CUNEO - Niente pillola abortiva nei consultori piemontesi: parte la diffida contro la Regione

Alla giunta si contesta la mancata applicazione delle linee guida ministeriali. L’assessore Marrone: “Lo stop è in linea con la 194 e tutela libertà e salute della donna”

Redazione 27/11/2021 11:52

 
Il Piemonte guidato dal centrodestra è stato diffidato da 27 associazioni e dai ginecologi abortisti per “la mancata applicazione delle linee guida ministeriali per l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico”, la pillola Ru486. La diffida arriva dalla rete 'Più di 194 voci Torino' e da Laiga, la Libera associazione italiana ginecologi per l'applicazione della legge 194.
 
“La Regione Piemonte - affermano gli autori della diffida, in una nota ripresa dall’Ansa Piemonte - non solo non si è ancora adeguata alle nuove linee di indirizzo nazionali, ma ne ostacola l'applicazione. E nel caso di interruzione di gravidanza con metodo farmacologico, continua a richiedere il ricovero fino a tre giorni”.
 
L'accusa viene respinta al mittente dalla Regione, per voce dell’assessore Maurizio Marrone: “Lo stop piemontese alle linee guida Speranza è in linea con la legge 194 e tutela la vera libertà di scelta e salute della donna”. “Le associazioni femministe - sostiene Marrone - hanno già fatto un buco nell'acqua al Tar contro l'ingresso del volontariato di tutela materno infantile negli ospedali e nei consultori, e ripeteranno il flop con questa diffida: è proprio la legge 194 a chiarire che il consultorio è luogo di informazione e assistenza e non sede dove eseguire le interruzioni di gravidanza”.
 
“Il ministro Speranza - conclude l’assessore - non ha osato replicare nulla alle argomentazioni giuridiche e tecniche con cui la Regione Piemonte ha motivato il rifiuto delle linee guida”.

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