggi è una catechista ed è la segretaria di una delle nostre parrocchie”.
 
“Porterò nel cuore l’affetto dei cuneesi, che mi scalderà nelle lunghe notti d’inverno a Ulan Bator” ha concluso il cardinale, ringraziando gli organizzatori della sua visita. A fine messa ha ricevuto il saluto delle autorità civili e religiose presenti, tra cui la sindaco Patrizia Manassero.

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