CUNEO - Nel 2019 sono già nove le persone morte cercando funghi

Il dato sul solo territorio piemontese. L'appello alla prudenza dal Soccorso Alpino 'Abbigliamento e calzature devono essere adeguati al territorio in cui ci si inoltra'

11/09/2019 11:24

Arriva dal Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (Sasp) l’appello alla prudenza rivolto ai numerosi cercatori di funghi che, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, si avventurano sui sentieri montani, a volte con conseguenze tragiche. Nel 2018 si è toccato il record di decessi tra i cercatori di funghi per incidenti tra i boschi (75 persone soccorse, 10 deceduti e 2 dispersi), ma il bilancio provvisorio del 2019 mostra già numeri allarmanti (fino a oggi sono già state soccorse 52 persone di cui 9 deceduti e 1 disperso). Da qui l’appello del Sasp per ridurre il più possibile gli incidenti rendendo e rendere più agevoli le operazioni di ricerca e soccorso che, nel caso degli appassionati di funghi (sono il 5% delle persone soccorse ogni anno), sono spesso complessi.
 
I dati sugli incidenti nei boschi vanno presi con cautela perché sono condizionati dal maggior o minor numero di cercatori di funghi in base alla stagione più o meno favorevole, ma quando la stagione per i funghi è buona è bene ricordare alcune regole basilari per evitare infortuni e per rendere le operazioni di ricerca e soccorso più rapide.
 
“Abbigliamento e calzature devono essere adeguati al territorio in cui ci si inoltra – afferma Luca Giaj Arcota, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese – e sono da preferire scarponcini da montagna che hanno una maggiore presa sul terreno e prevengono gli infortuni alle caviglie. È anche importante controllare le previsioni meteorologiche per evitare di incappare in peggioramenti repentini. Infine, per tutte quelle situazioni in cui l’infortunio non si può prevenire sia per fatalità, sia a causa di malori che sono frequenti, è fondamentale che chi parte alla ricerca di funghi lasci detto a qualcuno dove prevede di recarsi. Questo perché troppo spesso facciamo affidamento sul telefono cellulare che non prende proprio quando ne abbiamo bisogno. Poter contare su informazioni precise e circoscritte riduce notevolmente i tempi di ritrovamento di un disperso e quindi le evidenti conseguenze”.
 
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha sviluppato anche un’applicazione per smartphone, Georesq (www.wp.georesq.it) che grazie alla tecnologia gps presente in tutti i telefoni cellulari recenti è in grado di tracciare l’utente anche al di fuori della copertura dati. Consente inoltre di inviare un messaggio di allarme direttamente al soccorso alpino e speleologico ed è accessibile ai tecnici del soccorso alpino che in questo modo sono in grado di ricostruire il percorso tracciato dal telefono di un utente circoscrivendo l’area di ricerca.

c.s.

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