CUNEO - ''Non rispondiamo alla pandemia riproponendo le slot machines''

L'appello di ventiquattro associazioni piemontesi che chiedono alla Regione di non abrogare la legge del 2016 sul gioco d'azzardo

a.d. 04/03/2021 13:17

Non rispondiamo alla pandemia riproponendo le slot machines”. L’appello, rivolto alla Regione, arriva da ventiquattro associazioni piemontesi: si tratta di realtà della società civile che chiedono che non venga abrogata la legge regionale del 2016 sul gioco d’azzardo, quella che vide l’introduzione, tra le altre cose, del cosiddetto “distanziometro".
 
Scrivono le associazioni: “Come confermano gli stessi dati regionali, forniti di recente dall’Istituto regionale di statistica IRES e dall’Osservatorio sulle dipendenze, la legge 9 del 2016, approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, è stata un traguardo di civiltà che ha posto il Piemonte all’avanguardia nell’attenzione alle persone e alle famiglie più fragili e ne ha fatto un esempio per le altre Regioni".
 
Gli enti firmatari dell’appello sottolineano che “ora si registra che in Piemonte in soli tre anni (2016-2019, prima quindi delle chiusure per Covid) i pazienti in carico ai Servizi Sanitari sono diminuiti del 20% e i giocatori a rischio sono divenuti in proporzione la metà di quelli del resto d’Italia. Ciò naturalmente insieme ad una forte riduzione dei volumi di denaro investito. Nello stesso tempo l’incremento del gioco online è stato inferiore a quello registrato nelle altre Regioni”.
 
Ora in Consiglio Regionale si sta concludendo un iter che dovrebbe portare all’abrogazione di tale legge. La proposta in discussione nelle commissioni propone il dimezzamento delle distanze dai luoghi sensibili, e che non vengano più considerati tali le banche, i punti bancomat e i luoghi di aggregazione sociale.
 
Facciamo appello al Presidente Cirio e a tutta l’Assemblea Regionale: - proseguono le associazioni - non possiamo rispondere ai danni della pandemia riportando nei centri abitati le slot machines. Non possiamo riavvicinare tali risposte alle fragilità che questi lunghi mesi hanno fortemente accresciuto. Siamo consapevoli delle ricadute occupazionali conseguenti all’applicazione dell’attuale legge, ma chiediamo che si cerchino soluzioni virtuose, in linea con l’art. 41 della Costituzione, dove si ribadisce che la libera iniziativa privata ‘non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana’. Il disastro della pandemia invoca un forte cambiamento nel campo delle scelte economiche, e come tutti sappiamo sono state messe a disposizione ingenti risorse per le necessarie scelte di sostegno e di riconversione produttiva, per un’economia più attenta alle persone. Dal buio di questo tempo difficile non possiamo uscire tornando indietro”.
 
Queste le associazioni che hanno firmato l’appello: ACLI Piemonte, AIPEC - Associazione italiana imprenditori per un’economia di comunione, ARCI Piemonte, ANFN - Assoc. Nazionale Famiglie Numerose - Piemonte, AUSER Piemonte, Avviso Pubblico, Azione Cattolica Piemonte e VdA, Commissione regionale Pastorale sociale e del lavoro Piemonte e VdA, Comunità Cenacolo, Comunità di Sant’Egidio Piemonte, Comunità Papa Giovanni XXIII, Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte, Giuseppini del Murialdo, Gruppo Abele, Libera Piemonte, Movimento dei Consumatori Piemonte, Movimento dei Focolari, Movimento Mezzo Pieno, Movimento Slotmob, Progetto Mondo MLAL, Salesiani di Piemonte e VdA, SERMIG, Società San Vincenzo De Paoli Piemonte e VdA, UCID Piemonte e Valle d’Aosta.
 

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