CUNEO - "Nella Granda gli stessi morti sul lavoro della provincia di Torino, ma con un quarto degli abitanti"

A Cuneo davanti alla Prefettura la manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL: "Sul lavoro non si muore per sfortuna, ma per il mancato rispetto delle norme di sicurezza"

a.d. 25/05/2021 12:37

La provincia di Cuneo ha un problema grave con i morti sul lavoro. A novembre del 2019, nella nostra ultima iniziativa prima dell’emergenza Covid, denunciammo che in quell’anno la Granda aveva avuto lo stesso numero di vittime della provincia di Torino, che però ha quattro volte i nostri abitanti. C’è un evidente problema di sicurezza”. Con queste parole Davide Masera, segretario generale della CGIL della provincia di Cuneo, ha introdotto il presidio organizzato stamattina, martedì 25 maggio, di fronte alla Prefettura in via Roma. L’iniziativa, promossa anche dalle sigle sindacali CISL e UIL, ha portato l’attenzione sul tema delle morti bianche: in Italia secondo i dati Inail si verifica una morte sul lavoro ogni 11 ore, al 31 marzo le vittime erano già 185.
 
Dobbiamo sfatare un mito: non è la sfortuna a provocare gli incidenti, non è il caso, non è il fato cattivo. Nella gran parte dei casi gli incidenti avvengono perché non sono rispettate le norme di sicurezza”, ha proseguito Masera, che ha poi denunciato una situazione segnalata da diversi lavoratori: “In tanti ci raccontano che gli infortuni non vengono segnalati su pressione delle aziende, le quali non vogliono vedere aumentare le assicurazioni che devono pagare all’Inail”. Il segretario provinciale CGIL ha poi parlato di quello che ha definito un “attacco alla legislazione sul lavoro”: “Cosa c’è di innovativo nella possibilità di licenziare senza giusta causa? Cosa c’è di moderno nel poter demansionare le persone? C’è stato un abbassamento dei diritti, ci sono traguardi raggiunti con lo statuto dei lavoratori del 1970 che ora vanno riconquistati”.
 
Masera ha poi toccato il tema della semplificazione degli appalti: “L’appalto al massimo ribasso e la possibilità di subappaltare quasi tutto significa che le imprese devono abbassare i costi: vuol dire pagare di meno i lavoratori e tagliare le spese per la sicurezza sul lavoro. Questo è un atto pericoloso, si rischia una vera e propria strage. C’è bisogno di altro”.
 
Per la Granda, secondo Masera, c’è inoltre un problema “culturale”: “Troppo spesso si fanno le cose in un certo modo semplicemente perché ‘si è sempre fatto così’ ed è sempre andata bene. È un modo di pensare pericolosissimo, basta che le cose vadano male una volta sola per non avere più la possibilità di rimediare”. Il segretario provinciale CGIL ha poi citato la proposta di Chiara Gribaudo: la parlamentare del PD aveva ipotizzato nel mese di maggio del 2020 l’assunzione di 10 mila ispettori del lavoro da affiancare alle aziende per il rispetto delle norme di sicurezza in vista della riapertura dopo il lockdown. “Fu massacrata da Confindustria, da Confcommercio, e questa è una cosa grave: le azienda hanno bisogno di figure come queste, che le aiutino ad adeguarsi e a lavorare in sicurezza”, ha concluso Masera. Al termine della manifestazione, i rappresentanti delle sigle sindacali presenti sono stati ricevuti dal Prefetto Fabrizia Triolo, al quale hanno presentato le loro istanze. 

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