Riceviamo e pubblichiamo.
Abbiamo ricevuto la risposta della Sindaca alla nostra lettera che accompagnava la restituzione di oltre un centinaio di notiziari "Cuneo si trasforma” fra quelli da lei inviati a tutti i cuneesi. Nella lettera di risposta la Sindaca dichiara di apprezzare il dissenso come elemento di democrazia, di non pensare possibile il consenso pieno sulle scelte amministrative che ogni amministrazione ha la responsabilità di scegliere e, nel caso specifico dei notiziari, la scelta del mezzo è stata dettata dalla necessità di confrontarsi con la popolazione e rendere conto del lavoro fatto dall’amministrazione. Siamo d’accordo, davvero il dissenso è fattore di democrazia, davvero alla fine un’amministrazione ha
l’onere e l’onore della decisione e del rendere conto del proprio operato.
Ma dobbiamo sottolineare che i termini dissenso, decisione, rendere conto non sono slogan, ma indicano un processo attivo che dovrebbe necessariamente iniziare dal tentativo di costruire il consenso dei destinatari delle scelte amministrative. Pare che per la Sindaca Il consenso sia come il bel tempo che c’è o non c’è e non debba impegnarla nella sua costruzione. La parola consenso (cum-sensum) significa venire incontro e sottolinea l’aspetto di accordo reciproco, di discussione e scambio. Dunque il consenso va voluto, cercato, creato.
Se non ci si vuole impegnare in quella fatica evitiamo di usare quel termine usiamo la parola assenso che indica più propriamente quello che la nostra amministrazione vuole: accettazione passiva o inconsapevole da parte di cittadini verso provvedimenti già decisi chissà dove e fra chi. I cittadini che non accettano un ruolo passivo, dissentono cercando di portare all’attenzione pubblica l’importanza della partecipazione, dell’informazione, su temi importanti per la collettività e, dissentendo, chiedono ascolto.
Ma a che cosa può giovare il dissenso se l’amministrazione comunale non si lascia provocare dalle proposte diverse e non accetta di aggiustare il suo agire in base all’ascolto? Cosa può farne la nostra democrazia di un dissenso che rimbalza contro un muro di gomma se non trasformarlo in opposizione? Ancora nella lettera, la Sindaca rivendica la responsabilità delle decisioni. Giusto. Ci aspetteremmo dunque dicesse: "Ho ascoltato, mi sono confrontata (nel senso esatto della parola) e ritengo che la decisione migliore per tutti sia questa, per questo motivo... e per quest’altra considerazione... Di questo renderò conto".
La Sindaca ci assicura che passa molto tempo ad ascoltare e ragionare con comitati ed associazioni. Le crediamo sulla parola, ma, per quanto ci riguarda, dobbiamo ammettere che, sui temi della riqualificazione dei luoghi cittadini e sul tema della partecipazione, ci è andata proprio male.
Mai percepito, mai avuto prova che l’amministrazione Manassero ci considerasse più di tanto. È insopportabile ascoltare le belle parole come confronto e partecipazione usate con tanta leggerezza: confronto, partecipazione sono parole esigenti e laboriose, richiedono disciplina e regole. Non basta ripeterle all’infinito in tutte le occasioni, in tutte le dichiarazioni perché diventino realtà.
Sos Cedri
Associazione Di piazza in piazza