CUNEO - Messe ancora sospese, la dura nota della CEI: 'Compromesso l'esercizio della libertà di culto'

La posizione della Conferenza Episcopale Italiana dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm: 'La Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale'

Redazione 27/04/2020 09:30

I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. E’ un passaggio della dura nota emessa dalla CEI, Conferenza Episcopale Italiana, nella serata di ieri, dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in materia di misure di contenimento del Coronavirus. Il provvedimento dal 4 maggio permetterà la i funerali in forma ridotta, mentre resterà sospesa la celebrazione delle Messe, decisione che ha portato alla dura reazione da parte della CEI. 
 
Sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”: lo aveva dichiarato il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un’intervista rilasciata giovedì 23 aprile ad Avvenire, dopo un’interlocuzione tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio. Un’interlocuzione - scrive la Conferenza Episcopale - nel corso della quale “più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.
 
Ora, - prosegue la nota - dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.

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