CERVERE - "Negli ultimi dieci anni in Granda hanno chiuso 104 stalle, la filiera è a rischio"

Così il senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, ospite a Cervere di un workshop dedicato ai bovini di razza Piemontese, promosso dal Comune in collaborazione con Anaborapi e Coalvi

21/09/2021 11:05

Negli ultimi 10 anni in Granda hanno chiuso 104 stalle, la filiera è a rischio. Fondamentali i sostegni mirati a rinforzare il settore”. Così il Senatore cuneese Giorgio Maria Bergesio, membro della commissione agricoltura del Senato, che ieri è stato ospite a Cervere, in occasione del workshop “I nuovi IBeef2, obiettivi di selezione, etichettatura volontaria IT007ET”, dedicato ai bovini di razza Piemontese, promosso dal Comune di Cervere in collaborazione con Anaborapi e Coalvi.
 
Nel corso dell’evento è stata anche inaugurata la mostra fotografica “La Piemontese” che è stata visitata dagli alunni delle scuole accompagnati dagli insegnati.
 
L’iniziativa è stata organizzata in sostituzione della tradizionale Fiera Zootecnica di Santa Croce, che a causa dell’emergenza sanitaria non ha potuto svolgersi.
 
In Piemonte nel 2010 le stalle di bovini da carne erano 3.625, con 264.488 capi – ha sottolineato Bergesio -. Oggi sono scese a 2.828, 797 in meno, con 239.821 animali, con una riduzione di 24.667 capi. Nella provincia di Cuneo, dove il comparto è più radicato e le aziende più forti, la diminuzione è stata inferiore: dal 2010 ad oggi, delle 1103 aziende zootecniche della nostra provincia, con 125mila capi, ne sono rimaste 999, con 122.000 animali. Abbiamo perso quindi 104 stalle. Tutto questo evidenzia le difficoltà del comparto. E purtroppo difficilmente si potranno recuperare, in quanto servirebbero investimenti troppo onerosi, di cui oggi i giovani non dispongono, sebbene il settore rappresenti una importante opportunità di lavoro”.
 
Nell’ultimo anno la crisi si è acuita, con prezzi all’origine stazionari o in diminuzione e quelli delle materie prime in rialzo. I cereali, ad esempio, sono aumentati del 50% in 6 mesi.
 
Le imprese lavorano in perdita – ha ricordato il Senatore Bergesio -. Si rischia la chiusura di altre aziende con grave danno della filiera agro-zootecnica ma anche del paesaggio. La stessa razza Piemontese, in seguito alla limitazione causa Covid dell’attività di ristorazione collettiva e scolastica, ha fatto registrare una flessione del 25% del prezzo del bovino maschio rispetto a quello della femmina”.
 
Per il settore zootecnico durante la pandemia sono state deliberate una serie di misure di sostegno. A cominciare dal decreto legge 34 del 2020 “Rilancio”, che ha assegnato ad Ismea ulteriori 250 milioni di euro per il 2020 in relazione all’operatività delle garanzie. Inoltre è stato istituito il Fondo emergenziale per le filiere in crisi con cui sono stati assegnati 90 milioni di euro per il 2020.
 
Altri interventi sono stati inseriti nel decreto “Semplificazioni”, che ha esteso la possibilità di chiedere anche contributi a fondo perduto, e con “Sostegni bis”, che ha innalzato al 9,5%, per il 2021, la misura delle percentuali di compensazione Iva applicabili alle specie di animali vivi suini e bovini, ha disposto l’incremento del Fondo per sviluppo e sostegno delle filiere agricole, pesca e acquacoltura per 5 milioni di euro per il 2021 per contributi agli allevatori di bovini, ha esteso alle imprese femminili l’applicabilità delle misure agevolative per imprenditorialità e ricambio generazionale, ed ha assegnato ad Ismea 80 milioni di euro per il 2021 per la gestione delle garanzie. Infine sono stati assegnati con decreto pubblicato in GU del 13 settembre 2021 alla filiera zootecnica 94 milioni di euro di cui 42 milioni agli allevamenti dei bovini da carne e 26 milioni a quelli delle vacche da latte.
 
Ma la situazione del settore resta grave. Una produzione di altissima qualità, come la razza Piemontese, va tutelata. Occorre tenere alta la guardia e continuare a sostenere il comparto con misure adeguate alla severità della crisi”, ha concluso Bergesio.

c.s.

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