CUNEO - Nel 2011 richieste autorizzazioni per lavori di consolidamento sotto il ponte dell'Est-Ovest, ma non sono mai stati eseguiti

L'Anas scriveva di 'un'azione erosiva in atto' da parte del fiume Stura che potrebbe interessare due piloni: sono passati otto anni e...

Samuele Mattio 08/03/2019 17:12

Sulla manutenzione delle infrastrutture, nel nostro paese, c'è poco da scherzare. L'ennesima prova è stata la tragedia del Ponte Morandi, ancora vivida negli occhi e nella mente di tutti gli italiani. Nelle settimane successive al crollo i giornali, locali e non, sull'onda emozionale del disastro del viadotto sul Polcevera, hanno ripreso foto più o meno allarmistiche delle precarie condizioni di piloni dei ponti da Bolzano a Enna. In alcuni casi con cognizione di causa, altre meno. 

Anche in quel di Cuneo c'è stato chi ha manifestato l'esigenza di intervenire su un ponte, peraltro il più importante del capoluogo: il viadotto Sarti. A indicare la necessità di lavori di consolidamento sotto il ponte che collega l'altipiano a Confreria non è stato un pennivendolo a caccia di click baiting, ma l'Anas, vale a dire l'ente che ne cura la gestione. Il secondo aspetto è la data in cui l'ente nazionale per le strade ha sollevato la problematica: correva l'anno 2011, ben otto anni orsono. A meno di quattro anni dalla cerimonia di inaugurazione del viadotto era già stato studiato un progetto di consolidamento delle fondazioni di due piloni, lo si apprende da una missiva inviata dall'ente al Comune di Cuneo l'11 maggio del medesimo anno.

Passano quasi due anni e, una volta ottenuti i pareri dell'AIPO, della Commissione locale del paesaggio e della Soprintendenza e dell'Ente parco, Anas accelera: “Stante la particolare natura delle opere, ossia di presidio e difesa delle fondazioni e delle sponde dall'azione erosiva del torrente Stura – scriveva il responsabile del procedimento Marco Mancina in una lettera inviata all'Amministrazione Comunale di Cuneo e, in copia, alla Regione Piemonte il 15 febbraio 2013 -, si chiede alla Direzione OO.PP di voler rilasciare il proprio parere nel più breve tempo possibile e all'Amministrazione comunale di voler rilasciare il permesso di costruire con ogni possibile cortese sollecitudine, al fine di poter avviare la realizzazione delle opere e bloccare l'azione erosiva tutt'ora in atto”. Parole che pesano come macigni e il Comune di Cuneo provvede a concedere il permesso di costruire a stretto giro di posta. Già il 25 febbraio, a distanza di soli dieci giorni, palazzo Civico emette il documento.
 
Peccato che i lavori di consolidamento richiesti con tanta solerzia non siano mai cominciati e, nonostante le tante richieste ripetutesi nel tempo, Anas non abbia mai dato spiegazioni pubbliche sul motivo, nonostante opere anloghe siano state fatte sul viadotto della Pace, il 'gemello' in direzione Boves. Solo nel settembre del 2018, secondo alcuni spinto dal trasporto emozionale provocato della tragedia di Genova, il Consiglio comunale di Cuneo ha approvato un Ordine del Giorno (presentato da Silvia Cina e Manuele Isoardi del Movimento Cinque Stelle) che ha impegnato l'Amministrazione a sollecitare risposte da Anas.
 
“L'opera è di competenza di Anas, sono loro che hanno l'obbligo di gestirle e di verificarle. In questo momento non sappiamo perché non abbiano fatto i lavori” aveva detto l'assessore Guido Lerda in risposta a un'interrogazione di Cina la stessa sera. “I pilastri 5 e 6 a oggi non presentano nessuna criticità, ma potrebbero presentarla nel caso in cui l'alveo si spostasse sulla sua sinistra. Questa erosione andrebbe a inficiare i micropali del pilastro, a oggi la scogliera manca” aveva invece affermato il consigliere di maggioranza Silvano Enrici, facendo riferimento al progetto presentato da Anas. Da allora sono passati altri sei mesi, ma da parte dell'ente non sono arrivate delucidazioni di alcun tipo, o almeno non se ne ha notizia. Nel frattempo il fiume Stura continua a scorrere.
 

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